BIRMENSDORF, Svizzera — E’ ormai all’ordine del giorno l’allarme degli scienziati sul ritiro dei ghiacciai e la scomparsa delle nevi sulle Alpi. Di solito, è accompagnato da una preoccupazione generale per il turismo invernale. Ma c’è chi ha trovato il modo di guardare il bicchiere mezzo pieno: sono i ricercatori svizzeri dell’Istituto federale di Ricerca per la Foresta, la Neve e il Paesaggio, che hanno studiato come il riscaldamento climatico potrebbe far aumentare gli afflussi di turisti verso l’alta quota nei mesi estivi.
Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale Climatic Change, è partito dalla constatazione che già oggi si nota un aumento dei pernottamenti in alta montagna durante i periodi di caldo intenso. Questo dato ha portato a prevedere un vero e proprio cambiamento di rotta nelle destinazioni turistiche europee dei mesi estivi, tra giugno e agosto: non più verso il mare e verso il Mediterraneo, ma piuttosto verso il Nord e verso l’alta quota.
Due climatologi del Wsl – Gaëlle Serquet e Martine Rebetez – hanno confrontato le presenze alberghiere di 40 località turistiche Svizzere con le temperature medie estive dello stesso periodo, e hanno trovato conferma di questa tendenza soprattutto per le località montane vicine ai centri cittadini, che consentono decisioni dell’ultimo minuto.
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