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Motori su sentieri di montagna, il Cai Bergamo riapre la polemica

Moto in montagna (Photo quotazero.com)
Moto in montagna (Photo quotazero.com)

BERGAMO — Una lettera aperta a tutti gli enti e le istituzioni competenti per porre fine, una volta per tutte, al passaggio dei mezzi motorizzati su mulattiere e sentieri di montagna. Se le leggi che regolano i transiti infatti esistono, tanti sono i trasgressori, così il Cai di Bergamo ha raccolto lo scontento di molti frequentatori della montagna per chiedere vigilanza e provvedimenti adeguati. Abbiamo accolto l’appello e abbiamo intervistato alcuni dei diretti interessati per valutare la questione dai diversi punti di vista. Si tratta di un’ampia inchiesta nella quale abbiamo interpellato il Corpo Forestale dello Stato, il Parco delle Orobie Bergamasche e il Sindaco di Clusone, che abbiamo tentato di contattare più volte e di cui attendiamo risposta a breve. Abbiamo poi voluto dare eco alla risposta ufficiale della Federazione Motociclisti italiani, intervenuta sulla questione in difesta della categoria.

La lettera è indirizzata alla Provincia, alla Prefettura, alla Asl, all’Arpa, a Legambiente e al WWF di Bergamo, all’Ufficio della Motorizzazione Civile, alla Regione Lombardia, alla Comunità montane bergamasche e al Parco delle Orobie. Tutti gli enti in sostanza, interessati al problema del transito dei mezzi a motore sulle montagne.

“Da anni ormai – si legge nel comunicato della sezione bergamasca del Club Alpino italiano -, i frequentatori della montagna bergamasca, alpinisti, escursionisti, sportivi e turisti, segnalano e documentano ripetuti incontri e testimonianze del passaggio di motocross e mezzi motorizzati e dei gravi danni conseguenti del loro transito su numerosi sentieri, itinerari e mulattiere del nostro territorio provinciale. Nonostante la Legge Regionale 5 dicembre 2008, n. 31 all’art. 59 comma 3 affermi che ‘Sulle strade agro-silvo-pastorali, sulle mulattiere e sui sentieri è vietato il transito dei mezzi motorizzati, ad eccezione di quelli di servizio e di quelli autorizzati in base al regolamento comunale di cui al comma 1’, i sentieri rientranti sia nel Parco Orobie Bergamasche, nel Parco dei Colli di Bergamo e nelle Aree Protette, sia quelli esterni ad esse, sono spesso frequentati dai motociclisti e da altri mezzi meccanici non di servizio e non autorizzati”.

Il passaggio dei veicoli a motore dove non consentito comporta una serie di problemi di diversa natura. Prima di tutto di tipo tecnico, procurando danni in particolare su terra battuta e con fondo bagnato. Poi di tipo ambientale, con la distruzione di flora e vegetazione oltre al disturbo sempre estremamente nocivo alla fauna, in particolare nei periodi di riproduzione. Infine provocano problemi di sicurezza per coloro che frequentano la montagna a piedi, da escursionisti a ciaspolatori a chiunque altro.

“Tutte le Sezioni e Sottosezioni del Cai della Provincia di Bergamo – continua quindi la lettera -, sollecitate anche da numerose segnalazioni e proteste di cittadini, sulla base degli indirizzi del Cai nazionale sull’utilizzo dei mezzi meccanici in montagna, tra i quali il documento approvato dal Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo in data 15 luglio 2006, dopo attenta e ponderata riflessione interna invitano e sollecitano fermamente gli enti competenti a realizzare un’adeguata segnaletica su percorsi di montagna vietati al traffico delle moto; a svolgere efficaci controlli del transito dei mezzi motorizzati non autorizzati su sentieri, fuori strada e mulattiere; a ricercare le soluzioni più idonee per impedire i rischi alle persone e limitare il negativo impatto ambientale del fenomeno, anche attraverso lo studio e la creazione di aree e percorsi adatti alla pratica dell’intero sport del fuoristrada”.

