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Durissimi i lettori: più severità in pista

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BERGAMO — Forse il Tonale è stata una fatalità. Ma sulle piste circolano troppi incoscienti, che dovrebbero essere severamente puniti dalla legge. E’ pressochè unanime il giudizio dei lettori di Montagna.tv, che nei giorni scorsi hanno scritto alla redazione esprimendo il loro parere sulla sicurezza dello sci.

Riportiamo tutti i loro commenti, che offrono numerosi spunti di riflessione – come la proposta di un patentino per sciatori -, nella speranza che possa risultare utile a chi di dovere. O almeno – ci perdonino i lettori per il giudizio – che qualcuno di questi "incoscienti", qualsiasi attrezzo abbia ai piedi, si converta ad un atteggiamento di maggior prudenza e rispetto verso gli altri e verso la montagna.
 
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Sono venti anni che vado a sciare a Selva di val Gardena e secondo me non sono le piste da sci pericolose ma le persone irresponsabili e specialmente i snobord che nelle loro evoluzioni non hanno il perffetto controllo. Comunque posso dire che a Selva di val Gardena i controlli da parte degli organi competenti e veramente valido.
Cesare Lazzari

Ho appena letto con interesse i vari commenti sull’incidente sul Tonale dove sono rimasti coinvolti 2 snowboarders e ho notato opinioni contrastanti visto che ho 45 anni, frequento la montagna da sempre (sia d’estate che d’inverno), uso gli sci da quando avevo poco più di 2 anni e frequento le piste da quando ne avevo 3 e mezzo e da circa 2 anni ho incominciato ad usare anche lo snowboard che alterno agli sci volevo fare alcuni commenti in merito. Innanzi tutto secondo me la velocità degli sciatori esperti non è aumentata negli ultimi 30 anni se non in modo abbastanza limitato ma con l’eliminazione delle cunette e gli sci sciancrati che danno l’impressione di fare tutto loro sono i principianti che spesso vanno troppo velocemente ma purtroppo queste persone non sanno condurre i loro sci, non sono in grado di scegliere correttamente la traiettoria da percorrere e non si sanno fermare. Sono questi comportamenti che causano pericolo quando sono sulle piste mi spaventa molto di più un principiante che viaggia a 20 km/h che un ragazzo del posto che si lascia scivolare ad 80 km/h e lo stesso discorso vale per gli snowboarders. Chi afferma che gli snowboarders sono pericolosi perché attraversano la pista per tutta la sua larghezza dovrebbero osservare che molti sciatori fanno esattamente la stessa cosa. Per il discorso di indicare con più attenzione la difficoltà delle piste mi sembra invece un’ottima cosa proprio l’altro ieri stavo commentando la stessa cosa osservando alcuni sciatori che scendevano molto lentamente e con molta difficoltà a spazzaneve su una pista nera impegnativa. Non arrivo al punto di dire che l’accesso a tali piste andrebbe limitato ma almeno regolamentato perché queste persone spesso non si rendono conto di quello che stanno facendo e si mettono in pericolo inutilmente. Sarebbe sufficiente una cartellonistica più precisa con magari l’indicazione per gli sciatori meno esperti di farsi accompagnare da un maestro di sci cosa che chi conosce la montagna normalmente già sa che se va su dei percorsi sconosciuti deve sempre farsi accompagnare da una guida alpina, sia d’estate che d’inverno.
Federico Re

Approfitterei per segnalare che si possono stipulare convenzioni con Organizzazioni di volontariato regolarmente iscritte all’albo regionale e nazionale per garantire insieme alle forze dell’ordine il controllo delle piste. Oggi ci sono anche volontari che sono dei veri professionisti in merito alla meteorologia, nivologia, valanghe e controllo del territorio l’importante ripeto essere in ausilio alle forze dell’ordini preposto.
Massimiliano Orsini

