Storia dell'alpinismo

Nanda Devi Unsoeld, la ragazza presa dalla "sua" montagna

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Aveva gli occhi azzurri, i capelli biondi e si chiamava come "la montagna più bella del mondo". Così aveva voluto suo padre, il celebre alpinista Willi Unsoeld, autore della leggendaria prima salita dell’Hornbein Couloir sulla Nord dell’Everest. Forse consegnandola, con quella scelta, ad un destino inconsapevole: quello di morire, inspiegabilmente, sulla montagna di cui portava il nome e di cui gli Indù credono fosse la reincarnazione.

Il Nanda Devi, splendida cima di 7.816 metri che svetta nel cuore del Garwhal, nell’Himalaya indiano, è la seconda montagna più alta dell’India. Domnina il cosiddetto "Nanda Devi Sanctuary", un circo di 12 cime oltre i 6.400 metri, ed è considerata una montagna sacra: il suo nome significa "Dea dispensatrice di beatitudine" e nelle credenze induiste è ritenuto l’incarnazione di Parvati, la moglie di Shiva che è una delle divinità che compongono la trinità induista.

Willi Unsoeld, nato nel 1926, era stato la prima volta al Nanda Devi quand’era giovanissimo. Quella montagna lo stregò a tal punto da portare nel cuore il desiderio di chiamare sua figlia con lo stesso nome. E così fece: battezzò "Nanda Devi" la sua figlia più piccola, venuta dopo tre fratellini.

La piccola Devi, così era soprannominata, visse in Nepal con i corpi di pace dove militavano i suoi genitori. Da grande si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti. I compagni di scuola la ricordano con i lunghi capelli biondi a spingere la bicicletta nella neve per arrivare a scuola; la ricordano come attivista sociale, che organizzava sit in e manifestazioni contro la guerra. Anticonformista e sempre sorridente, il giorno del diploma invece di presentarsi in cappello e tunica alla cerimonia, era in cima al Mt. Reiner col padre.

Nel 1976 Willie ritornò in India, al Nanda Devi, portando con sè la figlia prediletta che aveva 22 anni. Era una spedizione IndoAmericana di 13 alpinisti, che aprirono una vertiginosa nuova via sullo spigolo nordoccidentale della montagna. In vetta salirono John Roskelley, Jim States e Lou Reichardt. Unsoeld, capospedizione insieme a Reichardt e a Ad Carter, non ci arrivò mai. Perchè durante la salita, poco sotto la vetta sua figlia morì.

La causa di quel malore è tuttora inspiegata. Si può supporre che fosse legato alla quota, ma in realtà la ragazza fino a qualche minuto prima stava bene. Alcuni hanno detto fosse un embolo, altri a un disturbo di stomaco. Nanda Devi si trovava a campo IV, vicino alla vetta. Ed spirò fra le braccia del padre e del fidanzato Andy, che la doveva sposare dopo poche settimane.

Subito dopo la sua morte, si scatenò una bufera che impedì il recupero del corpo e non smise di soffiare finchè tutti gli alpinisti se ne andarono dalla montagna. Molti indù ancor oggi credono che lei fosse la reincarnazione di Nanda Devi, e che la montagna l’abbia presa con sè soltanto riportandola alla sua vera natura.

Unsoeld morì nel 1979 sul Mount Rainer, montagna che aveva salito oltre 200 volte con i clienti, travolto dal una valanga durante una salita invernale. Filosofo e teologo della natura, Unsoeled è ricordato come alpinista per la sua indimenticabile scalata con Tom Hornbein sull’Everest: furono i primi americani a toccarne la cima, il 22 maggio 1963. I primi a compierne la traversata e i primi a superare quell’impressonante canale verticale che taglia in due la parete Nord e che dopo la loro impresa venne battezzato "Hornbein Couloir".

"Non importa cosa sia, ma devi avere qualcosa per cui combattere – diceva – Non per forza la montagna, ma qualcosa deve esserci. A non è importante se vinci o perdi. Solo che devi continuare a lottare".

Ma, dopo che la figlia morì, molti dicono che non fu più lo stesso. Disse che quell’esperienza aveva aperto la sua realtà alla morte, e che non avrebbe più potuto affrontare la vita con la stessa energia e vitalità per cui era diventato famoso.

La storia di Nanda Devi Unsoeld è raccontata nel libro Nanda Devi: The Tragic Expedition di John Roskelley. Un libro aspro e tagliente, che racconta di una spedizione piena di litigi e discussioni, disaccordi e tragedie.

Il Parco che circonda il Nanda Devi, celebre per la sua varietà di fiori, è entrato a far parte, nel 1992, del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco e nel 2004 della rete mondiale di riserve della biosfera.

Sara Sottocornola

 

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