“Invitano poi a realizzare fattivi interventi per ridurre i pesanti danni sui sentieri e tracciati di montagna – conclude il comunicato del Cai di Bergamo -, che vanificano il faticoso lavoro svolto da centinaia di volontari per il mantenimento dell’intera rete sentieristica bergamasca al servizio di tutti; a contribuire tangibilmente alla gestione, manutenzione e promozione dell’intero capitale sentieristico bergamasco, affiancando, sostenendo e integrando l’indispensabile lavoro dei volontari e a sviluppare interventi di sensibilizzazione che possano concretizzarsi anche in una campagna permanente di educazione, rispetto e promozione dell’ambientale, del territorio e dell’intera rete sentieristica della Provincia di Bergamo”.

La posizione del Cai sulla questione del transito dei veicoli a motore in montagna era stata espressa chiaramente ancora nel sopraccitato documento nazionale approvato il 15 luglio 2006. Il testo, pur sottolineando una ragione anche etica al divieto di utilizzo dei mezzi motorizzati, accettava tuttavia dei distinguo e invitava alla creazione di luoghi appositamente deputati.

Non solo infatti, si riconosceva necessaria una distinzione tra chi i veicoli a motore li utilizza in quanto abitante e lavoratore di montagna, ma anche si stabiliva lecito individuare delle aree in cui permettere agli appassionati di sport montani a motore di praticarli. Relativamente alle tipologie di strade inoltre, ricordava che per legge, se sentieri e strade agro-silvo-pastorali sono vietate ai motori non autorizzati, è lecito invece il transito sulle strade pubbliche.

Nel complesso la posizione del Cai trova d’accordo i diversi Enti che abbiamo interpellato sulla questione. Ma ciascun punto di vista identifica cause e aspetti diversi. Se per esempio, per il Corpo Forestale dello Stato esistono problemi di scarsità di personale, nonché mancati regolamenti che per legge dovrebbero redigere i Comuni, il Parco delle Orobie Bergamasche lamenta invece l’assenza di coordinamento tra le parti.  La Federazione dei Motociclisti italiani invece sottolinea come non solo in montagna ci sia spazio per tutti, anche per gli amanti dei motori, ma anche come le moto siano sempre più ben accette tra gli abitanti stessi.

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21 Commenti

  1. i sentieri di montagna ormai sono diventati quasi come le piste da motocross, perlomeno qui sulle montagne a nord di Varese dove scorazzano liberamente anche sulle mulattiere più belle, distruggendole. (soprattutto quando vanno in salita). Normalissimo esempio di inciviltà italica.

  2. Avete mai provato a chiamare la forestale? Un giorno nei pressi del passo San Marco (Orobie) era presente un nutrito gruppetto di motociclisti con moto “trial”, diretti al Lago Pescegallo –che hanno tranquillamente raggiunto– abbiamo chiamato la forestale e sapete la loro risposta?? -state attenti a non dire niente perchè è facile “prenderle”… La Forestale, almeno per quanto dettato dalla mia esperienza, è solo brava a dare multe ai vecchietti che raccolgono due porcini, poi non fa nulla se “quelli” del posto ne raccolgono 7-8 kg al giorno nei giorni migliori… Per il resto non si muovono nemmeno a implorarli!

  3. Concordo con Otto.Anche nel Lecchese c’è un aumento di incontri con trialisti e crossisti…..il mondo civilizzato è ormai pieno di strade,lasciateci in pace con i motori almeno nella natura

  4. propongo di iniziare una raccolta di firme per impedire ai mezzi motorizzati di percorrere i sentieri, nel frattempo, mettiamo degli ostacoli tipo massi o piccoli tronchi facili da superare a piedi ma in modo che chi ci passi im moto debba scendere e toglierli, mettiamoli ogni 100 mt ad esempio e vediamo chi si stufa prima, oppure un bel masso o una catena all’imbocco di ogni sentiero e nei suoi punti critici, la tranquillità ed il silenzio della montagna e della sua fauna selvaggia vanno difesi a tutti i costi e sempre

