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Soccorso alpino Valcamonica, aumentano gli interventi nel 2010

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Elisoccorso in azione

BRENO, Brescia — Nel corso dell’anno passato sono state soccorse 201 persone contro le 185 del 2009. Questi i dati della V Delegazione Bresciana del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico, che tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2010 ha operato 179 interventi: la maggior parte per salvare escursionisti incorsi in cadute.

I dati sono stati resi noti il 21 febbraio scorso a Breno, durante l’annuale conferenza stampa di presentazione delle attività di soccorso svolte durante il 2010 dai tecnici della V Delegazione Bresciana del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico. Secondo i registri, la maggior parte degli interventi sono stati svolti in Valle Sabbia (45), a cui seguono quelli verificatisi nella zona di Breno (35) e di Ponte Di Legno (33). Meno numerosi gli incidenti in Valle Trompia (20), nel territorio di Edolo (16) e del Temù (12), in Media Valle (11) e infine quelli operati dalla stazione Extra V Delegazione.

Delle 201 persone soccorse, 85 sono state ritrovate ferite lievemente, 47 in modo grave, 44 illese, 24 decedute e uno disperso. Su 179 interventi complessivi, oltre la metà ha richiesto l’aiuto dell’elisoccorso (108), per un totale di 138 interventi dell’elicottero e l’impiego di 598 soccorritori più 135 uomini del 118 elisoccorso.

La maggior parte delle persone soccorse stava facendo escursionismo (71), a cui seguono gli sciatori in pista (28). Una dozzina i feriti sul lavoro, una decina quelli in incidente stradali, a cui seguono i cercatori di funghi (9). Più basse le cifre per scialpinisti (7), ciclisti (5), cacciatori (4), residenti in alpeggi (4), alpinisti (3), sciatori in fuoripista (3) e rocciatori (1).

La stragrande maggioranza di incidenti in montagna, rilevata dalla V Delegazione Bresciana del Soccorso alpino, avviene per caduta (71). Seguono malori (29), o incidenti particolari (17), scivolate (11) o incapacità (9). Inferiori i casi di interventi per valanga (7), perdita orientamento (7), precipitazione (6), sfinimento (5), ritardo (5) o scontro (4).

“Nel corso degli anni possono esservi oscillazioni particolari – osserva Valerio Zani, vicepresidente nazionale e responsabile di Zona – spesso legate anche ai fattori climatici, alla frequentazione più o meno numerosa della montagna o a elementi che andrebbero analizzati di volta in volta. La montagna, nel senso più ampio del termine, da un po’ di tempo a questa parte è davvero molto frequentata e di conseguenza, anche per un meccanismo squisitamente matematico, l’aumento dei numeri porta in proporzione a un maggior numero di incidenti, senza per questo intendere che esistano pericoli particolari o situazioni difficili. L’invito è comunque sempre rivolto all’accortezza”.

Inoltre, grazie a un progetto nato da un accordo tra il Soccorso Alpino e il Dipartimento della Protezione Civile, le Unità Cinofile della V Delegazione bresciana hanno iniziato ad utilizzare i cani molecolari “bloodhound” nelle ricerche di persone scomparse. Un grande aiuto in uno degli ambiti del soccorso che richiede un impegno sempre maggiore.

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