AlpinismoAlta quota

Annapurna: alpinisti in cima, un morto, due evacuati e la rinuncia di Soria

Annapurna (Photo everestnews.com)
Annapurna (Photo everestnews.com)

POKHARE, Nepal — Otto alpinisti sono arrivati in vetta all’Annapurna lo scorso weekend, mentre un ungherese, Tibor Horvath, è morto sotto una valanga nel tratto di discesa da campo 3 a campo 2. Gli scalatori che hanno raggiunto gli 8.091 metri della cima del colosso himalayano, sono tornati al campo base tra lunedì e martedì. Due di loro però, i cechi Jan Travnicek e Radek Jaros, quest’ultimo al suo 13esimo ottomila, hanno riportato congelamenti a mani e piedi: ieri sono stati evacuati con l’elicottero e trasportati a Pokhare. Finita invece la spedizione di Carlos Soria.

Quella dello scorso fine settimana è stata la seconda tornata di vette della stagione all’Annapurna. La prima era stata la finestra di bel tempo del 20 aprile, durante la quale arrivarono in cima dodici scalatori con l’ossigeno. Il 6 maggio il successo è toccato invece a 8 persone: i primi del gruppo sono stati l’iraniano Ghaychisaz Azim e il suo Sherpa, poi a distanza, fra gli altri, sono arrivati gli spagnoli Sechu López e  Oscar Cadiach e i cechi Radek Jaros e Jan Trávnícek.

Le condizioni della montagna non erano delle migliori e diversi alpinisti hanno rinunciato intorno a campo 3: tanta le neve al suolo, alto il rischio di valanghe, come ha dimostrato purtroppo il caso dell’ungherese Tibor Horvath, molto probabilmente morto travolto da una slavina sabato 5 maggio mentre scendeva verso campo 2. Secondo quanto detto dal capospedizione Szabolcs Vincze e ripreso da Explorersweb infatti, i suoi compagni lo avevano sentito un’ultima volta via radio sotto campo 3: poi l’hanno cercato nei giorni successivi, ma l’alpinista è scomparso, come del resto le corde fisse che attrezzavano la salita ai campi alti in quel tratto.

Per coloro che hanno deciso di proseguire fino alla cima, le condizioni meteorologiche sono state d’aiuto una volta superati i 7.050 metri di altitudine. Ciò nonostante, anche un esperto come Radek Jaros, che è arrivato in vetta senza ossigeno, ha definito l’Annapurna l’ottomila più duro della sua collezione (giunta ormai a quota 13). Non a caso l’alpinista ceco è stato evacuato ieri insieme al connazionale Trávnícek dal campo base, per essere trasportato a Pokhare e ricevere cure mediche agli arti congelati. Secondo quanto si legge sul suo sito i due scalatori avrebbero problemi alle dita, ma non sarebbero in gravi condizioni.

La maggior parte di coloro che hanno raggiunto la vetta domenica, sono ridiscesi in giornata fino al campo 3 o 2 ieri. Così per esempio Lopez Sechu, che secondo quanto riferisce il sito Desnivel, avrebbe preferito passare una notte in quota anziché proseguire diretto fino al base.

Definitiva invece la rinuncia dell’altro spagnolo impegnato questa primavera all’Annapurna. Carlos Soria infatti, ha effettuato un secondo tentativo di vetta intorno al 2 maggio, anche questo andato male.  Troppa neve al suolo nel tratto tra campo 2 e campo 3 e l’altissimo pericolo valanghe intorno ai 5500 metri di quota l’hanno convinto a tornare a casa. Il terzo tentativo di vetta, ha fatto sapere l’alpinista tramite la sua pagina facebook, si terrà probabilmente l’anno prossimo.

Info www.radekjaros.cz

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