Ciao, sono Silvia, ho 42 anni, faccio snowboard dal 2006 (di solito scio tutta la stagione, dal 01/12 alla chiusura delle piste), volevo dire la mia in merito alla sicurezza delle piste. Io scio nel comprensorio Campiglio – Marilleva – Folgarida – Pinzolo, le piste sono larghe, lavorate bene, sono sempre in condizioni splendide. Ho cominciato a surfare in “età avanzata”, perchè a 18 anni giocando a calcio mi sono rotta il legamento crociato di un ginocchio, e non ho mai potuto imparare a sciare. Mio marito è un ottimo sciatore, e dopo anni di settimane bianche a prendere il sole nei rifugi, mi sono informata se potevo usare la tavola (visto il legamento rotto) e così ho cominciato a surfare (comunque mi sono fatta operare e ora il legamento è a posto, anzi sto facendo proprio in questo periodo il potenziamento per essere pronta per la prossima stagione). Quello che ho notato in tanti anni di osservazione (prima di poter partecipare attivamente…) e comunque anche ora che sono in pista, sono fondamentalmente 2 cose: 1) mancanza (diciamo scarsa conoscenza) di tecnica e preparazione atletica 2)buon senso. Partiamo dal secondo. Quante persone che vogliono scendere alla stessa velocità e modo come se fossero da soli in pista ed invece magari c’è più gente che neve! Senza considerare quelli che bevono super alcolici in modo smisurato a qualunque ora del giorno e poi scendono in pista con i riflessi non al 100 per cento. Se alla mancanza di buon senso si aggiunge la preparazione atletica pari a zero, o solo perché si frequenta una palestra si pensa di sopperire con i muscoli alla mancanza assoluta della tecnica sciistica (conosco diversi ragazzi che si sono rotti i legamenti delle ginocchia perchè si lanciano in assetto da discesa libera giù per qualsiasi pendio e non sanno sciare, sarebbero allo step appena superiore allo spazzaneve, ma tanto hanno le gambe grosse). A marzo di quest’anno abbiamo soccorso uno che erano 6 anni che non sciava, era il primo giorno che metteva gli sci, era dalle 9 del mattino che era in giro (veniva da Marilleva, noi lo abbiamo trovato a Campiglio), aveva perso gli amici, erano le 15 del pomeriggio, in stato leggermente confusionale, non aveva mangiato, e non si reggeva più in piedi. Non siamo riusciti a fargli fare a piedi, sorretto da 2 uomini, un pezzo di pista in piano (300 mt ed era alla partenza della funivia) abbiamo dovuto chiamare i carabinieri perchè lo venissero a prendere (non so come è riuscito a tornare a Marilleva). Quando mi sono fatta operare parlavo con un maestro di sci che mi diceva: “ma chi fa snowboard non ha bisogno di conoscere la tecnica, non esiste per lo snowboard”. Non sono molto d’accordo, dipende sempre come si vogliono fare le cose e comunque, divertimento a parte, c’é sempre la questione della sicurezza personale, se proprio ce ne vogliamo fregare degli altri! Potrei andare avanti e scrivere un’enciclopedia, la sicurezza sulle piste dipende sempre dalla testa delle persone (anche chi ha una buona tecnica ma non usa la testa serve a poco saper sciare!). Anche aumentare i controlli in pista (molto pochi a dir la verità) potrebbero servire da deterrente ma …Sto già facendo la danza della neve …buon divertimento a tutti!
Silvia

No, occorrerebbero maggiori controlli e maggiore severità nel reprimere certi sciatori che, incuranti dell’altrui diritto… all’incolumità, sciano a velocità eccessiva e pericolosa, pressoché sicuri "di farla franca" scappando via in caso d’incidente. Poi dovrebbero  realizzarsi piste riservate ai soli snowboarders. Infine per chi scia dovrebbe rendersi obbligatorio il casco. 
Mario Formaio


Ciao,
scio da 40 anni, di cui 15 in snowboard, uno dei primi quindi, e pratico telemark. Molte delle considerazioni che ho letto sono corrette, ma a mio parere non esiste più il pericolo di conflitto di traiettorie tra sci e snow. L’avvento degli sci sciancrati, per inciso mutuato dallo snowboard hard, comporta che le traiettorie ormai siano molto simili. E’ sempre un problema di velocità, tempi di reazione e padronanza dell’attrezzo. Sia il principiante di una che dell’altra, ormai dopo poche ore di lezione, possono pensare di essere in grado di condurre l’attrezzo, ma non è così. Entrambi i principianti si lasciano portare, ma senza un efficiente e reale controllo delle traiettorie e della velocità. Pongo una domanda a tutti:
– avete mai notato, quando dopo una nevicata la pista ha mucchi di neve o gobbe e presenta difficoltà, come cala immediatamente la velocità e la “bravura” degli sciatorisnowboarder?
Per sciare bene in quelle condizioni occorre molta tecnica, capacità e sensibilità sugli attrezzi e comunque tutti riducono la velocità. Ritengo che sia imperativo ridurre le velocità eo innalzare il livello tecnico. Io scio anche con mio figlio, 4 anni, ma gli scio dietro, cercando di proteggerlo soprattutto sulle piste facili, dove è più facile rischiare collisioni.
Consiglio a tutti il casco, paraschiena, e occhi ben aperti!! Deve restare uno sport sano e bello. Tutti noi abbiamo provato a tirare un curvone ad alta velocità, ma in entrambi gli attrezzi servono doti di allenamento e potenza non indifferenti, a cui si deve aggiungere la capacità a modificare le traiettorie, in sicurezza e velocemente.
Anonimo
 
