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Sci, a rischio la Coppa del mondo in Italia: colpa dei diritti tv

Cdm sulla pista Saslong in Val Gardena
Cdm sulla pista Saslong in Val Gardena

MILANO — Sei gare delle sette previste sul territorio italiano, per la Coppa del mondo 2011/2012, rischiano di essere annullate. A minacciare quello che sarebbe un evento senza precedenti nella lunga tradizione sciistica italiana, sono gli stessi organizzatori delle gare di di Alta Badia, Cortina, Gardena e Madonna di Campiglio, che si scagliano contro la Fisi e la sua richiesta, – per il prossimo quinquennio – di avere il 45% dei proventi dei diritti televisivi su ogni gara.

La richiesta della Fisi è stata deliberata questa settimana nel corso del Consiglio Federale, e ha acceso gli animi dei comitati organizzatori, che ritengono insostenibile per le loro tasche una percentuale del genere.

Il disaccordo sulla questione, se non risolto, potrebbe anche portare la Fis a cambiare il calendario e assegnare le gare italiane ad altre località estere. All’Italia rimarrebbe solo la discesa libera maschile di Bormio fissata per il 29 dicembre, i cui organizzatori sono stati gli unici ad allinearsi alla richiesta della Fisi.

Gli altri – la discesa libera e il SuperG maschili della Val Gardena il 16 e 17 dicembre; il gigante e lo slalom maschili dell’Alta Badia il 18 e 19 dicembre e la discesa libera e il superG femminili di Cortina d’Ampezzo il 14 e 15 gennaio – rischiano di saltare.

“La richiesta della Fisi rende impossibile l’organizzazione delle gare ai livelli richiesti contrattualmente dalla Fis, dagli sponsor e dalle tv” dicono i comitati organizzatori delle tre località sopracitate, insieme a Madonna di Campiglio che dovrebbe ospitare gare l’anno prossimo. “C’è il rischio di essere cancellati in futuro dal calendario di Coppa del Mondo – si legge nel loro comunicato stampa -. La nostra proposta prevede il 35% (gare femminili) – 40% (gare maschili) dei corrispettivi tv alla federazione. Oltre questa quota non possiamo andare, perché non c’è sostenibilità finanziaria”.

Con una gara soltanto in calendario, l’Italia ospiterebbe meno eventi di Bulgaria e Andorra.

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