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Pakistan, la corsa contro il tempo per portare cibo e acqua agli sfollati dell'alluvione

Alluvione ai piedi del Karakorum - EvK2Cnr sostiene Aga Kahn Rural Support Programme nella raccolta fondi per dare un tetto agli sfollati
Un'immagine dell'alluvione 2010 ai piedi del Karakorum - EvK2Cnr sostiene Aga Kahn Rural Support Programme nella raccolta fondi per dare un tetto agli sfollati

ISLAMABAD, Pakistan — Le estati 2010 e 2011 sono state due momenti drammatici per la popolazione pakistana. Le alluvioni, le massicce precipitazioni monsoniche, hanno lasciato oltre 20 milioni di abitanti senza tetto e senza le risorse necessarie alla sussistenza. Fiumi straripati, strade allagate, 600.000 ettari di terreni coltivati andati perduti, per non parlare delle tante vittime, di cui il 20 per cento sono stati bambini. Sono trascorsi mesi da quegli avvenimenti, ma l’emergenza non è affatto passata. Se ne occupa sul campo Cesvi, la Fondazione Onlus impegnata in Pakistan nell’ambito del network europeo Alliance2015.

L’ultima alluvione è avvenuta nell’estate 2011 e secondo le stime circa 8-9 milioni di persone sono rimaste senza casa. Secondo quanto riferisce Cesvi, il 72 per cento delle coltivazioni è andato perduto, mentre il 40 per cento dei capi di bestiame sarebbe deceduto: il che vuol dire gravi carenze di cibo per sfollare una popolazione con il costante problema della fame. “Ora l’acqua si sta piano piano ritirando – spiega Pietro Fiore, coordinatore Cesvi in Pakistan -. Tuttavia le persone che lentamente rientrano nei luoghi di origine vivono ancora una situazione drammatica. Il mare di acqua ha lasciato il posto a pozze di fanghiglia stagnante e maleodorante in cui proliferano parassiti e vettori che trasmettono malaria, dengue e colera. La mancanza di cibo e di acqua potabile continuano ad essere il problema principale e in molte zone il terreno inzuppato di umidità non permette di portare gli aiuti con la barca e non è ancora praticabile con camion o trattori”.

Cesvi si occupa della distribuzione di cibo (le cui scorte sono ormai in esaurimento) nei territori del Sindh e del Beluchistan, con il sostegno del World Food Programme anche nel distretto di Mirpur Khas. Grazie all’aiuto della Fondazione Cariverona sta inoltre effettuando la distribuzione di kit igienico-sanitari, cibo e acqua a oltre 1.500 famiglie nel distretto di Tando Muhammad Khan. Il lavoro in Pakistan della Fondazione bergamasca si inserisce nell’ambito del network europeo Alliance2015, con il supporto di Echo – Servizio aiutanti umanitari e Protezione civile della Commissione europea, in collaborazione con le Ong Acted (francia), Concern Worldwire (Irlanda), People in Need (Repubblica Ceca) e Welthungerhilfe (Germanaia).

“Nonostante le difficoltà nell’organizzazione del carico, scarico e del trasporto – continua Fiore -, in pochi giorni abbiamo potuto consegnare a 3500 famiglie un kit di derrate alimentari in grado di garantire un mese di sopravvivenza. L’obiettivo è di raggiungere 10.000 famiglie sfollate. Alle stesse famiglie forniremo assistenza e cibo fino alla fine dell’anno”.

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