PATENTE di SCI: è la soluzione più sicura ed elegante per risolvere radicalmente il problema. Indispensabile è sapere padroneggiare l’attrezzo che si usa, che sia carving, telemark, snowboard od oltro archibugio… Troppa gente si lancia come una valanga e come tale crea incidenti. Le piste sono già suddivise in tre categorie, blu, rossa e nero… altri colori si possono aggiungere… All’ingresso delle piste o per accedere al alcune aree o impianti occorre avere lo skypass abilitato. Ogni sciatore partecipa ad un brevissimo esame, ottiene un livello ecc. ecc. Quando lo sciatore lo desidera può chiedere di poter accedere al livello superiore. Magari si possono prevedere dei punti… che vengono sottratti o che si possono guadagnare con corsi e specializzazioni… avrebbero un bel lavoro anche i maestri. Concordo che è un’idea laboriosa, ma anche le forze dell’ordine potrebbero in questo modo gestire più severamente la situazione. Resta il fatto che fuori pista tutto è lecito. Mi rammentano i miei genitori quando, lavorando sulle piste, mi scorrazzavano serenamente nel loro zainetto… !!!
Scandolara geom. Davide
Buonasera, non voglio dare un giudizio sulla sicurezza delle piste perche’ non le frequento piu’ da parecchi anni. Voglio fare delle osservazioni su quanto ho letto sull’argomento. Tutti concordano che occorre fare qualcosa per evitare questi incidenti, ma nessuno vuole ammettere che questo modo di "fruire la montagana" ne e’ la causa. Tutti vogliono piu’ regole e gendarmi per farle rispettare ma pochi parlano della necessita’ di adegursi al lento ritmo della montagna. Non vi rendete conto che siete antitetici? non e’ possibile fare impianti per migliaia di sciatori e sperare che non succedano incidenti.
Massimo Pagani
Certo le piste sono sicure  ma il problema non è dei materiali sempre più veloci, secondo me il problema è solamente di chi le piste le rende veloci. Sono Sergio da Trento e vi posso assicurare che le piste sia del monte Bondone e della Paganella in questi ultimi anni sono state allargate a dismisura e sopratutto sono state talmente livellate che non essendoci più dossi e avvallamenti lo sciatore anche profano gli sci li fa correre. Una volta questo non succedeva in quanto le piste erano dei  prati con le asperità naturali e dopo qualche dosso e buca prese con un pò di velocità le gambe si affaticavano e si era costretti a rallentare, non per niente sulle strade mettono i "dossi rallentatori". Il problema è sempre quello economico, vogliono che ci vadano tutti a sciare e allora facciamo tutto facile così tutti possono andare, e più gente c’è e più gli impiantisti guadagnano. Non per niente lo scialpinista che risale le piste (anche di notte) viene mal visto e severamente multato, ma non per la sicurezza, solamente perché non porta soldi. La montagna va lasciata come è nata, con le buche e con i dossi.
Distinti Saluti
Sergio

E’ vero che gli sciatori non si assumono mai responsabilità,già prima di cadere stanno pensando a chi dare la colpa di un eventuale infortunio,che normalmente va a cadere sul gestore delle piste. C’è anche da dire che molti gestori per non investire soldi trascurano spesso la messa in sicurezza delle piste , e la segnaletica lascia molto a desiderare , specie in condizioni di maltempo. Anche il trascurare questi fattori aumenta la pericolosità dello sci e delle piste.
Saluti

