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Ande, ghiacciai minacciati dai cercatori d’oro

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LA PAZ, Cile — A sentire questa notizia, sembra quasi di essere tornati nel vecchio West. Ma il fatto è stato denunciato pochi giorni fa da Mountain Wilderness e dalle comunità alpinistiche sudamericane: sembra che dei moderni cercatori d’oro stiano per distruggere tre ghiacciai allo scopo di sfruttare meglio una minera sulle Ande.

La miniera di Pascua-Lama si trova sul confine tra Cile e Argentina, a 4.600 metri di quota. Contiene oro, argento e rame, ma in quantità molto moderate: secondo alcuni studi citati da Explorersweb, il potenziale della miniera si dovrebbe esaurire entro entro 17 anni al massimo.
 
Lo scorso febbraio, la commissione regionale per l’ambiente dello stato cileno di Atacama ha autorizzato l’azienda canadese Barrick Gold al suo sfruttamento.
 
La denuncia di Mountain Wilderness è scattata non appena si è saputo che il progetto della Barrick Gold implicherebbe il taglio e la deportazione di tre ghiacciai: il Toro I, il Toro II e l’Esperanza. Un totale di circa 850 mila metri cubi di ghiaccio verrebbe tolto di mezzo con esplosioni localizzate e trasportato lontano con l’aiuto di mezzi pesanti.
 
Alle perplessità ambientali si aggiungono i rischi per le popolazioni della Huasco Valley e del deserto dell’Atacama, per le quali i suddetti ghiacciai rappresentano l’unica fonte d’acqua.
 
Secondo gli ambientalisti, le sostanze chimiche andrebbero ad inquinare in modo irrecuperabile le già scarse riserve idriche della zona, che in alcuni punti rimarrebbe completamente senz’acqua. Una zona dove, tra l’altro, vivono i Diaquita, una comunità di indiani d’america in via di estinzione che sopravvive di agricoltura e allevamento di capre.
 
 

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