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Focus acqua e ghiacciai: intervista ad Antonello Provenzale (Isac-Cnr)

Antonello Provenzale presenta i dati di Paprika
Antonello Provenzale presenta i dati di Paprika

BERGAMO — I cambiamenti climatici, i problemi dell’acqua e dei ghiacciai. E l’attività del progetto Share del Comitato Evk2Cnr per il monitoraggio dell’ambiente e dell’atmosfera. Temi di forte attualità, che in questi giorni sono protagonisti dell’Alpine Summer School – corso specialistico estivo del Cnr in Valsavaranche (Aosta). Abbiamo intervistato per voi il professor Antonello Provenzale, coordinatore del Progetto Share Paprika Karakorum del Comitato Evk2Cnr. Ecco cosa ci ha rivelato sui cambiamenti climatici in atto.

 

Professore Provenzale, a che punto sono gli studi di Share Paprika in Karakorum?
Abbiamo finito il primo anno di attività. Sono stati ottenuti diversi risultati. C’è stata una prima missione idrologica in Pakistan del gruppo del Politecnico di Milano. Questo gruppo ha realizzato punti di misura nelle vicinanze di Shigar che verranno utilizzati per analisi successive e determinato la parte finale del bacino per una simulazione idrologica. Quest’estate, poi, ci sarà una spedizione glaciologica del gruppo dell’Università di Milano che farà misure d’ablazione, accumulazione e copertura nevosa intorno al Baltoro. Sono già state analizzate diverse mappe satellitari per determinare la copertura di neve che nel bacino del Baltoro è importantissima, visto che fornisce acqua a vari torrenti e infine al fiume Indo.
Che supporto vi hanno dato le stazioni Share del Comitato EvK2Cnr?
Dal punto di vista modellistico abbiamo analizzato i dati forniti dalle stazione meteoroliche autmotiche sul Baltoro, al villaggio di Askole e al sito di Urdukas. In particolare, abbiamo preso in esame i dati delle precipitazioni e stiamo confrontando le misure ottenute da queste stazioni con le misure fornite sia dai satelliti, sia dai data-set di precipitazioni a scala regionale disponibili in quella zona.
E quanto alla meteorologia?
La meteorologia è una parte importante del progetto Paprika. Stiamo anche caratterizzando la meteorologia delle perturbazioni invernali e l’interazione le perturbazioni in arrivo dal Mediterraneo che giungono fino alla zona del Karakorum, e l’interazione fra queste perturbazioni e il monsone indiano estivo.
Che simulazioni avete eseguito?
Abbiamo anche implementato la parte di dinamica di aerosol nel modello atmosferico globale che si chiama Ecam. Ho fatto diverse simulazioni girandole sul calcolatore del centro calcolo di Roma che ci fornisce le distribuzioni di aerosol che andranno confrontati con i dati satellitari e i dati al suolo. Il modello atmosferico è stato fatto girare anche sui calcalatori del Centro mediterraneo per i cambiamenti climatici per le simulazioni.
E per il progetto Ceop Aegis?
Ceop-Aegis è un progetto di notevoli dimensioni con il quale abbiamo rapporti di collaborazione e discussione abbastanza stretti, perchè ci poniamo sostanzialmente domande molto simili. Ho partecipato al convegno che si è appena concluso a Strasburgo, per presentare i risultati di Paprika. Ceop-Aegis è un progetto europeo dedicato al plateu tibetano. Sono vicini di casa rispetto al progetto Paprika. E’ un progetto che coinvolge molti ricercatori cinesi e indiani ed è dedicato alla disponibilità d’acqua sul plateau tibetano che ha delle caratteristiche diverse, per esempio è molto più arido, rispetto al Karakorum.
Quali sono le particolarità climatiche del Karakorum?
Tutto il terzo polo, costituito da Hindu Kush, karakorum e Himalaya, è importante perchè contiene un’enorme quantità di ghiaccio ed è sorgente dei grandi fiumi come l’Indo, il Gange e il Bramaputra, il fiume Giallo che portano acqua a un miliardo e mezzo di persone. Dal punto di vista meteologico, tuttavia, si tratta di zone molto diversificate. Il Karakorum che si trova al margine ovest di questo polo, è diverso dalle altre zone perchè risente meno del monsone indiano ma più delle perturbazioni che arrivano d’inverno dal Mediterraneo, da ovest e portano neve. I ghiacciai del Karakorum non sono in ritiro, anzi addirittura alcuni sono in avanzamento, ricevono la loro neve d’inverno e poi fondono in estate. L’interazione fra queste perturbazioni che arrivano da ovest e il monsone indiano può portare a fenomeni diversi, comprese anche alluvioni estive quando il monsone indiano riesce a passare nella valle dell’Indo. E quindi si tratta di un oggetto di studio meteorologico assolutamente importante.
E riguardo alla scuola per ricercatori in Valsavaranche?
Dal 1994 l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC) del CNR per cui lavoro, organizza insieme al Laboratorio di Meteorologia Dinamica dell’Ecole Normale Supérieure di Parigi, una scuola internazionale che si quest’anno si svolgerà dal 20 al 30 giugno, presso la sala congressi del Comune di Valsavarenche. Si tratta di una scuola estiva dottorale e postdottorale dedicata ai processi fondamentali della dinamica del clima. Quest’anno avremo una quindicina di docenti che faranno lezione sui modelli climatici, sulle misure idrologiche, sui ghiacciai, sugli aerosol, e una cinquantina di studenti che provengono da tutto il mondo. La scuola durerà 10 giorni e cercheremo di approfondire gli aspetti di dinamica del clima su scala regionale e previsioni climatiche degli impatti dei cambiamenti climatici a scala regionale.

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