  5. scusate una cosa…ma voi amanti della montagna siete sicuri di non inquinare?
    come arrivate ad esempio all’imbocco di questi sentieri?…sicuramente il più vicino possibile con la vostra bella macchina, molte volte una macchina per una persona o al massimo 2 persone…e magari anche con un bel SUV che va tanto di moda ed inquina 100 volte una moto da trial o enduro (le moto da cross sono un’altra cosa e vengono utilizzate in campi chiusi e dedicati!).
    Per non parlare poi delle carte o lattine sparse per i sentieri, residui dei vostri spuntini…vi assicuro che non sono certo di persone che vanno in moto ma di camminatori come voi che fanno di tutto pur di non portare a valle i propri rifiuti (carte o lattine nascoste sotto i sassi….)

    …e la pulizia dei sentieri di montagna? non ho mai visto una persona del CAI e tanto meno un frequentatore della montagna come voi a pulirli…di gente che li frequenta in moto si!
    ricordatevi che la montagna è di tutti e va rispettata da tutti, partendo da chi la frequenta in moto ma soprattutto anche da chi la percorre a piedi perchè non per questo è esonerato da qualsiasi atteggiamento!

    in merito alla raccolta di firme è già stata fatta qualche anno fa prorio dallo stesso CAI ed il sondaggio ha visto prevalere il pro per l’accesso delle moto sui sentieri di montagna.

    è troppo facile inveire e dare contro ai motociclisti ma non fare niente a favore della montagna e dei sentieri.

    pace e bene

  6. …mi sembra veramente inutile iniziare a fare la gara a chi inquina di più , a chi sporca lasciando rifiuti, a chi urla e fa più rumore di un motore a 2/4 tempi ( e come la mettiamo con la puzza di sudore di chi cammina in salita rispetto all’”odore” dei gas di scarico delle mota da trial ??). Il problema è che vanno rispettate le regole !! Certo, qualcuno dovrà rinunciare a percorrere in moto sentieri che ormai si dava per scontato fossero percorribili senza alcuna limitazione, ma questo fa parte del “gioco”; ho sempre pensato che questo genere di rinunce rientrano in quel “senso civico” che ha sempre caratterizzato gli abitanti delle piccole comunità montane, quel rispetto per il proprio territorio che ha permesso in tante altre regioni uno sviluppo turistico ottimale, in perfetta simbiosi con la tutela dell’ambiente alpino. Perché non rendere possibile questa “crescita” anche in bergamasca !!?? Proviamo per un attimo a dimenticare le nostre passioni sportive ed a considerare le valli ed i monti che frequentiamo come ambienti nei quali siamo ospiti e non “mezzi” attraverso i quali riusciamo a praticare le nostre “discipline”!

  7. Siamo un gruppo con moto da trial che da anni frequenta anche gare ecc… ci occupiamo della pulizia manutenzione dei sentieri della nostra zona da molti anni senza profitti , aiutiamo la protezione civile a pulire e sistemare altre cose in zona , la cosa + sconcertante è pulire dove passano “gli amanti della montagna silnziosa” quello che lasciano è a dir poco deplorevole. impariamo ad amare la montagna in modo diverso , ovvio che il brutto e cattivo lo si trova anche nei motociclisti , ma impariamo prima di tutto a distinguere le moto , molte (TRIAL) rovino molto meno di un semplice temporale , e fanno meno rumore delle vostre carte e sacchetti di plastica lasciati perterra.
    e ci sarebbero molte altre cosa da scrivere , ma l’ottusità di certe persone fa vedere sempre a senso unico.
    Saluti

