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Istruttore Sat muore sulle Dolomiti di Brenta

Rifugio Tuckett e Punta-Massari (Photo veramontagna.it)
Rifugio Tuckett e Punta-Massari (Photo veramontagna.it)

RAGOLI, Trento — E’ stato ritrovato domenica scorsa, nelle Dolomiti di Brenta, il corpo senza vita di un istruttore di alpinismo Sat, membro del Soccorso alpino di Cles. L’uomo, 34 anni, sarebbe caduto mentre scalava la via Cesare Maestri, una classica che raggiunge punta Massari. Sempre domenica è morto un escursionista di 46 anni, precipitando in un canalone sul monte Jof di Fuart, la cima delle Alpi Giulie nel territorio di Tarvisio.

Il primo incidente è avvenuto sabato, anche se il corpo senza vita di Davide Pinamonti è stato ritrovato solo la mattina del giorno successivo. L’uomo, 34 anni, era vigile del fuoco volontario di Tassullo, membro del Soccorso alpino di Cles e istruttore di alpinismo della Scuola Lagorai Cai-Sat di Pergine. Era partito il 25 mattina da casa e aveva raggiunto in macchina passo Campo Carlo Magno: poi da lì era salito in funivia al Grostè, ed era arrivato a piedi al rifugio Tuckett, posto a 2272 metri che sorge ai piedi del Castelletto Inferiore di Vallesinella e della Vedretta di Brenta inferiore.

Secondo quanto riferisce il quotidiano L’Adige, aveva detto al rifugista che stava andando ad arrampicare sulla Cima Massari, la vetta di 2846 metri nel Gruppo del Brenta. Alle 11 si era diretto verso l’attacco della via Cesare Maestri, da dove è fatalmente precipitato per diversi metri.

Alle 9 di sera la famiglia, preoccupata per il suo mancato rientro, ha dato l’allarme. Gli uomini del soccorso alpino si sono subito attivati per cercare il loro compagno di squadra: hanno contattato il rifugista, preso informazioni sul luogo in cui poteva trovarsi, ma il buio ha bloccato le operazioni intorno alla mezzanotte.

Domenica mattina alle prime luci dell’alba le squadre di ricerca sono ripartite e questa volta, intorno alle 5.30, hanno individuato il corpo senza vita di Pinamonti ai piedi della parete, all’attacco della via Maestri. La salma è stata recuperata dal velivolo e composta alla camera mortuaria di Madonna di Campiglio.

Il secondo incidente è capitato invece nelle Alpi Giulie nel territorio di Tarvisio, sullo Jof di Fuart, la cima alta 2.666 metri situata tra la forcella Mosè e l’Alta Madre dei camosci. Un uomo di Gorizia di 46 anni è morto mentre saliva con un amico verso il Rifugio Corsi posto a 1.874 metri: secondo le prime ricostruzioni, avrebbe perso il sentiero e sarebbe precipitato in un canalone per il cedimento della roccia.

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