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Alluvioni, frane e smottamenti: più di mezza Italia è a rischio dissesto

BERGAMO — Sono 6.633, l’82 per cento, i comuni italiani in pericolo per il dissesto idrogeologico che coinvolge 2.951.700 ettari di terreno, il 9,8 per cento del territorio nazionale. Più della metà degli italiani vive in aree soggette ad alluvioni, frane, smottamenti, terremoti, fenomeni vulcanici e persino maremoti.

Negli ultimi 80 anni ci sono state circa 5.400 alluvioni e 11mila frane; per tamponare i danni, secondo una studio del Consorzio Universitario del Politecnico di Milano, lo Stato spende oltre 2 miliardi l’anno, ai quali va aggiunto un altro miliardo e mezzo complessivo per gli interventi minori. Una cifra che però potrebbe calare con degli interventi ad hoc. Massimo Gargano, presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (Anbi), spiega che “il territorio italiano ha bisogno soprattutto di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, mirati a ridurre drasticamente i rischi derivanti da eventi meteorologici estremi, ormai sempre più frequenti”.

“L’Anbi -, continua Gargano, – presenta, per il terzo anno la proposta di Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico elaborata sulla base delle indicazioni dei Consorzi di bonifica, che operano sui territori; in tale piano rientrano azioni di adeguamento e manutenzione straordinaria della rete di bonifica idraulica che, a causa delle profonde modificazioni del territorio, non sono più idonee a garantire piena funzionalità. E’ di fondamentale importanza ridurre i fenomeni di dissesto, contenere le frane, sistemare le pendici, regolare i torrenti ed i piccoli corsi d’acqua, adeguare finalmente le opere idrauliche alle condizioni di un territorio profondamente modificato. Il messaggio è chiaro: meno emergenza, più prevenzione.”

Nel 2011 la proposta prevedeva 2.519 interventi immediatamente cantierabili per un importo di 5.728 milioni di euro; nel 2012, gli interventi sono diventati 2.943 per un importo complessivo di 6.812 milioni di euro. Una spesa, certo, che però nelle intenzioni dovrebbe contenere i costi futuri, senza contare il fatto che secondi Anbi ogni milione di euro investito in manutenzione del territorio genera sette nuovi posti di lavoro.

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Un commento

  1. Peccato che quello ritratto in foto sia L’Aiguille Du Dru, situato in Francia e ripreso esattamente da Montrevers che non è decisamente in Italia.
    Saluti
    Francesco

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