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La spaventosa esondazione di Boonji: quando l’Indo cancellò 50 villaggi

Il racconto dell'esondazione di Boonji (Photo courtesy G. Poretti)
Il racconto dell'esondazione di Boonji (Photo courtesy G. Poretti)

ISLAMABAD, Pakistan — Ciò che si prepara ad affrontare la valle di Hunza è qualcosa di difficile da prevedere. Ma che di sicuro fa paura. La storia del Pakistan annovera disastri naturali simili, come l’esondazione di Boonji del 1840, che cancellò decine di villaggi e uccise un numero imprecisato di persone e animali. Ve ne riportiamo il racconto, tratto dal vecchio libro “Where Three Empires: A Narrative of Recent Travel in Kashmir, Western Tibet, Gilgit and the Adjoining Countries” scritto da Edward W. Knight’s e pubblicato da Longmans, Green & Co. nel 1905.

“Boonji” significa “50” nella lingua di queste parti – si legge nel volume -. Questo nome, si dice, venne dato al distretto perchè una volta c’erano 50 villaggi e un considerevole numero di coltivazioni in quella vallata deserta dell’Indo che oggi sorge tra le foci dell’Astor e i corsi d’acqua di Gilgit. La causa della desolazione odierna è senza dubbio una straordinaria alluvione accaduta nel 1840, un esempio eclatante di quanto possano essere enormi le “convulsioni” di Madre Natura in questa regione di grandi montagne”.

“Vicino ad Hattu Pir, nel 1840, un’intera montagna cadde improvvisamente nell’Indo, formando un’enorme diga sul fiume e impedendogli di fuoriuscire. Le acque crebbero per sei mesi dietro questa diga, inondando la pianura di Boonji e la valle di Gilgit, fino a formare un lago molto profondo lungo 30 miglia. Alla fine il lago raggiunse l’altezza della diga, esondò aprendosi una breccia, e con una potenza inarrestabile, l’immensa massa d’acqua si fece largo attraverso la montagna di fronte. L’Indo, di nuovo libero, si riversò a valle e il grande lago venne prosciugato in un solo giorno”.

“Centinaia di miglia più a valle, l’enorme ondata travolse un’intero esercito Sikh accampato vicino ad Attock. La perdita di vite umane e di proprietà nella valle fu impossibile da quantificare”.

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