Edoardo
 
Francamente, delle piste italiane e della sicurezza su di esse, non posso giudicare. Ma, visto da qui, l’idea della polizia in pista a regolare (e multare) non piace tanto. Sarebbe impensabile in Svizzera. Gli unici poliziotti (doganieri, anzi) si vedono nei resort che vanno oltre confine. Vabbè…Di tutto quello che ho letto, mi pare nessuno abbia messo in rilievo che, negli ultimi 15 anni o giù di lì, la capienza dei mezzi di risalita è enormemente aumentata (seggiovie a 6, 8 ecc) mentre spesso i metri quadri delle piste son rimaste tali e quali. Con il risultato, ovvio, logico, che ora non si fa più fila giù agli impianti ma sciando giù per le piste. Questo, fuor di ogni dubbio, ha un ruolo importante per il numero costantemente in crescita degli scontri sulle piste. Dunque, per me prima di chiamare le forze d’ordine, divieti ecc ecc, sarebbe utile:
a) una migliore educazione gia’ dei giovani (codice FIS di comportamento in pista!);
b) la separazione di vari interessi quando è possibile e cioè, creare dei fun park (salti, half-pipe ecc) per tavolari e sciatori (evitando così che questi usino il bordo pista come rampa di salto); creare dei parcorsi boarder (+ skiers) cross. In questo, si potrebbe imparare molto dalle stazioni scandinave!
c) limitazione di frequenza tramite rallentamento dell’andatura degli impianti (quando non è possibile in altra maniera);
d) autorizzazione degli addetti agli impianti di ritirare gli abbonamenti (e di interdire l’accesso all’areale) in caso di gravi infrazioni del codice Fis.
Ulrich Hausmann 
 
Le piste da sci sono a mio avviso sicure,il problema è che oggi con le nuove tecnologie la sicurezza sugli sci è drasticamente diminuita,una volta per saper condurre gli sci a velocità sostenute ci volevano anni e tecnica,mentre oggi con le nuove tecnologie (sciancrature,attacchi rialzati) bastano poche lezioni per poter stare sugli sci e raggiungere velocità elevate senza avere comunque la padronanza e la tecnica per poter condurre in sicurezza. Leggo forum dove propongono skivelox,che ritengo assolutamente fuori luogo,mentre  dovrebbero essere introdotte figure di controllo sull’educazione degli sciatori,non c’è bisogo di uno skivelox per stabilire quando in condizioni di piste affollate l’imbecille di turno sfreccia a velocità sostenuta mennendo in pericolo la vita di se stesso e quella altrui. E’ chiaro che se uno si aspetta leggi dal governo con il disinteresse che hanno percui spero che gli organi del settore (FISI) prendano seri  provvedimenti  in merito
Cordialità
Moreno Tittarelli
Sono un appassionato di sci pure agonistico e trovo che secondo me non è un problema di piste sicure o meno  ma di rispetto per le stesse. Questo vuol dire che se sei un principiante non puoi pretendere di sfidare una pista nera.
Saluti e buon sci
Diego
 
Non sono sicure in quanto gli avventori sono in buona parte sprovveduti. I nuovi materiali consentono velocità notevoli e spesso vengono utilizzati da persone che non hanno nè la tecnica nè la condizione atletica necessaria. Nel mio piccolo, mi piace sciare a tutta, ma resomi conto che è un assurdo ormai, in quanto bisogna avere occhi anche laterali, ho deciso di mettermi a fare solo le gare, dove i tracciati sono assolutamente sicuri.
Emilio
 
Piste troppo liscie come biliardi =troppa velocità, Piste non battute con gobbe = meno velocità, più divertimento, più sicurezza.
Anonimo
 
Scio dall’età di 4 anni, adesso ne ho 52, è il mio sport preferito. La tecnologia è cambiata enormemente come è cambiata la preparazione delle piste. Oggi tutti sono in grado di perdere quota più o meno velocemente, ma i "veri sciatori"  sono pochissimi.  L’aumento della sciancratura dello sci permette di  effettuare una conduzione di curva che porta un netto incremento della velocità, che in uno sciatore inesperto può essere anche fatale. Come è stato già scritto, sono pochi i morti sugli sci rispetto  di quelli che avvengono in mare. Il casco serve in alcuni casi ma non è la soluzione, alcuni dei morti di quest’anno lo indossavano. E allora?  Alcune piste e soprattutto le "nere", dovrebbero essere riservate solo a sciatori esperti. Forse lasciando le cunette si creerebbe un ostacolo in più, si rallenterebbe la velocità. E poi, chi meglio dei maestri di sci potrebbe essere in grado di giudicare chi sa sciare, chi è pericoloso per gli altri? Dovrebbero ottenere il diritto di multare gli scorretti. I carabinieri sono troppo pochi, non sufficienti, ma i maestri son sempre tanti. Forse questo potrebbe essere una soluzione.
Cecilia Midulla
Ho letto con attenzione le lettere di tutti gli appassionati di sci, penso che il comportamento dei praticanti della tavola sia più pericoloso degli sci, in particolare l’abitudine di uscire dalla pista battuta e poi il rientrare saltando, sfruttando il dislivello tra fuori e dentro pista, causa spesso gravi incidenti (vedi il morto sulle piste di Zoldo). Maggiore informazione, educazione e buon senso certamente aiutano. Buona sciata a tutti.
Loris
 