  8. Concordo con Andrea …
    non ho mai visto nessuno del CAI mettere a posto un sentiero, invece motociclisti che tagliano rami caduti, spostano massi pericolanti o tengono aperti certi passaggi togliendo i rovi quello sì ….
    ogni tanto saliamo con gli zaini vuoti per andare a ripulire il bosco di lattine, cartacce, bottiglie di plastica e quant’altro i verdi ecologisti camminatori lasciano dietro al proprio passaggio ……..
    quanto allo spostare saii, sicuramente vi stancate prima voi, noi ci siamo abituati ……

    saluti

  9. bhe… come in ogni categoria ci sono i motociclisti con cervello.. quelli che quando ti incontrano rallentano e salutano o non sgasano in salita (da noi nel cuneese cene sono tanti) e quelli deficienti che ti sorpassano e poi danno gas rischiando di tirarti addosso pietre e farti male..(cene sono molto pochi). poi ci sono gli escursionisti che sporcano.. che lasciano di tutto di piu’ sui sentieri..(pochi). che vanno a caminare ma se avessero un cingolato li troveremo su alle croci…(tanti…)
    occorre usare la testa in entrambi i casi.. vietare la montagna alle moto è assurdo secondo me…
    se ci son dei tratti che son diventati campi da cross si contatta i proprietari dei boschi e si fà mettere una catena… se non la rispettano è violazione di proprietà e non chiami la forestale ma la polizia…
    e per gli escursionisti che sporcano non pochi euro ma multe da 200-300 euro… e piu’ facilità a tutti per diventare quardie ecologiche… cosi’ piu’ controlli…(gratuiti che son tutti volontari e via)…
    ps… io sono un mountain biker (e c’è gente del CAI che non vuole che superiamo i 1500 di quota perchè roviniamo)…. un escursionista.. uno scialpinista.. un motociclista.. un parapendista…
    tutto si puo’ fare con testa e rispetto….

  10. Il fatto é che o si é civili e toleranti o non lo si é. L’Italia é piena di gente che col trial trasforma ogni uscita in montagna in una “campagna di raccolta rifiuti” spesso lasciati da camminatori senza alcuna coscienza ambientale e che mantiene sentieri che altrimenti si perderebbero con beneficio di tutti ! Non ne posso più di sentire posizioni demagogiche cariche di pregiudizi ! Chi ama sinceramente la montagna (che può essere vissuta in molti modi) collabora e si confronta costruttivamente ! Dio ci salvi da coloro capaci solo di lanciare anatemi a chi non vive la montagna come la vivono loro !

  11. Sulle nostre montagna sono presenti miglia di sentieri non più praticabili perché abbandonati da tutti l’ enti preposti a fare manutenzione …….. in altri per la loro durezza ad essere percorsi non troviamo mai escursionisti a piedi o muontainbike ……. ma solo appassionati con moto che spesso rendono agibile il percorso con le proprie mani …… con il rischio di essere denunciati ……..
    Sappiamo bene tutti che molti sentieri non hanno usura con il passare delle moto ….. mentre altri
    si, quindi perché vietare tutto ?
    Quindi se si volesse ognuno avrebbe la possibilità di passare qualche ora in montagna per dare sfogo alla sua passione …….. senza essere di intralcio agli altri …….
    Per ogni “categoria” ci sono elementi da allontanare ……. come nelle moto chi percorre proprietà private recando danno….. anche nell’ escursionismo a piedi ci sono gruppi che lasciano traccia del loro passaggio …… come cartacce o residui di merende ……. altri usano la loro “giornata della natura” per disfarsi di olii o sostanze scomode presenti in casa ….. quindi nessuno si faccia meraviglia dell ‘a altro …… se il danno c’è la colpa è di tutti ……….
    Il ridicolo della situazione è che spesso chi si lamenta sono quelle persone che vanno in montagna solo il fine settimana …… mentre chi la vive la montagna perché è residente capisce queste cose e sa chi veramente porta danno al territorio …..

