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Parchi eolici sulle Alpi, brusca frenata: il Brennero sarà un'eccezione
BOLZANO — Ventidue torri eoliche, alte quasi 100 metri, sorgeranno a breve sul crinale di confine del Brennero. Altre 9 sorgeranno al passo Sandjoch, oltre duemila metri di quota, sempre sul territorio italiano al confine con l’Austria. I due progetti, molto discussi per l’impatto sul paesaggio e sulle rotte migratorie degli uccelli, sembrano però destinati a restare soli in Alto Adige: la giunta provinciale ha decretato nei giorni scorsi che il territorio bolzanino resterà “eolico free”.
La notizia che il più grande parco eolico delle Alpi, e quello a più alta quota, stia per sorgere sulle Alpi italiane vicino al Brennero, adiacente alla zona di tutela paesaggistica “Nösslachjoch-Obernberger See-Tribulaune”, ha suscitato diverse polemiche. Si parla di sette chilometri di crinale occupati dalle torri, dove soffia tutto l’anno l’Alpine jet, un vento costante, in grado di garantire una buona produzione di energia elettrica.
Il parco avrà quindi un enorme impatto ambientale che non piace nè ai cittadini, nè agli ambientalisti, nè ai club alpini. Il timore generalizzato è quello di una diffusione incontrollata di questi impianti, classificati sì come energie rinnovabili, ma con un impatto molto invasivo sull’ambiente e molti interrogativi sulla produttività nelle valli alpine.
Lunedì, però, la Giunta provinciale di Bolzano ha messo in chiaro le cose: il Brennero sarà un’eccezione e il territorio altoatesino resterà “eolico free”: pale e rotori avrebbero un impatto troppo devastante sul territorio che deve restare a vocazione turistica. Secondo quanto riferito alla stampa, la Provincia ha deciso di chiarire le cose dopo aver ricevuto un’allarmante numero di domande di autorizzazione per nuovi impianti.
“Il progetto del Brennero rientra nel più ampio programma del cosiddetto Corridoio verde previsto lungo l’asse del Brennero – ha detto Durnwalder -. Si tratta di un progetto che combina energie rinnovabili e trasferimento del traffico dalla strada alla rotaia. L’impianto del Brennero, che comunque dovrà essere verificato e approvato in via definitiva, si sviluppa su una superficie relativamente piccola, non sarebbe eccessivamente visibile e risulterebbe accessibile grazie a una strada militare già esistente. Ma uno sviluppo dell’eolico su tutto il territorio rischia di avere un impatto eccessivo sul paesaggio”.
A Malles, per la verità, esiste già un parco eolico che però verrà smantellato fra 5 anni. Ma nuovi progetti di questo tipo, per la produzione di energia pulita, verranno probabilmente limitati all’area del Brennero e della Val d’Isarco, dove verrà realizzato anche un impianto di produzione di idrogeno per i veicoli.
E’ veramente sconcertante che si realizzino simili impianti che sono molto costosi , molto impattanti e poco produttivi.Strano che proprio in Alto Adige-Sudtirol ,indubbiamente un territorio ben gestito e fino ad oggi all’avanguardia dal punto di vista dell’attenzione all’ambiente , vengano autorizzate queste strutture in quota .
Bel dilemma … inquinamento è anche di paesaggio? Possibile che il risparmio energetico nn possa evitare un tale scempio?
siamo alle solite , vogliamo utilizzare tutte le moderne tecnologie ( che consumano energia ) ma non vogliamo
impianti per produrre energia , forse non usando le pale eoliche potrebbero installare una bella centrale a carbone , o meglio una centrale ad olio combustibile , cosi non si rovinerebbero i crinali ! non parliamo poi del nucleare !
tutti vogliamo energia , ma vogliamo che la produzione non avvenga nei nostri territori , i disagi se sono di altri territori non ci disturbano , il nucleare francese o svizzero non ci turba , pero’ l’energia da loro la importiamo . non sarebbe meglio diventare autonomi con energie pulite ?
i parchi eolici non sono forse meglio dell’inquinamento di aria , acqua e terreno causato da altri generatori ?
la nostra coscienza ecologica deve essere meno opportunista e piu’ pratica .
Sabato 12 febbraio sono salito insieme ad un centinaio di sci alpinisti sul Hoher Lorenzen per manifestare il dissenso al progetto del parco eolico. Sulla cima, priva di vento sono intervenuti i rappresentati delle varie associazioni alpinistiche AVS, ÖÄV DAV e Club Arc Alpin. Essi hanno spiegato che sono previsti 31 impianti, ciascuno alto quasi 100 metri, per produrre energia. E questo in una terra, che già oggi produce il doppio del suo fabbisogno. Una zona già intensamente sfruttata rischia di trasformarsi, per il profitto di pochi, in un rumoroso distretto industriale proprio al centro di uno dei più importanti corridoi per la migrazione degli uccelli d’Europa. La distruzione del paesaggio non è causata solo dagli impianti, ma anche dalle strade d’accesso, larghe 5 metri, che sarebbero poi trafficate dai mezzi pesanti. In questo modo si annullerebbero tutti gli sforzi fatti per un turismo sostenibile»
CON LE SUPER SOVVENZIONI CHE SI RICEVONO DALLO STATO CENTRALE CI SI PUO’ PERMETTERE DI FARE I “DIFFICILI”. SE FOSTE UNA REGIONE A STATUTO ORDINARIO NON CREDO CHE AVRESTE FATTO LA STESSA SCELTA