Da molto tempo sembra che i responsabili degli incidenti siano sempre degli snowboarder, ma io invece penso, e sono uno sciatore convinto, che i mezzi tecnici, snowboard o sci ultracarving, abbiano solo cambiato le traiettorie naturali di discesa, e che molto si possa fare come prevenzione o scuola. In tutti i corsi che ho seguito non ho mai sentito dire, dai maestri, che è pericoloso avvicinarsi al lato cieco di uno snowboarder che scende, anche nel più tecnico e prudente dei modi: eppure se chiedete ad uno qualsiasi esperto snowboarder, lui stesso indicherà la difficoltà di vedere parte della pista, perchè asimmetrico. Fortunatamente io lo so, e presto molta attenzione nell’avvicinarmi ad altri in genere, perchè è proprio la vicinanza che rende troppo rapide le scelte da fare. In auto, bisogna rispettare le distanze di sicurezza, e quando freno, se ho tempo, verifico allo specchietto che non sia di ostacolo ad altri. Stessa cosa cerco di fare con gli sci, ma ripeto, non ho sentito mai a nessun corso di sci, anche di elevato livello, questo tipo di insegnamento. Non è il casco che può renderci più sicuri, può però contribuire. Un patentino anche. Uno sciatore convinto e appassionato.
Mauro Segnalini
Sono un appassionato sciatore da quando avevo 8 anni; ora ne ho 43, quindi ne ho vista di neve passare sotto i miei sci. Questo mi porta ad avere una certa esperienza sullo sport più bello del mondo. Ho anche fatto gare del circuito Fisi per molti anni, con discreti risultati. Il mio pensiero sull’argomento è il seguente: le piste sono molto più sicure di un tempo. I punti pericolosi sono praticamente tutti protetti da reti di contenimento. Le persone praticanti non sono certo aumentate, anche se devo dire che negli ultimi anni vi è un grande aumento di sciatori provenienti dai paese dell’est (primi fra tutti Polacchi e Cechi). Comunque sono passati i tempi del boom effetto Tomba. Quello che ha fatto diventare più pericoloso questo bellissimo sport sono, innanzi tutto, i materiali. Gli sci di ultima generazione (molto sciancrati) hanno una grande tenuta alle alte velocità ed una apparente facilità di conduzione. Ma attenzione, sono un’arma a doppio taglio: una volta perso il controllo, anche un esperto sciatore rischia grosso. Figuriamoci i principianti che dopo poco credono di essere già da coppa del mondo. Altro problema sono gli snowboarder: purtroppo la loro caratteristica congenita è di tagliare molto in diagonale per tutta la larghezza della pista e di avere un lato cieco durante queste diagonali, dovuto inevitabilmente all’impostazione tecnica sull’attrezzo. Questi due fattori fanno sì che aumentino le probabilità di fatalità tragiche come è avvenuto al Tonale. Non me ne vogliano gli snowboarder, ma sicuramente lo snowboard è un attrezzo più pericoloso se condotto in mezzo a tanti altri sciatori. Penso che riservare delle piste solo a loro non risolverebbe il problema, in quanto rimarrebbe le pericolosità fra di loro. Una buona cosa sarebbe invece l’obbligo del casco (come già obbligatorio per i bambini fino a 14 anni). Lo so che può essere un po’ scomodo soprattutto nelle giornate più calde, ma salverebbe sicuramente qualche vita; però casco di buon materiale. E come dice Nico Cereghini "prudenza sempre".
Andrea da Lugo (Ra)
 
Penso che uno degli aspetti che generano a volte gravi incidenti negli sport invernali, sia la mancanza di preparazione fisica e atletica. Come possiamo controllare velocità, attrezzature sempre più all’avanguardia, senza aver preparato in nostro corpo  con un adeguato allennamento, magari seguiti da personale qualificato? Anche i media, a mio parere, dovrebbero evidenziare maggiormente, l’importanza di questo aspetto.
Bruno Boventi.
 
