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Doppio bottino per Kammerlander e Romero in Antartide, saliti il Mount Tyree e il Vinson

Mount Tyree (Photo www.thebmc.co.uk - Damien Gildea)
Mount Tyree (Photo www.thebmc.co.uk - Damien Gildea)

PATRIOT HILLS, Antartide — E’ il primo uomo al mondo ad aver salito tutte le seconde cime della terra Hans Kammerlander. L’alpinista altoatesino è arrivato in vetta ai 4.852 metri del Mount Tyree il 3 gennaio scorso, completando così il suo originale progetto di scalare tutte le Second Seven Summit. Sempre in Antartide, ma questa volta sulla montagna più alta del continente, il Mount Vinson, è stata vetta per Jordan Romero, il 13enne americano che inseguiva da tre anni il record del più giovane uomo ad aver scalato tutte le Seven Summit.

“Penso che attorno al 10 gennaio inizieremo la fase importante, quella più difficile”, aveva detto Kammerlander nell’intervista che ci aveva rilasciato prima di lasciare l’Italia a dicembre, e invece la vetta del Mount Tyree è arrivata prima, già il 3 gennaio, ovvero a distanza di meno di una dozzina di giorni dalla partenza. La montagna, con i suoi 4852 metri di altezza, è la seconda cima più alta dell’Antartide ed è situata a 13 chilometri a nord ovest dal massiccio del Vinson. Scoperta nel 1958, è stata scalata fino ad oggi da sole 7 persone per un totale di 3 vie di salita.

Secondo quanto riferisce il British Mountaineering Council, in cima con Kammerlander c’erano anche gli austriaci Robert Miller e Christian Stangl, quest’ultimo diventato noto alle cronache nell’estate del 2010 per aver “immaginato” di essere arrivato in cima al K2. Stangl si trovava al Mount Tyree perché starebbe perseguendo il suo progetto di scalare Le “Triple Seven Summits”: ovvero le prime, le seconde e le terze cime di ogni continente.

”Hans  ha dovuto superare una parete di ghiaccio vivo di 2.200 metri – ha raccontato il manager dell’alpinista italiano, Sigi Pircher, all’Ansa -. Il freddo era immenso, ma per fortuna in questo periodo dell’anno in Antartide il sole non tramonta mai e perciò Hans non si è mai dovuto fermare durante tutta la salita e la discesa”. Kammerlander nel 2001 aveva salito il K2, la più illustre delle seconde cime della terra e sicuramente la più difficile. Poi sono arrivati il monte Kenya in Africa, il Gora Dychtau in Russia, il monte Logan in Alaska, l’Ojos del Salado, la seconda montagna più alta del Sud America e il vulcano più alto del mondo e infine il Puncak Mandala in Indonesia, salita nell’aprile scorso.

Romero in vetta al Vinson (Photo www.jordanromero.com)
Romero in vetta al Vinson (Photo www.jordanromero.com)

Successo anche per Jordan Romero che quest’anno è riuscito nell’impresa sfuggitagli l’anno scorso: la salita del Mount Vinson nonché il raggiungimento del record del più giovane al mondo ad aver scalato tutte le Seven Summit. Romero e il suo team – composto dal padre Paul, dalla compagna del padre Karen Lundgren e dalla guida alpina americana Scott Wollums – sono arrivati in cima ai 5.140 metri della vetta più alta del Polo sud, da cui dista 1200 chilometri trovandosi all’interno della catena del Sentinel Range, nel giorno della vigilia di Natale, il 24 dicembre scorso.

Il 13enne americano ha iniziato la sua collezione di montagne più alte di ogni continente all’età di 10 anni, mentre nel 2010 è stato il più giovane essere umano in cima all’Everest (fatto che ha suscitato non poco scalpore, vista la tenera età). Ora Romero, sostenuto e ispirato dalla famiglia e dal suo staff, vorrebbe proporsi come modello per i ragazzini americani nella sfida a un sano stile di vita, alimentare e sportivo. “Sono stato in grado si spingere il mio corpo e la mia mente in cima a queste montagne perché ho messo della buona benzina nel mio corpo” avrebbe dichiarato secondo il British Mountaineering Council.

Info: www.thebmc.co.uk – www.jordanromero.com/uncategorized/mt-vinson-summited

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8 Commenti

  1. Bella impresa, notoriamente le Seven Seconds sono parecchio più dure delle sorelle maggiori! Trovo invece un po’ buffo che nella home del sito abbia trovato spazio la giterella di Merelli e Valoti, proprio in mezzo alle imprese di Kammerlander e dei norvegesi in Patagonia. Provincialismo bergamasco?

      1. Non preoccuparti Roberto, so di cosa parlo ed ho un curriculum alpino ed extraeuropeo non inferiore a quello del “grande” Merelli. Mi dispiace solo vedere sul più autorevole sito di montagna italiano simili notiziole di stampo chiaramente localistico. Sull’impresa, vai poi a leggere i commenti all’articolo ad essa dedicato!

        1. allora complimenti al signor cagnaccio k si ritiene un vero alpinista definendo un grande tra virgolette,un alpinista vero k soprattutto non guarda quello k altri fanno…complimenti hans

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