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Principe in coma dopo la valanga: in Olanda si parla anche di eutanasia

Il principe d'Olanda Johan Friso con una delle figlie (Photo PA)
Il principe d'Olanda Johan Friso con una delle figlie (Photo PA)

AMSTERDAM, Olanda — Dopo la conferenza stampa ufficiale di venerdì in cui i medici di Innsbruck hanno dichiarato di non sapere se il principe d’Olanda Johan Friso si sveglierà dal coma in cui si trova a causa della valanga che lo ha sepolto sulle nevi di Lech, in Austria, la stampa olandese azzarda ora qualche ipotesi sul futuro dell’uomo. Le possibilità prese in considerazione sarebbero principalmente due: il ricovero in una struttura apposita o il ricorso all’eutanasia.

Le condizioni di salute attuali del principe d’Olanda Johan Friso, in coma dopo la valanga che lo ha travolto venerdì 17 febbraio sulle nevi austriache di Lech, sono state rese note da pochi giorni. Durante una conferenza stampa l’equipe medica che lo ha in cura nell’ospedale di Innsbruck ha dichiarato infatti, che non possono sapere con certezza se e quando l’uomo riprenderà conoscenza.

Il principe Friso sarebbe rimasto sepolto dalla neve senza ossigeno tra i 15 e i 20 minuti e la rianimazione sarebbe durata quasi un’ora. Tempi lunghissimi che potrebbero aver danneggiato irreparabilmente il cervello, portandolo allo stato vegetativo. La famiglia reale starebbe quindi pensando alle sorti del loro congiunto.

Due le possibilità su cui la stampa olandese continua a dibattere. Alcuni quotidiani sostengono che la regina Beatrice, madre del principe, starebbe valutando il trasferimento del figlio in una struttura apposita per i pazienti in coma e la scelta potrebbe cadere o su una clinica di Liegi, in Belgio, o su una nel Regno Unito, visto che il principe e la sua famiglia vivevano a Londra.

Altri giornali invece sostengono che i reali potrebbero ricorrere all’eutanasia, pratica legale in Olanda fin dal 2002. Per la procedura però il principe dovrebbe essere traferito in Olanda poichè l’Austria non prevede la possibilità di somministrare la cosiddetta “morte dolce”.

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