Non concordo con l’opinione del Sig. Merelli. Una volta si poteva correre molto di più sulle piste, non c’èra tanta gente e sciare era veramente uno spasso. Col passare degli anni, per la chiusura dei piccoli impianti, l’aumento degli sciatori e la sempre maggior velocità e/o portata degli impianti di risalita, sono aumentate esponenzialmente le persone che si trovano sulla pista. Provate ad immaginare un percorso per biglie, come quelli che fanno i bambini sulla spiaggia: se lanciate tre biglie le vediamo sfrecciare sul percorso senza (quasi) nessun incidente, se invece lanciamo quindici biglie e ne mettiamo qualcuna in sosta sul tracciato il risultato è una catastrofe. Questo l’ho potuto verificare personalmente nella stagione 96/97 come Soccorritore Militare Per Piste da Sci: più aumenta il numero di persone per metro quadrato sulla pista, più aumentano gli incidenti. Sicuramente se gli sciatori fosserò più attenti ci sarebbero meno incidenti, ma secondo il mio modesto parere non c’è sci senza velocità, e se non può essere altrimenti meglio praticare altri sport.
Marco Costella
 
Non posso entrare nel merito del terribile incidente del Tonale, non ero presente e posso anche pensare che si sia trattata di una vera fatalità. Ma il fatto è che io frequento la montagna in tutte le stagioni da quando mio padre mi ci portò la prima volta a tre anni (ora ne ho 40) e nel trascorrere dei vari anni ho visto una netta trasformazione dei comportamenti. Mio padre mi insegnò un approccio umile, rispettoso e graduale, non solo nei confronti della natura ma anche degli altri frequentatori, un approccio che doveva prima di tutto partire da una curiosità e da un desiderio di conoscenza di questa meravigliosa realtà. Ecco il punto è proprio questo: quanti fra le persone che frequentano oggi la montagna hanno vermante voglia di conoscerla meglio? Proviamo oggi a chiedere alle prime 100 persone con sci ai piedi in fila alla seggiovia, che ti catapulta in quota, se hanno un’idea di quanto tempo impiegherebbero a piedi per risalire lo stesso dislivello. E sarebbero mai disposte salire a piedi pur di godere lungamente e tranquillamente del panorama mozzafiato! Molti ti deriderebbero con lo stesso sguardo dell’automobilista di città che ti ha bloccato sul marciapiede e che di fronte alle tue rimostranze di pedone pretende di avere ragione!
(Paolo Garavini)
 
Scio da quando ho 7 anni e ora ne ho trentasei. Anche se non sono proprio uno sciatore provetto nella tecnica, di piste ne ho fatte tante e vorrei dire la mia sull’argomento: ben vengano misure come l’assicurazione obbligatoria, il casco – Ma perché solo ai minori di quattordici anni? – e altre misure simili, come paventato dopo gli ultimi tragici avvenimenti di cronaca. Parlo, ad esempio, del ritiro dello skipass per chi viene colto a percorrere le piste ad alta velocità, causa principe degli incidenti gravi sulle piste.
Ma secondo me il concetto di sicurezza sulle piste e molto relativo, o meglio dinamico, cioè variabile in funzione di molti fattori forse troppi da controllare tutti: altezza del manto nevoso, durezza dello stesso, visibilità, attrezzatura usata, tecnica acquisita  e non ultima velocità alla quale si percorrono le piste. Solo per citarne alcuni. Ne consegue, ahimè, che la sicurezza è nelle mani del singolo sciatore. Quindi una adeguata "formazione", magari parallelamente alle lezioni di tecnica, con il maestro di sci, sono per me la soluzione più proficua; magari accompagnata da un tesserino da esibire ai controlli che attesti l’avvenuta frequentazione. Niente di particolarmente costoso o borioso, niente di accademico,  magari in baita o in rifugio e magari corredati con alcuni di quei filmati che scuotono le coscienze sulle conseguenze degli incidenti sulla neve.
P.s. A margine vorrei solo sottolineare anche la parziale responsabilità di chi gestisce le piste che a volte non vengono chiuse agli sciatori anche se di fatto impraticabili.
(Diego)
 
