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Miss Oh all'Ims: non mi importano le polemiche. Ho il sostegno di Messner

ims - congress donne e montagna
Ims - congress donne e montagna (Photo Lorenza Crotta)

BRESSANONE, Bolzano — “Non mi importa di quello che dicono gli altri. Io vado avanti per la mia strada”. Con queste parole Oh Eun Sun, prima donna a salire i 14 ottomila, ha commentato oggi le polemiche alla sua impresa durante il Congress “Le donne e la montagna” tenutosi all’Ims di Bressanone. Ottenendo, forse a sorpresa, anche un certo sostegno da Reinhold Messner. L’incontro, sapientemente diretto dalla giornalista e alpinista Kay Rush, è però andato oltre la polemica per affrontare alcuni dei temi più “scottanti” dell’alpinismo femminile: dalle sue difficoltose origini agli odierni rapporti con gli sponsor, dalla scelta di avere dei figli alla competizione con gli uomini sulle grandi pareti della terra.

“Io non posso essere un giudice – ha detto Messner – questa non è una questione di vincita. Ogni salita va valutata di volta in volta. Non si può dire che Miss Oh ha usato sempre l’elicottero perchè anche le altre lo hanno fatto. Forse posso dire che mi piace di più la Kaltenbrunner perchè non ha mai usato l’ossigeno. Ma in montagna ognuno dev’essere libero di dire quello che ha fatto. Qui si sta andando oltre i limiti”.

Questa la posizione di Messner sulle contestazioni al primato di Miss Oh, che secondo molti non avrebbe effettivamente raggiunto la cima del Kangchenjunga, la terza montagna più alta della terra. Una posizione che ha sorpreso molti, dato il passato alpinistico di Messner, segnato da uno stile intransigente. Ma che ha riscosso successo presso altrettanti, secondo cui l’alpinismo è ben altro rispetto a questa polemica, che ora sarebbe meglio abbandonare.

“In Corea una donna di solito si sposa e poi cura i figli – ha detto Miss Oh -. Io ho 44 anni e non sono sposata. Non mi ritengo un modello, ho solo fatto ciò che ho voluto. Ma mio malgrado, nel mio paese sono diventata un’eroina per le donne. Gli alpinisti uomini a volte mi dicono, ma così piccola, così gracile, come fa ad andare sugli ottomila. Eppure è così. Sono felice di essere qui perchè è un riconoscimento della mia posizione e perchè mi sento come nell’Olimpo, vicino a Messner che io considero come un dio”.

Le “competitors” di Miss Oh, purtroppo, non erano presenti. Edurne Pasaban, attesa all’Ims, non è riuscita ad arrivare mentre Nives Meroi ha dovuto andare via nei giorni scorsi per motivi familiari. Gerlinde Kaltenbrunner, che con la Meroi è l’unica ad aver salito tutti gli ottomila fatti senza ossigeno, ha però lasciato i suoi commenti tramite video messaggi.

“Io non amo la competizione – ha detto la Kaltenbrunner – non mi sono mai piaciuti gli sport competititivi. Per questo motivo probabilmente mi sono dedicata all’alpinismo: è un’esperienza forte, ma solo mia. Vado in Himalaya e Karakorum per scalare, per vivere le montagne. Voglio fare i 14 ottomila, voglio farli in un certo modo e rispettando un certo stile. Questo è il motivo per cui scalo, il resto è contorno”.

Oh Eun Sun condivide, in parte, il pensiero della Kaltenbrunner, ma d’altro canto ringrazia Edurne Pasaban e le sue colleghe per la “gara” di cui erano protagoniste quando lei ha scalato il suo quinto ottomila. “Loro erano a quota 8 o 9 – ha detto Miss Oh – se non ci fossero state loro non so se avrei intrapreso la corsa ai 14 ottomila. Sono state uno stimolo per me, ho pensato: chissà se riesco a riuscirci per prima. E ci ho provato con tutta me stessa”.

Kay Rush ha condotto l’incontro però ben oltre questo tema. Ha fatto una panoramica dell’alpinismo femminile, nato con imprese come quella di Marie Paradis, la prima donna a salire il Monte Bianco il 14 luglio 1808. O di Miriam O’Brien Underhill che negli anni venti aprì una via nuova sulla Torre Grande di Lavaredo e compì diverse prime sul Monte Bianco. Fu lei la portabandiera del “manless climbing”, cioè dell’alpinismo soltanto femminile, che visse in prima persona scalando il Cervino, per la prima volta, senza supporto maschile.

Un inizio difficile, dominato da problemi di discriminazione, che però ha aperto la strada ad un mondo straordinario, vissuto da  donne di talento come Cathrine Destivelle, Wanda Rutkiewicz, Lynn Hill e altre, che oggi dovrebbe ha bisogno di essere scoperto e crescere. “Noi siamo diverse dagli uomini – ha detto Gerlinde Kaltenbrunner -. Loro vogliono salire a qualsiasi costo e spesso non colgono i segnali del corpo. Mi è capitato spesso di vederli andare oltre il limite. Noi donne abbiamo più intuito”.

Diversi temi “scottanti” dell’alpinismo femminile sono stati discussi con Miss Oh, con la giornalista Eva Maria Bachinger, l’autrice Ingrid Runggaldier e l’assistente di Miss Hawley, l’alpinista Billi Bierling. La competizione fra donne, la scelta di non avere figli che accomuna la maggior parte di queste alpiniste, le differenze con gli uomini, il rapporto  con sponsor e media, l’etica del racconto.

Siete curiosi di saperne di più? Continuate a seguirci su Montagna.tv: presto un videoservizio e due interviste esclusive, a Kay Rush e Miss Oh vi regaleranno molte sorprese.

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3 Commenti

  1. la verità è che, non c’è ancora nessuna donna che ha salito tutti i 14 ottomila. punto.
    adesso lei a la spagnola sono le prime. ma verranno offuscate dalla prima donna che le salirà tutte senza ossigeno e in stile alpino.

  2. CONDIVIDO PIENAMENTE QUANTO ASSERITO DA NICOLA; MA VORREI AGGIUNGERE CHE
    SALIRE CON L’ AUSILIO DELL’ OSSIGENO E’ COME USARE SOSTANZE DOPANTI.
    MI DISPIACE MOLTO CHE NIVES MEROI ABBIA AVUTO PROBLEMI DI SALUTE CON IL SUO AMATISSIMO ROMANO, PERCHE’ QUASI SICURAMENTE SAREBBE STATA LEI LA REGINA DEGLI 8000

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