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L’Italia protagonista al Polo Nord per la ricerca sullo scioglimento dei ghiacci

La stazione Dirigibile Italia (Photo fi.cnr.it)
La stazione Dirigibile Italia (Photo fi.cnr.it)

NY-ÅLESUND, Norvegia — Si sciolgono i ghiacci al polo e oltre al problema scientifico e ambientale, si apre quello delle nuove rotte marittime che cambieranno nei prossimi anni gli equilibri economici e commerciali di queste regioni del nord. Il Cnr italiano, che studia i “tre poli” della terra – Artide, Antartide e Himalaya – è presente in Artide nelle isole Svalbard con la base “Dirigibile Italia”, dove in questi giorni si è recato in visita l’ambasciatore italiano in Norvegia Antonio Bandini.

La base “Dirigibile Italia” è stituata a Ny-Ålesund, nelle isole Svalbard, nel Circolo polare artico, ed è gestita dal Cnr, l’unico ente scientifico a svolgere ricerca in tutti i ‘tre poli’ del nostro pianeta. La base, che si trova nella località da cui mossero alcune delle spedizioni di Roald Amundsen e Umberto Nobile, è stata inaugurata nel 1997 e fa parte di una comunità internazionale di ricerca a cui partecipano una ventina di Paesi. In questi giorni è arrivato in visita l’Ambasciatore italiano in Norvegia, Antonio Bandini che ha dimostrato grande interesse per le attività di ricerca svolte alla base, importanti sia da un punto di vista scientifico-ambientale, sia da un punto di vista commerciale.

“Il nostro è l’unico ente scientifico in assoluto a partecipare a programmi internazionali nei cosiddetti ‘tre poli’ del nostro pianeta: Artide, Antartide e Himalaya – spiega Enrico Brugnoli, direttore del Dipartimento terra e ambiente del Cnr, che sta accompagnando l’ambasciatore Bandini nella sua visita -. In conseguenza dei rapidi cambiamenti climatici e ambientali, la necessità di studiare in particolare il sistema Artico con un approccio integrato multidisciplinare è sempre più stringente. Come pure quella di sviluppare un sistema osservativo basato su reti di stazioni, supersiti e piattaforme mobili (navi, aerei, satelliti) che copra l’intero circolo polare”.

All’interesse scientifico di queste attività se ne abbina uno operativo. “Il trend di riduzione dei ghiacci nei mari artici osservato negli ultimi trent’anni porterà all’apertura di nuove rotte marittime e cambierà completamente gli equilibri economici e commerciali di queste regioni settentrionali – aggiunge il direttore del Dta-Cnr -. Il Dipartimento è perciò fortemente motivato a consolidare la partecipazione italiana a questi studi, sia attraverso l’ampliamento della base ‘Dirigibile Italia’, sia con un ampio sostegno ai progetti di ricerca che si svolgono all’interno di organismi internazionali”.

Condivide l’ambasciatore Bandini. “Studiare i cambiamenti climatici è una sfida di grande portata, nella quale ogni paese è chiamato a dare il suo contributo scientifico: sarebbe impensabile per l’Italia restarne fuori. In particolare, poi, è essenziale per noi essere presenti nell’Artico nel momento in cui il grande Nord è al centro dell’attenzione politica internazionale su temi fondamentali quali i trasporti marittimi, la tutela ambientale, lo sfruttamento delle risorse energetiche. Il nostro migliore biglietto da visita è mettere a disposizione le nostre competenze e conoscenze, nelle quali il ruolo del Cnr è centrale”.

In quest’ottica, il Cnr compie nell’Artico ricerche di biologia marina e terrestre, studi oceanografici e sismologici, testing di apparecchiature elettroniche per le telecomunicazioni in ambienti estremi, mentre le ricerche di astrofisica e fisica dell’atmosfera trovano a queste latitudini un contesto insostituibile.

Tra le attività previste dal programma estivo attualmente in corso, anche quelle del progetto Snow. “Il nostro obbiettivo principale è la raccolta su lungo periodo di parametri oceanografici” – spiega Stefano Aliani dell’Istituto di scienze marine (Ismar-Cnr) -. L’area marina attorno alle isole Svalbard è probabilmente la più importante delle regioni polari, perché qui l’oceano perde il suo calore a seguito delle forti interazioni con l’atmosfera e il ghiaccio. Per questo motivo è stata realizzata un’infrastruttura di misura permanente all’interfaccia tra oceano e ghiacciai, integrando i dati con quelli raccolti in atmosfera della Climate change tower curata dall’Istituto per lo studio dell’atmosfera e del clima (Isac-Cnr)”. Il sistema ha misurato dati oceanografici in maniera autonoma per un anno ed è stato recuperato in questi giorni. Sono in corso inoltre studi paleoclimatici sui sedimenti marini mediante carotaggi e indagini geofisiche.

L’ambasciatore Bandini oltre a visitare la base italiana, ha seguito le attività sperimentali nelle acque del Kongsfiord assieme ai ricercatori dell’Ismar-Cnr ed è stato ospite delle stazioni norvegese e franco-tedesca.

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