Luca Mazzoleni: rifugista e Cavaliere della Repubblica
Il Franchetti, 2433 metri, tra il Corno Grande e il Corno Piccolo del Gran Sasso, è sempre stato un rifugio speciale. Ora lo è ancora di più, perché il suo gestore sta per ricevere una importante onorificenza
Una volta, prima dell’arrivo degli elicotteri, i rifugisti avevano spesso a che fare con i muli. Oggi, sulle Alpi come sull’Appennino, sono spesso loro a indicare agli escursionisti dove avvistare camosci, cervi e stambecchi. Luca Mazzoleni, storico gestore del rifugio Franchetti al Gran Sasso, ottiene un titolo che fa riferimento a un animale diverso. Cavaliere della Repubblica Italiana.
Mazzoleni, nato a Roma e residente a Pietracamela, ai piedi del versante settentrionale dei due Corni, riceverà il titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana domani, mercoledì 3 dicembre, a Teramo, dalle mani del Prefetto Fabrizio Stelo. E’ certamente un onore per lui, per la Sezione di Roma del CAI che è proprietaria del Franchetti, per Pietracamela e per tutto l’Abruzzo, per gli escursionisti e gli alpinisti che frequentano il massiccio.
Come spiega il sito del Quirinale, “le onorificenze “al merito della Repubblica Italiana” sono destinate a coloro che hanno acquisito benemerenze verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell’economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici e umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”.
Normalmente, il titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana viene assegnato a professionisti, imprenditori, pubblici funzionari, animatori di ong e militari. Il titolo conferito a Mazzoleni, invece, è un onore per tutti i gestori e le gestrici dei rifugi italiani, delle Alpi e dell’Appennino, che attraverso Luca vedono riconosciuto il loro ruolo di presidio sul territorio, e di supporto (pratico, ma anche informativo e culturale) a tutti i frequentatori delle terre alte.
Da giovanissimo, Luca Mazzoleni ha gestito il rifugio Duca degli Abruzzi, sul versante aquilano del Gran Sasso. Poi, nel 1988, si è trasferito al Franchetti, 2433 metri, sul versante teramano del massiccio. Nel 2024, per la casa editrice Ricerche & Redazioni, ha pubblicato l’autobiografia Chi apre serra, lo stesso titolo del documentario che gli era stato dedicato un anno prima da Andrea Frenguelli.
Tutti i rifugisti, come abbiamo già ricordato, svolgono un ruolo prezioso sul territorio, a favore di escursionisti e alpinisti. Sul Gran Sasso, dove né la Regione né il Parco sono mai riuscite a creare un Ufficio Turistico adeguato, Mazzoleni è diventato negli anni la persona alla quale rivolgersi per informazioni e consigli. Un ruolo impegnativo e spesso faticoso, che lui svolge senza negarsi. In più, negli anni, Luca ha dato una mano a troupe televisive impegnate a realizzare documentari sul Gran Sasso, ai glaciologi al lavoro sul Calderone, ai Carabinieri Forestali del Parco e a tanti altri ricercatori. E fondamentale (e lo è stato ancora di più prima della diffusione dei telefoni cellulari) il ruolo del Franchetti e di chi ci lavora prima e durante le operazioni del Soccorso Alpino. Congratulazioni a Luca Mazzoleni, e a tutti i suoi colleghi gestori.
Non è la è prima volta, nel 2025, che le Istituzioni si ricordano dei protagonisti della montagna. Nello scorso febbraio, la guida alpina valdostana Marco Camandona ha ricevuto dal Presidente Sergio Mattarella il titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dopo aver salito senza ossigeno i 14 “ottomila”, e per aver aperto a Kathmandu, insieme alla moglie Barbara, la casa di accoglienza Sanonani (“piccolo bambino” in Nepali) che accoglie 25 tra ragazzi e ragazze.




