Turismo

Svizzera, stop alle seconde case grazie a un referendum

Seconde case in svizzera (photo courtesy cipra.org)
Seconde case in svizzera (photo courtesy cipra.org)

BERNA, Svizzera — Casermoni che sembrano alveari, formati da mini-appartamenti che si riempiono solo 15 giorni l’anno. O magari costruzioni bellissime, ma comunque vuote e impattanti paesaggio. Che le seconde case siano una delle piaghe del turismo montano lo si sapeva da un pezzo. La novità di oggi è che la Svizzera, anzichè rassegnarsi, ha deciso di dire “no” a nuove costruzioni.

L’iniziativa “Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie!” è di origine popolare ed è sfociata in un referendum con il quale è stato chiesto alla popolazione di esprimere un parere sulla decisione di stabilire un limite massimo per le seconde case in ogni paese.

Nella votazione, tenutasi l’11 marzo, il 50,6 per cento degli abitanti ha detto “sì”, nonostante l’indicazione contraria del Governo e del Parlamento: un segnale forte su quanto siano sgradite tali costruzioni dagli abitanti locali, soprattutto nei centri turistici.

Da oggi, quindi, ogni comune potrà avere al massimo un 20 per cento di seconde case sul totale delle abitazioni. Secondo i dati forniti dalla Cipra, molti comuni svizzeri sarebbero già oltre la quota massima. Nei Grigioni il blocco delle costruzioni riguarderebbe già 135 comuni su 176, e nella stessa situazione sarebbero molti centri dei cantoni Vallese, Ticino, Uri e nell’Oberland bernese.

 

 

Info: http://www.cipra.org

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2 Commenti

    1. i cantoni alpini hanno bocciato il referendum! questo dovrebbe far capire che chi vive in montagna forse………

      basta a case da televendita …..quello si!

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