Share Everest: perché una stazione meteo a quota 8000 metri?
BERGAMO — Oggi, 19 maggio 2011, è una data storica per la scienza italiana. Da poche ore una sofisticata stazione meteorologica fornisce dati in tempo reale sull’atmosfera a 8000 metri di quota, al Colle Sud dell’Everest. La missione, promossa dal Comitato EvK2Cnr e supportata dal Miur, si svolge nell’ambito di Share, uno dei più importanti progetti internazionali di monitoraggio climatico. Ma a cosa serve conoscere i dati meteorologici di quota ottomila? Abbiamo raccolto per voi una serie di spiegazioni, che svelano retroscena e passi futuri di questo affascinante progetto di ricerca.
Share è una rete di monitoraggio globale realizzata dagli italiani del Comitato EvK2Cnr sulle montagne di tutto il pianeta, che ha la sua punta di diamante nella stazione Aws South Col installata stamattina a 8000 metri. L’obiettivo delle stazioni è monitorare l’atmosfera, intercettando anomalie e particelle di inquinanti che sono fra le maggiori responsabili del “global change”.
Ma vediamo di capire meglio di cosa stiamo parlando attraverso uno schematico elenco che raccoglie alcuni dei principali temi su cui Share è impegnato.
All’inseguimento dei Black Carbon – Non solo i gas serra influiscono sul riscaldamento globale del pianeta. C’è anche il black carbon, fuliggine nera di origine antropica che genera le cosiddette “nubi marroni” dell’Asia (Abc). Gli scienziati di tutto il mondo stanno cercando soluzioni, e i dati provenienti dalla cima dell’Everest, proprio nella zona delle Abc sono un’informazione unica e preziosa per i loro studi.
Mercurio, l’ambiente ha un nemico in più – Il nuovo allarme per gli scienziati arriva dal mercurio, un elemento altamente tossico derivato da lavorazioni industriali. L’inquinamento provocato da questo metallo è in netta crescita soprattutto in Asia. Se respirato o inalato,provoca gravissimi danni alla salute. Per tenere sotto controllo le emissioni a livello mondiale, è stato dato il via al progetto Gmos (Global Mercury Observation System). Quaranta postazioni a terra, in cielo e in mare monitoreranno le possibili contaminazioni. La rete di monitoraggio atmosferico in alta quota Share del Comitato EvK2Cnr contribuirà con un sensore in grado di captare il mercurio nelle masse d’aria che si spostano sopra il Centrasia. Il monitoraggio verrà eseguito presso Nepal Climate Observatory Pyramid, a 5.079 metri nella valle del Khumbu.
Scioglimento dei ghiacciai – I ghiacciai himalayani sono a rischio. L’allarme ha ormai fatto il giro del mondo. Ma qual è il ritmo al quale si scioglieranno, e quale sarà l’effettiva disponibilità di acqua nei prossimi anni per le popolazioni della zona? Gli studi di Share cercano di rispondere anche a questa domanda, attraverso il progetto italo-francese Paprika.
Quando gli inquinanti arrivano dalle case: ricerca medica nella Valle dell’Everest – Non c’è solo l’atmosfera sotto la lente del progetto di monitoraggio climatico Share, da quest’anno ha aperto il campo delle indagini alla medicina ambientale, con una interessante ricerca della dottoressa Annalisa Cogo dell’Università di Ferrara sull’inquinamento indoor nei villaggi nepalesi, prodotto da stufe e camini, e sugli effetti sul sistema respiratorio e cardiovascolare degli abitanti della valle dell’Everest.
Studiare le Brown Clouds, che mettono a rischio le coltivazioni di mezzo continente – Si chiamano “ABC” – Atmospheric Brown Clouds – e sono grosse nubi marroni composte da aerosol e particelle inquinanti. Sono concentrate nei cieli del Sudest asiatico e impediscono alla luce solare di raggiungere la superficie terrestre, cambiando il clima e i cicli naturali. Terreni più secchi, meno precipitazioni e meno raggi solari: ovvero, un grande danno per le coltivazioni nonché meno cibo per le popolazioni dei Paesi più popolosi della terra.
Quando Brown Clouds provocano il cancro e malattie ai polmoni e al cuore – Le Atmospheric Brown Clouds sono composte di inquinanti altamente pericolosi per la salute umana. Le particelle di inquinanti sono infatti dannose sia direttamente per gli organi umani, sia indirettamente, perché influenzano la bontà dell’acqua e dell’agricoltura. Gli effetti delle ABC possono essere letali: cancro, malattie polmonari, bronchiti e disturbi cardiovascolari interessano infatti la popolazione esposta alle Brown Clouds.