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Orso polare, l’estinzione si può ancora evitare

Orso polare
Orso polare

LONDRA, Gran Bretagna — L’orso polare si può ancora salvare. Lo dice una ricerca scientifica statunitense pubblicata sulla prestigiosa rivista “Nature”, secondo cui la minaccia di estinzione del bianco mammifero del Polo nord sarebbe abbastanza lenta da permettere cambiamenti di rotta per salvarlo. Attraverso una politica di restrizione dell’inquinamento ambientale, i ghiacci dell’Artide potrebbero infatti sciogliersi più lentamente e di conseguenza anche l’animale potrebbe sopravvivere più di quanto preventivato in precedenza.

Il pronostico precedente a cui reagisce il nuovo studio, è quello emerso dalla ricerca realizzata nel 2007 da un team del United States Geological Survey. L’analisi non lasciava speranze, e stabiliva l’estinzione dell’orso polare in brevissimi tempi, visto che già per il 2050 prevedeva la scomparsa dei due terzi della popolazione globale di questa specie.

Le cause dell’estinzione venivano ricondotte ai cambiamenti climatici, allo scioglimento dei ghiacciai e all’emissione di gas serra. Secondo la ricerca esisterebbe una soglia di riduzione dei ghiacci oramai inevitabile, che una volta superata comporterebbe l’estinzione degli orsi bianchi.

Secondo il nuovo studio invece, condotto da un team di studiosi e ricercatori di diversi Atenei ed enti di ricerca americani, al rallentamento dei fenomeni di riscaldamento globale, possibile grazie ad oculate politiche ambientali di riduzione di Co2, corrisponderebbe un direttamente proporzionale rallentamento del processo di estinzione dell’orso bianco.

Una riduzione del riscaldamento climatico infatti, porterebbe a una minore riduzione dei ghiacci per la quale, di conseguenza, gli orsi potrebbero sopravvivere oltre il secolo, in un numero maggiore e su un’area più estesa di quanto previsto. E poiché gli orsi polari sono le sentinelle dell’ecosistema marittimo dell’Artico, e nel loro habitat si prefigurano i futuri cambiamenti globali, la mitigazione dei gas serra non solo migliorerebbe le condizioni degli orsi stessi ma anche avrebbe effetti benefici ben oltre l’area dell’Artico.

info: http://www.nature.com/nature/journal/v468/n7326/full/nature09653.html

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