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Gorilla di montagna uccisi dai virus umani

Un gorilla di montagna
Un gorilla di montagna

BERGAMO — I virus umani infettano i gorilla di montagna. Secondo quanto emerso da uno studio pubblicato sulla rivista Emerging Infectious Diseases, i primati che vivono nelle aree protette degli altipiani dell’Africa Centrale, tra Ruanda, Uganda e Repubblica Democratica del Congo, sarebbero stati colpiti da alcune malattie umane, in particolare da patologie respiratorie.

I gorilla di montagna, o gorilla beringei beringei, sono ad elevatissimo rischio di estinzione, non solo per le guerre civili che si svolgono nei luoghi dove vivono, ma a quanto pare, anche per le malattie diffuse dagli uomini. I gorilla sono ormai ridotti a poche centinaia di individui suddivisi in due popolazioni che vivono, una nel Parco nazionale impenetrabile di Bwindi, in Uganda, e l’altra in una piccola zona situata lungo il confine di Uganda, Ruanda e Repubblica Democratica del Congo.

Secondo la ricerca, iniziata nel 2009 e resa nota lunedì 28 marzo dalla rivista Emerging Infectious Diseases, pubblicazione dell’americano Centers for Disease Control and Prevention, sarebbero ad oggi almeno due gli esemplari uccisi da malattie respiratorie trasmesse dall’uomo. Lo studio infatti ha seguito una colonia di gorilla in Ruanda dove si è verificata un’epidemia: sono stati colpiti da tosse e raffreddore 12 esemplari e di questi, una madre adulta e un piccolo, sono morti.

L’analisi dei tessuti dei due animali ha dimostrato che il virus che li ha infettati è un metapneumovirus umano. La femmina adulta sarebbe morta di un’infezione secondaria di polmonite, mentre il cucciolo sarebbe nato da un’altra madre che mostrava anche lei sintomi di una patologia respiratoria.

La ricerca è stata eseguita dal Mountain Gorilla Veterinary Project, dall’Università della California di Davis, dal Center for Infection and Immunity della Columbia University, e dal Rwanda Development Board. Mike Cranfield, direttore del Mountain Gorilla Veterinary Project e veterinario dell’Università della California di Davis, avrebbe espresso serie preoccupazioni sul fatto che certe nostre malattie possano attaccare i gorilla, privi degli anticorpi necessari a fronteggiare le infezioni. Il rischio è peraltro proporzionale all’aumento dei contatti tra i gorilla di montagna e gli uomini, in crescita negli ultimi anni, anche a causa del turismo.

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