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Il ritorno della lontra: una sfida alpina lungo il Ticino

Un animale che vive solo dove l’acqua è pulita, dove il paesaggio è integro, dove la convivenza tra uomo e natura è possibile. Il suo ritorno è un segno di speranza

Sinuosa, silenziosa, sfuggente. La lontra europea (Lutra lutra) è tornata a farsi vedere – o meglio, a lasciare tracce – lungo le arterie d’acqua che attraversano le Alpi. Un ritorno che ha il sapore di una rivincita: dopo decenni di assenza, causata da inquinamento, caccia e distruzione degli habitat, questo mustelide acquatico sta riconquistando i suoi territori, da un corso d’acqua all’altro, spontaneamente.
Ma aspettare non basta. E il fiume Ticino, che nasce tra le vette svizzere per gettarsi nel Po, è oggi al centro di una sfida scientifica e ambientale: capire se può davvero accogliere la lontra, e come farlo senza sacrificare la complessità del paesaggio e delle attività umane.

È qui che entra in gioco il progetto Interreg ECO4TICINO, parte dell’Iniziativa Ticino, un programma transfrontaliero Italia-Svizzera che punta a tutelare il paesaggio fluviale e favorire il ritorno spontaneo della lontra. Non con recinti o reintroduzioni, ma con monitoraggi rigorosi, modelli ecologici e una visione condivisa tra territori e con i portatori di interesse.

Un fiume sotto la lente

Nei prossimi mesi, un team di esperti guidato dall’Università degli Studi di Milano – La Statale e sotto il coordinamento di Istituto Oikos, capofila del progetto Interreg, scandaglierà il tratto italiano del Ticino a sud del Lago Maggiore. Lo farà con un piano di campionamento della fauna ittica che non prevede solo l’identificazione delle specie presenti, ma anche la misurazione di peso e dimensioni dei pesci, per stimare la biomassa disponibile – in altre parole, il “menù” che il fiume offre alla lontra. Parallelamente, si analizzeranno la qualità delle acque, la presenza di anfibi (fonte trofica secondaria), la connettività con le altre popolazioni e i principali fattori di rischio: inquinamento, infrastrutture idroelettriche, cambiamenti climatici, mortalità stradale. Iniziative analoghe verranno promosse nel tratto svizzero dalla Fondazione Pro Lutra, nel 2026. Tutto per rispondere a una domanda cruciale: il Ticino è pronto?

Padrona di due mondi

La lontra non è solo un indicatore biologico. È un simbolo. Un animale che vive dove l’acqua è pulita, dove il paesaggio è integro, dove la convivenza tra uomo e natura è possibile. E il suo ritorno sulle Alpi – dall’Austria alla Svizzera, dalla Valtellina al Friuli – racconta una storia di resilienza e di speranza.
Ma vederla in natura è tutt’altro che facile. È un animale schivo, notturno, che lascia più mistero che certezze. Per chi vuole conoscerla da vicino, c’è un luogo speciale: il Centro Acqua e Biodiversità di Rovenaud nel Parco Nazionale Gran Paradiso. Qui, tra vasche e percorsi didattici, si può osservare la lontra in azione, mentre si avvita sott’acqua come un delfino in miniatura, usando la coda come timone. Uno spettacolo che incanta adulti e bambini, e che ricorda perché vale la pena lottare per ogni ritorno.

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