Mi fa piacere che si possano fare degli interventi su questi importanti problemi di noi sciatori. Secondo me le piste sono sicure, i pericoli sono gli atteggiamenti e i modi di fare sbagliati e troppo aggressivi  di alcuni sciatori. Solo nel rispetto di certe norme comportamentali si può dire di non essere pericolosi sulle piste. Forse non tutti gli sciatori si rendono che dei rischi che corrono nel caso in cui, per sfortuna, dovessero invesitire e fare dei danni a qualcun’altro. Sia che si abba l’assicurazione, che no. Ritengo che ci debba essere più controllo sulle piste e chi fa dei gesti pericolosi debba essere punito, come sulle strade. Aggiungo che io sono uno sciatore accanito e mi piace andare forte, ma lo faccio solo qualdo ci sono le condizioni favorevoli. Pista libera, visibilità e anche allenamento (mio), per poter essere reattivo in caso di imprevisti.
(Tommaso)
 
Penso che la convivenza tra sci e snowboard sia possibile. Sono le singole persone che dovrebbero avere più cervello! Si dà sempre la colpa agli snowboarder perchè vanno da una parte all’altra delle piste; ma avete mai visto quei poveri emuli di "Herminetor" con le loro tutine e lo sciettino da un milione di dollari, sfrecciare a velocità pazzesche? O quei ragazzi che appena finito di fare i "pali", se ne tornano a valle pensando di essere in gara? Siamo sinceri e non ipocriti, non c’è cultura della montagna. Non c’entra un tubo il tipo di attrezzo che si usa, sta al singolo sapere cosa fare. Perchè non introdurre un patentino? Nulla di troppo strano o
impegnativo, ma alcune lezioni di comportamento, in pista, fuoripista ecc. Sarebbe troppo?
(Stefano di Brescia)
Per quanto mi riguarda ritengo che le piste da sci non siano più pericolose di quanto lo siano sempre state. Penso che sia ora di introdurre il casco obbligatorio ed un maggiore controllo relativamente ai comportamenti pericolosi degli sciatori.
(Renato)
Purtroppo da quando è nata la moda delle piste superbattute, ogni anno diventano più veloci, più
pericolose e troppo alla portata di tutti. Ogni piccola ondulazione viene accuratamente eliminata, non ci sono più le cunette a rallentare la velocità ed a costringere i meno capaci ad una forzata prudenza. Ogni qualvolta vengono presentati "miglioramenti" ai battipista si va sempre peggio. Si scia su piste tirate a specchio sulle quali tutti si sentono campioni. E tutti possono andare veloci, sempre più veloci. Non curvano quasi più. Solo lunghissime e velocissime diagonali in linea di massima pendenza tagliando in continuo la pista da un lato all’altro. E’ diventato uno schifo.
In più bisogna aggiungere l’assoluta mancanza di rispetto di molti nei confronti degli altri.Una volta i cannibali almeno urlavano "pistapista" ma, poveracci, in genere erano quasi fermi e facevi in tempo a scansarti. Ora non più. Convinti della loro eccelsa superiorità si fiondano giù per la discesa senza badare a niente ed a nessuno. L’unica cosa che conta è inanellare più piste che si può. A volte mi chiedo se questi personaggi saprebbero riconoscere, in una fotografia, il posto dove sono stati la domenica prima. E mi rispondo di no. E’ diventato uno schifo.
(Anonimo)
Sulle piste da sci servirebbe sicuramente molta piu’ educazione e rispetto oltre ai controlli più severi.
(Maiant)
 
Se ho capito bene dalle notizie riportate, l’incidente è stato tra due snowboard e non tra due sciatori, come titolano molti siti. La domanda da porsi allora è: gli snowboard sulle piste da discesa sono sicuri? Secondo me assolutamente no. La convivenza tra sciatori e snowboard è pericolosissima, i percorsi sono diversi, la velocità è diversa e uno snowboarder poco abile è un rischio costante per sé e per tutto ciò che trova sul suo percorso. Se perde il controllo su una pista un po’ ghiacciata può travolgere  chiunque fino a valle. L’unica proposta seria da considerare sarebbe riservare alcune piste agli snowboard e vietarli sulle altre, o almeno quelle più strette o più ripide. Ma visti gli interessi economici in gioco, è una pia illusione. Non resta quindi che continuare a sciare con le orecchie dritte, pronti a deviare non appena sentiamo il caratteristico rumore di uno snow che si avvicina!
(Irene da Bologna)
 