  12. Polemica vecchia questa…d’altronde il problema è insito nel modo di pensare del CAI e di molti appassionati di montagna certi di essere gli unici preposti all’accesso dei sentieri di montagna.Quasi fosse di loro proprietà esclusiva.Quasi un elite.Poco importa se fino all’imbocco del sentiero ci sono arrivati con automobili percorrendo strade che hanno devastato territori.Poco importa se in cima alla montagna c’è un bel rifugio del CAI magari costruito in abuso edilizio e certamente non a norme ASL…e poco importa se questi in nome della montagna ci guadagnano soldi.Poco importa se gli escursionisti lasciano lattine e cartacce…magari raccolte da contadini che per raggiurgere la propria baita usano una moto.Poco importa se quel sentiero è tenuto pulito proprio da quelli della moto…e che sono i primi a salire in sella per correre a spegnere un incendio magari appiccato da qualche escursionista in vena di pic-nic…
    RISPETTO.Ecco cosa serve…ma non solo su sentiero di montagna.Quello dev’essere alla base della vita civile.Non è certo un tesserino con scritto CAI a fare di un individuo una persona “Rispettosa”…
    Saluti
    Un motociclista

  13. @Andrea e Franco:

    io ho appena speso due week end a tracciare e rendere agibile un sentiero, il semplice fatto che voi riusciate a riconoscere un sentiero CAI (senza malizia : siete sicuri di sapere cosa sia?) significa che ci si fa manutenzione.
    La maggior parte delle tracce in cattivo stato semplicemente non sono sentieri ufficiali, o non lo sono più, probabilmente chi va in moto cercando gli itinerari più interessanti si imbatte più spesso in queste tracce.
    Poi c’è un po’ di confusione su di chi siano i sentieri e chi ne debba fare la manutenzione. I sentieri non sono del CAI bensì dello stato, il quale è ben felice di lasciare gratuitamente la gestione e la responsabilità della messa in sicurezza di alcuni di essi ad una associazione di volontari (questo punto lo avete afferrato?).
    Vi invito a prendere contatto con una sezione Cai della tua zona e prendere informazioni su cosa devono o non devono fare per mantenere agibili le tratte che gli sono state assegnate, sicuramente apprezzerrebbero enormemente la tua collaborazione perchè c’è sempre carenza di braccia.Potresti renderti conto di non esserti reso conto di quale impegno sia necessario.Ed inoltre lavorare in un contesto organizzato è senz’altro più produttivo per un’incombenza del genere, potrebbe giovarne anche la vostra attività.

    Personalmente sono infastidito e non poco dal rumore di un motore che rimbomba per un’intera vallata (allo stesso modo in cui mi dava fastidio subire il fumo delle sigarette al ristorante prima della legge Sirchia), ma sopporto i motociclisti dove è consentito loro transitare.Dove è esplicitamente vietato li considero degli incivili fuorilegge.

    P.S. non capisco questa mania di discutere attribuendo alle diverse categorie di persone caratteristiche arbitrarie come ‘possedere un SUV superinquinante’, ‘lasciare sacchetti di plastica ovunque’, è più utile tenersi all’essenziale: andare da A a B in moto o a piedi e conseguenze per il bene comune.

  14. Caro Federico, ti dirò solo 1 paio di cose: non tutti i motori di motocicletta fanno il rumore che dici te, prendine atto e considera positivamente quelle che non ti possono dare il fastidio che lamenti.
    I sentieri c’erano ancor prima che i volontari del cai andassero con pennellino e vernicetta a pittare pietre e alberi, si sono formati nei secoli al passaggio di uomini, animali e mezzi.
    Facciamo che te ne dico tre: non è per questione di categorizzare le persone, io personalmente non ho mai visto un motoalpinista con trial (ed è ora che ci si renda conto della differenza che c’è fra trial, cross, enduro) buttare una carta a terra, hanno il loro zainetto e sono rispettosi dell’ambiente e ci mettono dentro i loro scarti, mentre sempre quando levano quelli che sono arrivati a piedi trovo qualcosa che devo mettere nel mio zaino e portare alla spazzatura a valle.

    Con affetto,
    un montanaro.

