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Pieve di Cadore: sopprimere l'elisoccorso? Scoppia la polemica

Intervento del Suem - Pieve di Cadore
Intervento del Suem - Pieve di Cadore

BELLUNO — “Tagliamo quello che non serve. L’elisoccorso di Pieve di Cadore, per esempio”. E’ scoppiata la bufera, a Belluno, per le dichiarazioni del direttore dell’Usl di Feltre Bortolo Simoni che ha proposto di sopprimere l’elisoccorso di Pieve di Cadore per ripianare i buchi della sanità locale. La cosa ha fatto indignare i dirigenti del soccorso e i sindaci del territorio, che minacciano una mobilitazione generale nel caso queste dichiarazioni dovessero trovare un qualche riscontro ufficiale.

L’elisoccorso bellunese venne creato oltre vent’anni fa dal Cnsas e dal responsabile del Suem (Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica) 118, che unirono le rispettive risorse e competenze per garantire un servizio capace di far fronte alle urgenze in montagna come in città. L’elicottero in dotazione compie centinaia di interventi l’anno, ma qualcuno ne mette in dubbio l’utilità e pensa che rinunciare a questo servizio possa far risparmiare soldi preziosi.

“Sì e no l’eliambulanza compie un intervento al giorno – ha detto Simoni, direttore dell’Usl di Feltre, al Gazzettino -. Non possiamo permetterci di tenere un mezzo aereo fermo e il personale con le mani in mano in attesa di una chiamata”.

Queste frasi, apparse sul giornale di sabato 27 novembre nell’ambito di un’inchiesta sulla sanità regionale, hanno scatenato il finimondo. Il primo ad esprimere la propria indignazione è stato Fabio Bristot, delegato provinciale del Cnsas di Belluno. “Come la maggior parte dei lettori del Gazzettino – dichiara Bristot – e certamente dell’intera totalità delle 15.518 persone soccorse in ogni condizione dal Servizio di elisoccorso bellunese, anche io sono rimasto amareggiato, deluso, quasi incredulo dalle certezze di Simoni”.

“Numeri alla mano – prosegue Bristot -, le missioni degli ultimi tre anni sono state 1.025, quindi quasi 3 missioni per giorno di operatività e non “a stento una al giorno” come ricordato da Simoni. Ma al di là di questi numeri, che vanno rapportati ad altri parametri quali caratteristiche del territorio, viabilità e mobilità, residenzialità turistica, si deve sapere che solo con il Servizio di elisoccorso un cittadino di Livinallongo del Col di Lana o di Sappada può arrivare in Ospedale in tempi accettabili per essere salvato. Diversamente rischia la vita. Invito Simoni a chiedere scusa al “personale che con le mani in mano in attesa di una chiamata”. C’è del personale Suem/Cnsas/Piloti che putroppo ricordo ogni giorno: non dormiva, non girava i pollici, ma credeva a tal punto nel proprio lavoro da essere per questo morto”.

Proprio nei giorni scorsi le stazioni del Soccorso Alpino Dolomiti Bellunesi e il Suem di Pieve di Cadore hanno presentato ai sindaci e ai consiglieri Regionali un’istanza perchè il servizio di elisoccorso venga potenziato.

“Attualmente l’elicottero è in servizio solo per 12 ore al giorno – spiega Bristot -, ciò significa che se si verifica un’urgenza alle otto del mattino dovrà intervenire l’elicottero da Trento o Bolzano, con inevitabile allungamento dei tempi tecnici. Ci batteremo perchè questo potenziamento avvenga presto e il nostro servizio sia allineato agli altri. A Bolzano sono in servizio già 3 elicotteri, a Trento 2 e il servizio è garantito per oltre 16 ore al giorno”.

A sostenere la linea di Bristot c’è anche il vicepresidente del consiglio regionale del Veneto, Matteo Toscani, che oggi è intervenuto duramente sulla questione condannando le ipotesi azzardate da Simoni.

“Simoni si limiti a fare il direttore generale dell’Ulss di Feltre – ha aggiunto Toscani – cosa che gli riesce piuttosto bene, evitando di sconfinare in considerazioni che spettano unicamente alla politica. Simili sparate rischiano di nuocere alla qualità del confronto e soprattutto al territorio. L’elisoccorso è essenziale per la nostra montagna. Le razionalizzazioni e le ottimizzazioni sono indispensabili, ma non possono in alcun modo depotenziare il sistema sanitario. Incontrerò il governatore Luca Zaia e gli illustrerò il progetto del Suem e del Cnsas. Credo che, anche in un momento di crisi, la Regione Veneto possa trovare le risorse che servono per prolungare il tempo di operatività dell’elicottero”.

Insomma, i delegati del Cnsas sono sul piede di guerra e chiedono sostegno a tutti, autorità locali, residenti e semplici appassionati di montagna. “Tutto il Soccorso Alpino è pronto alla mobilitazione generale – avverte Bristot – se queste tesi sul Servizio di elisoccorso e tutte quelle che prevedono tagli alla stessa organizzazione del Cnsas dovessero trovare una qualche forma di riscontro ufficiale. La montagna è stufa di chinare capo e schiena. Ora basta davvero”.

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