Gentili amici, vado a sciare da circa trent’anni, ma sinceramente fino a pochi anni fà sentire parlare di incidenti mortali era una rarità. Credo che il problema principale sia il grande affollamento delle piste in questi ultimi anni, al quale va aggiunta la maleducazione di troppi sciatori e snow. Spesso anche in presenza di bambini e principianti vedi gente – che magari non sà nemmeno sciare tanto bene – sfrecciare a tutta velocità. Non ultimo credo comunque che una buona fetta di responsabilità sia proprio degli Snow.  Io non ho mai provato, ma da come li vedo in pista mi sembra proprio che sia molto più difficile controllarli che un paio di sci.
(Flavio Crescini, Gussago)
 
Le piste da sci come le strade le autostrade…e via dicendo, non sono sicure per niente, a causa
dell’inciviltà e della maleducazione di noi tutti! Non servono certo i pochi controlli che faranno nei
prossimi giorni… Quando la "patata" sarà fredda, si ritorna come prima Viva l’italia…. è anche per
questo che sono diventato un alpinista (piccolo).
(Anonimo)
 
La dinamica della sciata con sci e snow sono completamente diverse e quindi pericolose assieme. L’attrezzatura moderna permette più facilità di sciata e molti pensano di essere ottimi sciatori: é sbagliato e questo porta, in casi di difficoltà, a incorrere in incidenti. La velocità nelle piste é troppo alta ed andrebbe controllata dalle forze dell’ordine e dagli impiantisti. Togliere lo skipass e fare la multa allontanando questi pazzi dalle piste. Occorre più severità nel far rispettare le regole. Grazie.
(Meme)
 
Interessante il sondaggio, anzi doveroso, se non fosse che purtroppo di certi problemi si parla solo quando succedono tragedie come quella di oggi e dopo pochi giorni sembra che non sia accaduto nulla. Il casco salva la vita? Sì, ma solo vai piano (prudenza) e non cadi "male" (fatalità). Su certi siti di località sciistiche straniere si ammonisce proprio su questo fatto: mettere il casco non significa scollegare il cervello. Qui da noi, a parte l’obbligo di indossarlo per i minori di quattordici anni (ma io ne ho 48 e lo porto eccome…) non si è fatto altro. Si possono prevenire gli incidenti? No, si possono solo ridurre, ma è giusto farlo, applicando in modo
sensato la normativa sulla pratica degli sport invernali che è in vigore dal 2004 (se non erro) e facendo opera di informazione negli sci club, nelle scuole di sci, sulle piste, sulla stampa ecc.
Dividere le piste tra sciatori e snowboarders? Ecco, questa è la ciliegina sulla torta: un pò di serietà, per cortesia! A parte il fatto che a quanto ho letto quei due poveri ragazzi erano entrambi con la tavola, proposte del genere non hanno senso ed è grave che degli esponenti politici si siano sentiti in dovere di farla, invocando addirittura una "normativa europea…" (ora è di moda l’Europa). Io vado in montagna per scendere su tutte le piste e magari fuori pista, da sciatore, e penso che come me faccia un boarder; io non dò noia a loro (almeno spero…) e loro non danno noia a me. Per il resto, gli imprudenti li vedo all’opera in entrambe le categorie, credetemi, e creare delle piste separate, come tra sciatori e sciatrici in Iran, sarebbe solo una grande sciocchezza.
(Lorenzo Cerri)
Mi considero uno sciatore esperto e con estrema franchezza devo ammettere che le piste sono tutt’altro che sicure. Con l’avvento del sistema "carving" lo sciatore ha la sensazione di fare le curve su dei "binari" e tanto è maggiore la velocità, tanto maggiore è la tenuta dello sci. A mio avviso è proprio questa estrema sicurezza dello sciatore unita alla difficoltà dello stesso di variare una traiettoria quando è in "pressione" che causa disastrosi incidenti. Il casco purtroppo non è una soluzione adeguata poichè ripara solo una parte del corpo che è interamente  esposto a rischi. Concludendo, vedo come unica soluzione il rafforzamento degli organi di polizia presenti sulle piste per garantire la viabilità.
(Fabio Distaso)
 
Le piste sono sicure. Come al solito si cerca di incolpare la natura o dettare regole e leggi che sviliscono le gesta atletiche o il sano divertimento. La causa va ricercata nell’incoscienza della persona stessa che, fintanto provoca ferite a sè stesso nulla di male, la selezione naturale da sempre esiste… Purtroppo capita che vengono coinvolte  persone innocenti, e lì stà il vero dramma.
(Marco)

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