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Acqua, ghiacciai e clima: ricerche Share-Paprika in corso ai piedi del K2

Il team di glaciologi Share-Paprika al lavoro in Karakorum (Photo Giampietro Verza)
Il team di glaciologi Share-Paprika al lavoro in Karakorum (Photo Giampietro Verza)

ASKOLE, Pakistan — Da quasi un mese un gruppo internazionale di ricercatori del progetto Share-Paprika, coordinato dal Comitato EvK2Cnr di Bergamo, sta effettuando studi sulle acque, i ghiacciai e il clima in Karakorum (Pakistan). I ricercatori stanno rilevando dati sul Baltoro, uno dei ghiacciai più grandi della Terra (la sua lunghezza supera i 62 chilometri) con lo scopo di descrivere e quantificare le risorse idriche in queste regioni montuose.

Con la missione in corso, in particolare, si stanno acquisendo informazioni sulla quantità di acqua racchiusa nelle gigantesche masse di ghiaccio del Karakorum Centrale e nelle coltri nevose che ammantano i ghiacciai e le montagne che li circondano.

I ricercatori stanno misurando i tassi di fusione del ghiaccio, stanno cartografando il detrito presente alla superficie del ghiacciaio (che modula la fusione del ghiaccio), stanno quantificando lo spessore della coltre nevosa in un ampio settore del bacino superiore e stanno anche descrivendone la stratigrafia e le caratteristiche fisico-chimiche.

Il team – formato da ricercatori italiani (Università di Milano, Politecnico di Milano, ARPA-Lombardia, Comitato EvK2Cnr), tedeschi (Bavarian Academy of Sciences and Humanities di Monaco di Baviera) e austriaci (Università di Innsbruck) – è diviso in due gruppi: uno si dedica alle indagini glaciologiche nel settore di ablazione ed uno invece si è spinto sino a quote maggiori per studiare la copertura nevosa.

Il gruppo che opera a quote inferiori, coordinato da Gianpietro Verza, guida alpina e tecnico EvK2Cnr responsabile delle installazioni ad alta quota nell’ambito del progetto Share, dopo aver raggiunto Urdukas (circa 4022 metri di quota) per dotare di nuovi sensori la stazione meteo automatica qui localizzata sin dall’estate 2004, si è diretto al Circo Concordia, a poco più di 5000 metri, dove ha collocato una nuova stazione meteo, che probabilmente resterà in funzione anche per il prossimo inverno.

Durante la discesa i ricercatori stanno rilevando i tassi di fusione glaciale ed effettuando rilievi radar per misurare lo spessore del detrito che ricopre questo settore del Baltoro. Saranno poi effettuati controlli sugli strumenti già collocati in una missione precedente del Politecnico di Milano per misurare la portata dei corsi d’acqua glaciali.

Il secondo gruppo, coordinato da Chistoph Mayer, ricercatore tedesco esperto a livello internazionale di ghiacciai himalayani, da Concordia si è diretto nel bacino superiore (ghiacciaio Godwin Austen e ghiacciaio Duca degli Abruzzi), dove si stanno effettuando, ad oltre 5400 metri di quota e con un altro georadar, misure di spessore della copertura nevosa. Lì si sta anche procedendo alla raccolta di campioni di neve per effettuarvi analisi isotopiche utili a descrivere la variabilità recente delle precipitazioni solide a queste quote.

L’obiettivo generale è quello di calcolare il bilancio idrologico dell’intero bacino nelle sue varie componenti (acqua di fusione glaciale, acqua di fusione nivale, acqua di precipitazioni liquide) e di modellarne l’evoluzione futura anche con scenari di Cambio Climatico.

Le proiezioni future a medio e lungo termine della risorsa idrica sono di fondamentale importanza per programmare l’utilizzo nel tempo di una risorsa, l’acqua, che in queste regioni ha un’importanza cruciale per la sopravvivenza di decine di milioni di persone. Per raggiungere questo scopo si stanno raccogliendo dati veramente unici (dati meteo fino a 5000 metri, spessore del detrito, spessore della neve, portate dei torrenti glaciali) in un ambiente remoto e di difficile percorrenza.

In laboratorio, inoltre, si stanno analizzando immagini satellitari sempre allo scopo di descrivere la dinamica recente di ghiacci e neve in queste zone. Questa ricerca può davvero contribuire a chiarire lo “stato di salute” dei ghiacciai del Karakorum per i quali le informazioni sono ancora incerte e spesso in contrasto con quanto avviene in altri gruppi montuosi.

Il progetto Paprika afferisce al più ampio progetto Share sempre coordinato dal Comitato EvK2Cnr e si giova della sinergia con il programma di collaborazione Italia-Pakistan denominato Seed. Parte della strumentazione scientifica indispensabile per condurre le ricerche è stata fornita da Codevintec e Trimble Italia.

 

Claudio Smiraglia e Guglielmina Diolaiuti

Il team di glaciologi Share-Paprika al lavoro in Karakorum (Photo Giampietro Verza)
Il team di glaciologi Share-Paprika al lavoro in Karakorum (Photo Giampietro Verza)

La nuova stazione di monitoraggio installata a Concordia (Photo Giampietro Verza)
La nuova stazione di monitoraggio installata a Concordia (Photo Giampietro Verza)

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