AlpinismoAlta quota

Tre vie nuove nel Khumbu e poi l’Everest: Ueli Steck ci riprova

Ueli Steck (Photo courtesy uelisteck.ch)
Ueli Steck (Photo courtesy uelisteck.ch)

BERNA, Svizzera — Tre vie nuove su tre cime oltre i 6000 metri: la Nord del Cholatse, la nord del Tawoche, la Nord dell’Ama Dablam: tutte pareti di misto ad alta difficoltà, alte dai 1400 ai 1800 metri. E poi l’Everest senza ossigeno. Il fuoriclasse svizzero Ueli Steck è partito in questi giorni per la sfida “Khumbu Express II”, che affronterà nella prima parte con l’americano Freddie Wilkinson e nella seconda con Don Bowie.

Ci aveva già provato l’anno scorso. Ma il meteo gli aveva messo i bastoni fra le ruote e Steck aveva dovuto rinunciare in corsa sia alla Nord del Cholatse, sia all’Everest. Quest’anno ha deciso di ritentare. Il primo obiettivo sono le tre Nord del Khumbu, tra le quali spicca quella del Cholatse (6440 metri), montagna che Steck conosce molto bene per aver compiuto una solitaria mozzafiato quasi dieci anni fa e per aver tentato già due volte di aprire una via nuova, direttissima, sulla Nord.

“Se fosse stato facile scalare le montagne, avrei smesso già da tempo – scrive Steck sul suo sito -. Quella linea sulla Nord del Cholatse è ancora là. E’ ancora possibile. Durante il bivacco in parete, l’anno scorso, Freddie ed io abbiamo deciso di tornare qui con la spedizione “Khumbu Express II”. Nessuna solitaria selvaggia. Siamo orientati verso una scalata di misto molto più tecnica: la Nord del Cholatse, la nord del Tawoche, la Nord dell’Ama Dablam. Una sfida perfetta per il moderno alpinismo di misto, con una filosofia chiara: più veloce sei, più puoi scalare e più veloce ti ritroverai indietro in un posto caldo a bere il tuo caffè”.

“Freddie Wilkinson è un partner ideale – continua Steck. E’ sempre di buonumore e ha il sangue freddo necessario. Non vedo l’ora di scalare nel Khumbu. Non perderemo settimane in un campo base ad aspettare: se il tempo è dalla nostra parte. scaleremo le tre pareti velocemente. Altrimenti, ci sono molte altre cime nel Khumbu. Vogliamo scalare e non gironzolare nella valle: Freddie partirà il 15 maggio per l’Alaska. Io invece resterò nel Khumbu e spero che sarò abbastanza acclimatato per tornare all’Everest. Spero che stavolta il freddo non mi fermi”.

Steck è partito il 5 aprile con Freddie Wilkinson. Dopo il 15 maggio si dirigerà all’Everest con Don Bowie, che ora è impegnato sulla Nord dell’Annapurna. Steck e Bowie avevano tentato di salire l’Everest senza ossigeno anche l’anno scorso, ma avevano dovuto rinunciare quando ormai mancava poco alla cima.

“Ero arrivato al Terzo Step – racconta Steck – stavo bene, ma continuavo a sentire freddo ai piedi. Non era un buon segno. Non voglio sacrificare nessuna delle mie dita per l’Everest. Per un momento ho pensato di chiedere allo Sherpa di respirare 10 minuti di ossigeno, ma così avrei scalato un’altra montagna. Ho deciso di scendere: l’Everest è qui e io posso tornare”.

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