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Alemanno: ecco come combattere l’abbandono e ridare vita alle montagne

Gianni Alemanno al convegno Cnr (Photo C. Valletti courtesy of Cnr)
Gianni Alemanno al convegno Cnr (Photo C. Valletti courtesy of Cnr)

ROMA —  Contrastare l’abbandono delle montagne incentivando l’economia locale e l’interattività. Valorizzare, e pagare, le risorse prodotte in montagna, come l’acqua. Creare un marchio di qualità europeo per le produzioni montane e promuovere un turismo diffuso, non concentrato su poche grandi località. Questi i passi fondamentali per lo sviluppo sostenibile della montagna dettati da Gianni Alemanno, che ieri pomeriggio ha concluso la sessione di lavori del convegno “La ricerca italiana a supporto delle politiche per la montagna”, tenutosi ieri a Roma presso il Consiglio nazionale delle ricerche.

Alemanno, sindaco di Roma ed ex ministro delle Politiche agricole e forestali del quinquennio 2001-2006, è intervenuto nella fase di chiusura del convegno in cui si sono alternati interventi di ricercatori, imprenditori, rappresentanti di enti locali e pubblici che, ognuno dal suo punto di vista, hanno dato voce all’appello per l’avvio di un ‘Programma nazionale di ricerca per la montagna’ che favorisca la ripresa e lo sviluppo dei territori d’alta quota. Tra gli altri, hanno partecipato tra cui Erminio Quartiani, presidente del Gruppo amici della montagna del Parlamento e Agostino Da Polenza, presidente del Comitato Evk2Cnr.

“Come ex ministro e come persona che per passione e per cultura segue la montagna da molti anni – ha detto Alemanno – noto che l’impasse della montagna, prima concettuale che politica e sociale, è davvero molto forte ma non si è ancora riusciti a produrre un risultato politico effettivo. Il tema era, e resta, quello di evitare un intervento sulla montagna in chiave puramente assistenzialistica, in un momento di carenza di risorse pubbliche e difficoltà strutturali. C’è un’evidente migrazione verso grandi aree metropolitane dove ci sono maggiori possibilità di lavoro e investimento e una tendenza alla desertificazione delle aree montane che va combattuta, ma se la strada è l’assistenzialismo è una battaglia persa”.

“La sfida è quella di creare un modello che sia innanzitutto culturale, poi sociale e infine economico – ha detto il sindaco di Roma -. Vediamo ovunque resistenza verso l’abbandono della montagna e meccanismi inversi di nuovi investimenti. Questa è la base è culturale, la concezione di un modo di essere, da cui bisogna ripartire per attrarre risorse sociali e anche economiche in montagna”.

Alemanno ha poi dettato una “ricetta” in quattro punti per creare un modello di sviluppo sostenibile della montagna che possa davvero essere efficace.

“Il punto di partenza – ha detto Alemanno – è quello di contrastare desertificazione e abbandono delle montagne come scelta di priorità economica. Bisogna capire che la migrazione verso le aree urbane a lungo termine crea costi maggiori, problemi sociali e problemi urbani. Mantenere una presenza di persone, insediamenti produttivi ed economici equilibrata e diffusa sul territorio, incentivando l’interattività, è un investimento di estrema importanza. Cedere all’abbandono significa cedere all’incuria, al dissesto idrogeologico. Interventi d’emergenza costano più che una cura costante”.

“Il secondo punto è la valorizzazione delle risorse montane – ha detto Alemanno -. Risorse fondamentali come acqua, aria, energia elettrica devono essere preservate e pagate al luogo dove sono prese, captate. Ad esempio l’acqua non è mai adeguatamente pagata ai luoghi che ne sono fonte, cito il caso di Roma verso Rieti ma ce ne sono tanti altri. Bisogna riconoscere il valore di queste materie prime”.

Il terzo tema riguarda la qualità produttiva. “C’è un oggettivo riscontro della maggior qualità delle produzioni montane – ha detto Alemanno -. Bisogna tornare all’idea del marchio di qualità per le produzioni agroalimentari effettuate oltre una certa quota, che hanno valori nutritivi molto diversi da quelle effettuate in pianura o in aree metropolitane. Questa necessità nasce dall’esigenza del consumatore di distinguere, con certezza, le produzioni di montagna, anche per poter chiedere un sovrapprezzo. Produrre in montagna, in chiave artigianale, costa di più, ma il pubblico è disposto a pagare se la qualità è certificata e comunicata. E questo è un tema comunitario, non solo nazionale: si tratta di ottenere a livello europeo una certificazione che garantisca il prodotto tipico di montagna. E per farlo è necessario un supporto scientifico di base”.

“L’ultimo punto riguarda gli aspetti turistici e sportivi delle montagne- ha detto Alemanno -. Bisogna intervenire su tutta la montagna, non solo quella nota e famosa, altrimenti si valorizzano solo pochi grandi nomi che finiscono per avere gli stessi problemi di urbanizzazione e concentrazione delle risorse che ci sono in città, mentre a due valli di distanza c’è la montagna desertificata. Bisogna spalmare l’interesse e l’attrattività economica su un’area più ampia: questa è la grande sfida”.

In sostanza, secondo Alemanno, bisogna andare con decisione verso un modello sostenibile di sviluppo che non solo è possibile, ma soprattutto necessario, creare.
“Vorrei sottolineare che la sostenibilità non deve essere una considerazione morale – spiega il sindaco di Roma – che blocca il modello economico: bisogna portare la sostenibilità dentro nel modello economico. Deve essere una condizione imprescindibile, come effettiva capacità di trovare una nuova armonia tra la presenza dell’uomo e l’equilibrio ambientale. Solo allora tutte le politiche per l’antropizzazione del territorio saranno agevolate”.

“La sostenibilità – ha concluso il sindaco – è la chiave per far uscire la montagna dalla marginalità e renderla protagonista di un sistema economico in equilibrio con l’ambiente. Se riusciamo a creare una tendenza culturale, una consapevolezza, una capacità d’azione in grado di comprendere che dalla salute, dalle montagne deriva la salute della comunità nazionale e internazionale, allora forse non ci sarà neanche bisogno di una legge quadro”.

I vertici del Cnr hanno apprezzato molto l’intervento di Alemanno, impegnandosi a promuovere un sistema di studi e ricerche fondati sulle esigenze che vengono dalla montagna, ritenuto all’unanimità fondamentale come punto di partenza per lo sviluppo sostenibile del territorio.
 
“Il Cnr è lieto di promuovere una ricerca che sia fondata sui bisogni, sulle aspirazioni e sulle priorità che vengono dal sistema montagna – ha detto Luciano Maiani, presidente del Cnr – che si concretizzi nella stesura di un “libro verde”, idea uscita dal convegno odierno. Le chiavi saranno sviluppo sostenibile, valorizzazione aree meno sviluppate e produzioni agricole e problema dell’abbandono. Pensiamo di procedere insieme agli enti locali e alle imprese per un’azione efficace che esca dalla logica assistenziale ma proponga nuovi modelli di sviluppo”.

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