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Bufere e tempeste di grandine: milioni di danni, chiesto stato di calamità

Alberi abbattuti (Photo courtesy varesenews.it)
Alberi abbattuti (Photo courtesy varesenews.it)

MILANO — “Uno tsunami di grandine”. Così è stata definita sulla stampa la violenta tempesta che mercoledì sera ha messo a ferro e fuoco le Alpi e le Prealpi, colpendo in particolare la Svizzera, il Piemonte, l’alta Lombardia e il Trentino. Il bilancio è tremendo: migliaia di ettari di colture distrutte, piante sradicate, linee elettriche abbattute, case allagate o scoperchiate e frane sulle montagne che minacciano strade e paesi.

Le raffiche di vento hanno toccato punte di 125 chilometri orari e sia nel Biellese che tra la Brianza e la Valsassina si è parlato di una vera e propria tromba d’aria. I residenti raccontano di sedie e tegole che volavano, le fotografie mostrano immagini impressionanti di case scoperchiate. Secondo quanto riportato da Lecconotizie.com, a Mandello del Lario 6 enormi alberi alti circa 20 metri sono stati sradicati dalla forza del vento. Un’altra pianta si è abbattuta sul locomotore del treno interrompendo la linea ferroviaria. In Svizzera, 60 persone hanno dovuto essere salvate da un treno bloccato nel mezzo di una frana di fango.

Non c’è stata alcuna vittima, ma secondo gli esperti si tratta di una fortuna. I danni si contano a suon di milioni. Nel varesotto è andato perduto il 50 per cento del raccolto, nel comasco anche. In alcune zone del Trentino i chicchi di grandine hanno toccato il diametro di 7 cm e hanno spaccato vetri e distrutto vitigni: sembra che vendemmie pregiate come Marzemino e Muller-Thurgau si compromesse fino al 90 per cento. Nella zona di Caldonazzo le raffiche di vento hanno abbattuto interi filari di melo. La Coldiretti, nelle diverse regioni, sta facendo la conta dei danni per chiedere lo stato di calamità naturale.

“Era come uno tsunami di grandine – ha detto alla stampa Fernando Fiori, Presidente della Coldiretti di Varese -, arrivava da tutte le parti, con chicchi grossi come noci, ha bucato i teli, rotto i vetri, falciato i prati, non ha risparmiato nulla. Non sapevamo più da che parte girarci. Ho sentito al telefono i nostri soci per capire l’entità del disastro, alcuni sono scoppiati a piangere mentre me lo raccontavano”.

“Non ricordo un evento di tale gravità ed estensione – ha detto Tiziano Mellarini, assessore provinciale all’agricoltura di Trento, dopo aver fatto un sopralluogo nella valle dell’Adige -. In poche ore sono stati compromessi il raccolto delle mele e la vendemmia”.

MeteoSvizzera ha anche segnalato una tempesta di fulmini nella zona di Basilea e Costanza: pare che in soli due giorni si sia avuta la stessa quantità di fulmini che in tutto il 2010. A Grenchen sono cadute 48 saette in tre chilometri.

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