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Hunza, pronti a far saltare il lago: migliaia di evacuati

Lago della Hunza Valley (Photo courtesy of Giorgio Poretti)
Lago della Hunza Valley (Photo courtesy of Giorgio Poretti)

HUNZA, Pakistan – Il lago di Attabad ha le ore contate. Gli argini del grande bacino artificiale formatosi nella Hunza Valley, in Karakorum, a seguito della frana che nel gennaio del 2010 aveva distrutto villaggi e vie di collegamento, minacciando di straripare e travolgere tutto ciò che sorge a valle, verranno fatti saltare con la dinamite il prossimo 28 febbraio. Le autorità stanno facendo evacuare oltre 20.000 persone, ovvero gli abitanti che popolano le rive del fiume nella parte inferiore della valle.

La FWO – Frontier Works Organisation – aveva programmato la distruzione degli argini per il 18 febbraio, ma a causa di alcuni guasti tecnici ai macchinari le operazioni sono state rimandate alla settimana prossima. All’operazione in realtà, si lavora da mesi, ma è questa la prima volta che gli argini vengono fatti saltare.

“L’intenzione è quella di far saltare tutta l’ostruzione che ha creato il lago – spiega Maurizio Gallo, responsabile tecnico delle iniziative EvK2Cnr in Pakistan -. L’obiettivo è ripristinare la Karakorum Highway che era stata distrutta dalla frana e sommersa dal lago. Avevano valutato l’ipotesi di poterla deviare e ricostruire sui pendii che sovrastano il lago, ma sarebbe risultato ancora più pericoloso. Dunque è stato deciso di ricostruirla là dove passava una volta”.

Negli ultimi anni le acque del lago di Attabad, situato nel Distretto pakistano di Gilgit-Baltistan al confine con la Cina, sono state l’unico mezzo di comunicazione per gli abitanti locali, che, dopo aver perso il collegamento stradale completamente sommerso, hanno potuto trasportare merci e persone solo via barca, da una sponda e l’altra. Una condizione di estrema difficoltà se si considera oltretutto, che in questa stagione la superficie è ghiacciata e quindi il bacino non navigabile. Gli elicotteri sono stati utilizzati principalmente come eliambulanze o per trasporti eccezionali, con tutte le limitazioni del caso, dovute alle condizioni meteorologiche.

“Stanno preparando 8 buche per la dinamite – continua Gallo, costantemente in contatto con i suoi collaboratori in Pakistan -. Ne hanno fatte due, poi hanno avuto dei problemi con la scavatrice e quindi non sono certi di riuscire a far saltare il lago martedì, comunque è questione di giorni. Ci si aspetta un’ondata enorme: tutta l’Hunza Valley inferiore verrà evacuata”.

Il Comitato EvK2Cnr, da anni impegnato nella regione montuosa pakistana con progetti di cooperazione internazionale, dopo la frana aveva inviato sul posto una missione di geologi per supportare le attività di monitoraggio del lago e delle montagne circostanti.

“La lunghezza del lago è di circa 25 chilometri per una profondità massima di 100 metri ed un fronte di circa 400 metri – spiega Giorgio Poretti, docente del Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste e ricercatore del Comitato EvK2Cnr -. Facendo i conti a spanne potrebbe contenere 500 milioni di metri cubi d’acqua. A mio parere l’apertura potrebbe anche non produrre conseguenze particolari, visto che è programmata e che siamo distanti dal periodo monsonico, quindi il lago dovrebbe essere comunque in un momento di magra”.

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