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Nuove leggi per la salvaguardia della natura, introdotto il reato penale

Orso
Orso

ROMA — Uccidere orsi, cicogne, linci e qualsiasi specie protetta, animale o vegetale, o distruggere habitat particolarmente vulnerabili, da luglio scorso è reato penale. Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri che ha dato il via libera definitivo a due decreti legge volti a ”incriminare comportamenti fortemente pericolosi per l’ambiente”.

La decisione del Consiglio dei Ministri è arrivata il 7 luglio scorso, ed è in realtà stata presa in conseguenza di due direttive Europee, 2008/99 e 2009/123, che danno seguito all’obbligo imposto dall’Unione europea di ”incriminare comportamenti fortemente pericolosi per l’ambiente”. Così da semplici contravvenzioni si è passati a sanzioni penali e responsabilità delle persone giuridiche.

I decreti leggi sono volti alla salvaguardia delle specie protette e dei luoghi naturali “delicati”: si tratta in sostanza di piante rare, animali in via di estinzione e in generale tutto ciò che rientra nella Lista rossa, ovvero il più grande database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il globo terrestre istituito a livello mondiale nel 1948 e compilato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

La risoluzione del Consiglio dei Ministri in merito ai due decreti volti a colpire i comportamenti dannosi all’ambiente non ha lasciato contente le associazioni ambientaliste.

”Si è persa l’occasione di intervenire adeguatamente e fornire una legge penale efficace a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini” – ha dichiarato all’Ansa il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, lamentando l’introduzione di due sole fattispecie di crimini. Di fatto infatti, nel codice penale sono stati introdotte sanzioni per chi uccide, distrugge, preleva o possiede, fuori dai casi consentiti, esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette, e sanzioni per chi distrugge o comunque deteriora in modo significativo un habitat all’interno di un sito protetto.

”Spesso l’Italia ha ratificato norme nella sua completezza ma poi il tutto è stato vanificato nella loro applicazione” – gli ha fatto eco Massimiliano Rocco, responsabile specie del Wwf Italia ricordando come fondamentale sia fare applicare le leggi e non solo emanarle. Difficile infatti è riuscire a vigilare su tutte le “zone di protezione” italiane: un totale 2.564 siti che ricoprono una superficie pari a oltre il 20 per cento del territorio nazionale.

Secondo Wwf, in base a quanto riferisce l’Ansa, sono oltre 58 mila le specie protette nei nostri Parchi naturali, di cui 56.168 invertebrati, 1.254 vertebrati, 93 mammiferi, 473 uccelli, 58 rettili, 38 anfibi, 473 pesci ossei, 73 pesci cartilaginei. Per le piante, sono 5.600 le diverse specie vegetali, il 50 per cento delle specie europee e il 13 per cento endemiche.

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Un commento

  1. NON TRASCURIAMO DI “EDUCARE”…………..,GIOVANI E VECCHI! SBAGLIO SE DICO CHE SI INCONTRA ANCORA QUALCUNO(MOLTI?) CHE HA PAURA DELLA VIPERA,DEL LUPO,DELL’ORSO,DEI BOMBI,DEI CANI ECC,,,,,,,,,(DIMENTICO I CINGHIALI………)O VA ALLA RICERCA DELLA STELLA ALPINA O DELLA SCARPETTA DI VENERE(A ME E’ CAPITATO DI INCONTRARNE IN MAIELLA)?CIAO,PAOLO.

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