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La morte di Kerstin Gurtner e il dibattito sulle responsabilità del compagno di ascensione

La Procura di Innsbruck ha incriminato per omicidio colposo il compagno della scalatrice austriaca deceduta sul Grossglockner lo scorso mese di gennaio. Il processo si terrà in febbraio. E in Italia?

Il caso è vecchio, i fatti risalgono a quasi un anno fa. Era infatti il 18 gennaio 2025 quando Kerstin Gurtner morì di ipotermia a poche decine di metri dalla vetta del Grossglockner (3.798 m), la montagna più alta dell’Austria. Un episodio che ha fatto fin da subito il giro del mondo anche in virtù delle immagini riprese da una webcam a fondovalle che inquadravano i fasci di luce delle frontali della Gurtner e del suo compagno di ascensione Thomas Plamberger poco sotto la cima.
La Gurtner messa in difficoltà anche da una tempesta di vento e temperature percepite che si aggiravano intorno ai -20 gradi non era in grado di scendere. Per qualche ora Plamberger le era rimasto accanto, poi l’aveva lasciata sola per scendere a chiedere aiuto. Quando lui e i soccorritori avevano infine raggiunto la Gurtner era troppo tardi.

Il caso è tornato di attualità nei giorni scorsi quando la procura di Innsbruck ha formalmente incriminato Plamberger con l’imputazione di omicidio colposo per avere abbandonato la compagna dopo avere comunque effettuato diversi errori di valutazione della situazione. Inoltre essendo, secondo i giudici, il Plamberger il più esperto dei due si configurerebbe anche una sorta di responsabilità specifica.
Il processo stabilirà se Plamberger è da ritenere responsabile della morte della compagna: l’udienza si terrà il 19 febbraio. In caso di condanna potrebbe rischiare fino a tre anni di carcere.

Ma cosa sarebbe accaduto in Italia?

Le leggi del nostro Paese riprendono in linea di massima gli stessi concetti in tema di responsabilità per incidenti in montagna. Ma se per quanto riguarda la figura della Guida alpina pare tutto abbastanza chiaro, altrettanto non si può dire quando un incidente non coinvolge professionisti della montagna. Montagna.tv ne ha parlato in alcuni articoli, evidenziando la concreta mancanza di articoli di legge inequivocabili. Almeno a livello giurisprudenziale sembra prevalere il principio dell’affidamento che l’infortunato riponeva nei confronti del capo gita (nel caso di escursioni di gruppo organizzate) o del compagno di uscita considerato più esperto.

Requisito fondamentale per determinare la sussistenza di profili di responsabilità è la presa in carico del soggetto accompagnato: in particolare è richiesto che vi sia l’accordo tra le parti – che può essere tacito o espresso, scritto o verbale – sull’affidamento; occorre, inoltre, che sussista un dovere di subordinazione dell’accompagnato nei confronti dell’accompagnatore.

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