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Matteo Della Bordella su The Doors: il video

Matteo della Bordella su The Doors
Matteo della Bordella su The Doors

I Ragni di Lecco Matteo Della Bordella e da Matteo Piccardi su “the Doors”, un 8b a Cadarese, Ossola, uno dei tiri in fessura più belli ed impegnativi del vecchio continente. Aperto a spit è stato ora “liberato” come viene documentato dal filmato ed è proteggibile esclusivamente con protezioni veloci. Ecco il video della salita realizzata poche settimana fa, in stile tradizionale, piazzando nuts e friends durante la salita.

 
Video: Ragni di Lecco

 

 

The doors – Cadarese from RAGNI DI LECCO on Vimeo.

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11 Commenti

  1. Credo che si stia esagerando riguardo a questa ricerca esasperata del trad climbing.
    Sono anch’io un amante delle vie interamente da proteggere e anche dei monotiri dove si possono piazzare le protezioni. Credo che però se quel tiro era stato aperto a spit, allora non era il caso di toglierli per dimostrare di essere così bravi di poterne fare a meno.
    Basta non guardarli e salire il tiro ognuno con l’etica che gli pare, con 12 friend, con 20 nut… come vuoi…

  2. Concordo con Tommy, perchè togliere gli spit? Che senso ha? Bastava non toccare o non usare gli spit presenti è la performance era uguale.

  3. Tommy ha ragione…e inoltre (secondo il mio parere) che senso ha in falesia???? è un modo per rendere ancora più elitario un grado di per sé già da fenomeni…? grandissima prestazione ma non mi trovi daccordo

  4. Concordo con Tommy e Beppe; ormai gli spit erano già stati piantati tanto valeva lasciarli in parete. D’altra parte, l’amico Matteo Della Bordella quale legittimazione avrebbe per togliere gli spit e rendere la via meno sicura agli altri arrampicatori meno esperti di lui???

  5. è una vergogna spittare un tiro del genere. l’ arrampicata è bella perche è fatta di sogni ed emozioni e quello che ti può dare fare un tiro in trad è tutto un altra storia rispetto alla catarpa di spit che privano una linea della sua naturale logica. dovrebbero sequestrargli il trapano hai chidatori e dargli la galera.

  6. Ferg concordo con te sul fatto che avrebbero potuto evitare di spittare, ma anche l’arrampicata è fatta di fasi evolutive. Rimane il fatto che una volta messi sti spit perchè arrogarsi il potere di toglierli. Come ho già detto bastava non usarli.

  7. liberare una via prevede il ripeterla senza progressione in artificiale; basta non “considerare” minimamente gli spit. Su un tiro del genere lo smantellamento delle protezioni può avere un significato puramente “dimostrativo” e, sinceramente, proprio in questo caso, non se ne capisce il motivo.

  8. Dimostrazione-lezione etica. Siamo nel 2011 gli strumenti li abbiamo (intendo anche molte palestre dove allenari per raggiungere una certa preparazione). Dove nn è necessario, niente acciaio ne abbiamo già abbastanza, lasciamo traccia del nostro passaggio il meno possibile su questa terra, siamo ospiti, l’arrampicata ormai a mio parere dovrebbe essere anche concettualmente questo.

  9. Matteo Della Bordella (sul sito dei Ragni di Lecco) ha dichiarato: “Non nego di aver utilizzato gli spit nei miei primi tentativi, cosa che mi ha permesso di risparmiare un po’ di energie e tempo, anche se avrei preferito non trovarli per non cadere quindi nella tentazione di usarli.”
    Ma che razza di etica è questa?

  10. Se quanto affermato è vero, allora siamo davanti ad un gesto di puro egoismo. Come si può pensare d’allenarsi e imparare la via usando gli spit e poi impedire ad altri di ripetere la “stessa esperienza” allenamenti inclusi. E’ un modo distorto di concepire la “pulizia della montagna”.
    Concordo con chi dice limitiamo le tracce del nostro passaggio ma questo dovrebbe valere sul nuovo l’esistente lasciamolo.

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