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Dal demanio ai comuni: il prezzo del Monte Cristallo è 250mila euro

Il gruppo dolomitico del Monte Cristallo
Il gruppo dolomitico del Monte Cristallo

BELLUNO — Il prezzo è stato fissato. Risibile rispetto al valore inestimabile di un patrimonio dell’umanità. Ma il federalismo demaniale e le sue storture attribuiscono un prezzo anche alle Dolomiti.

Nessuna persona sana di mente, come ovvio, può pensare che le cime delle Dolomiti possano essere messe in vendita. Magari a qualche facoltoso hollywoodiano in cerca di notorietà oppure a qualche magnate russo o cinese pronto a costruire lassù un bel resort. Solo che fa una certa impressione vedere nella lista dei beni demaniali che lo Stato trasferirà ai comuni anche montagne e paesaggi che “sono” il nostro territorio.

E così ecco il Monte Cristallo – gioiello delle Dolomiti, 3.221 metri d’altezza, veduta panoramica su Cortina d’Ampezzo – in prezzo da saldo, a partire da 259.459 euro. Prezzo base, ovviamente, perché se volessimo restare a questo “teatrino dell’assurdo” il prezzo di mercato sarebbe 10 volte più alto.

E se il Cristallo dovesse essere ritenuto troppo caro, basta sfogliare il corposo catalogo messo in rete dall’agenzia del demanio e andare, in alternativa, sulle Tofane che costano 175.707 euro.

I Comuni giurano che mai nella vita venderanno questi patrimoni ambientali per ripianare bilanci che piangono.  Tutt’al più si procederà alla dismissione e alla vendita di ex caserme ed edifici storici, forse qualche spiaggia, di certo qualche isola. Ma che Paese è quello che, almeno sulla carta, è disposto al mercimonio geografico, pronto a vendere quanto di più bello gli è stato regalato da un’invidiabile posizione?

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