CORTINA, Belluno — Uno scialpinista di Mezzo Lombardo, Paolo Squeri, è morto ieri a soli 26 anni travolto da una valanga sulla Tofana di Rozes, a Cortina. Squeri era partito ieri mattina insieme a altri due amici trentini dal rifugio Dibona per raggiungere la cima della Tofana con gli sci.
Stando a quanto trapelato, i tre non hanno seguito le indicazioni di sicurezza fornite dal bollettino valanghe di Arpav. Indicazioni che dicevano di concludere le discese al primo mattino per evitare il cedimento della crosta nevosa superficiale.
Secondo la ricostruzione dei fatti, intorno alle 11 gli escursionisti sono arrivati a Punta Marietta dopo aver percorso la strada a sinistra invece della tradizionale a destra. Proprio in quel momento si è staccata la valanga a causa della neve troppo bagnata.
Il distacco è avvenuto tra il primo spigolo e la cengia che porta al rifugio Giussani. Il giovane di Mezzolombardo è stato subito travolto e trascinato nel canalone. Mentre gli amici, che si trovavano più in alto rispetto al punto di distacco della valanga, sono rimasti praticamente illesi.
I due si sono subito attivati per cercare aiuto ma i cellulari non funzionavano. Uno dei due è sceso e ha incontrato alcuni scialpinisti ceki che gli hanno prestato il telefono per chiamare il soccorso alpino.
Gli stessi scialpinisti sono accorsi sul luogo per portare aiuto, ma del ragazzo nessuna traccia.
Sul posto sono intervenuti due elicotteri: uno del Soccorso Alpino di Cortina, l’altro dell’Air Service Center. Ventisette i soccorritori impegnati nel tentativo di recupero. Fra cui uomini della Guardia di finanza di Cortina, di Auronzo e del Cnsas di Cortina con unità cinofile.
Il corpo di Squeri è stato ritrovato a 2500 metri di quota: 100 metri a valle rispetto al punto di distacco della valanga.
Il luogo impervio e irraggiugibile con gli elicotteri ha reso necessario l’uso di ancoraggi. Il corpo senza vita del ragazzo, una volta ottenuto il permesso del magistrato, è stato poi recuperato con verricello lungo 40 metri dall’elicottero.