  15. Quoto Federico ed aggiungo:
    il CAI non solo è il primo ente che si occupa della manutenzione fisica dei sentieri, ma è anche l’UNICO che si occupa di provvedere ad un’adeguata segnalazione degli stessi (segnavia, cartelli indicatori…) e ad un accurato lavoro di catalogazione e diffusione della conoscenza (cartografia, manualistica…).
    In una regione fortemente antropizzata come la nostra, diventa assolutamente fondamentale e di buon senso preservare alcune aree dal rumore e dall’inquinamento non solo per evitare fastiti agli altri frequentatori umani, ma anche e sopratutto per il rispetto dovuto alla fauna di questi luoghi. Non ha senso discutere a chi inquina di più, non lo si deve fare e basta: questo riguarda sia chi inquina abbandonando sacchetti o altro, sia chi inquina transitando con veicoli a motore in aree protette.
    Nel caso specifico delle Orobie l’attenzione deve essere ancora maggiore perchè si tratta di un parco regionale definito tale per la sua ricchezza e fragilità naturalistica.

  16. Caro David, tu dici: “Non ha senso discutere a chi inquina di più, non lo si deve fare e basta”.
    Ti porgerò solo 1 paio di domande:
    tu non inquini?
    sicuro?

    Con affetto,
    un montanaro.

  17. carissimi motociclisti, il gioco di “inquini anche tu quindi non puoi dire niente” è un’emerita cavolata, scusatemi il termine, e denota una evidente mancanza di argomentazioni serie. Ovvero, mi sembra che qui quasi tutti i motociclisti tendano a porre l’accento su fattori assolutamente secondari, attaccando alla cieca per nascondere l’evidente verità, cioè che TUTTI dovremmo tendere ad uno stile di comportamento che elimini il più possibile l’inquinamento e l’impatto negativo. Qualcuno ha parlato di rispetto: bene, mi sembra che andare a piedi su un sentiero sia evidentemente più rispettoso della fauna e della flora, del silenzio e delle altre persone che ci camminano, piuttosto che andarci in moto. Che poi ci siano imbecilli irrispettosi sia tra i motociclisti che tra i pedoni che tra i bikers, questo mi sembra assodato, ma non stiamo parlando di questo.

  18. Affettuosissimo montanaro,
    la funzione dei segnavia (la vernicetta), delle tabelle ,dei numeri dei sentieri, è di creare una chiara corrispondenza tra il mondo reale e le cartine topografiche in modo che chi non conosce le zone vi si possa orientare, esattamente come le indicazioni stradali.
    Rappresenta l’aspetto più caratteristico ma è il meno gravoso.
    Quei segni rossi e bianchi sono convenzioni, tra l’altro internazionali , non sono il marchio del Club Alpino Italiano (ignoro se il CAI abbia un colore ufficiale, mi pare di no).
    Non sono mica una testimonianza di fede o di appartenenza (come madonnine e croci di vetta) sono segnali stradali.
    Riferendomi alle tue parole, è vero che i sentieri si sono formati (e sono stati costruiti ) nei secoli col passaggio di uomini e mezzi, è anche vero che le cose non sono più come una volta, e spesso i sentieri secolari vanno in rovina perchè non ci sono più i montanari, gli uomini e i mezzi di una volta che ne facciano la manutenzione.
    Ci vogliono pochi anni perchè le cose scompaiano.Anche se sono secolari.
    Spero di aver evitato possibili fraintendimenti

    Con affetto anche da parte mia.

  19. Caro Giovanni, il secchio è 1 solo e tu vorresti chiudere un forellino da spillo su di un fianco che dici esce acqua quando a questo secchio manca il fondo.
    “TUTTI dovremmo tendere ad uno stile di comportamento che elimini il più possibile l’inquinamento e l’impatto negativo” esatto hai detto giusto, ma non è completo, aggiungiamo che ognuno deve iniziare a fare la sua parte senza aspettare che inizi l’altro e senza dire all’altro cosa deve fare prima di fare il proprio.

    Con affetto,
    un montanaro.

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