Ambiente

La rinascita della lontra parte dalla Valle d’Aosta

Il rischio di estinzione sembra scongiurato, ma l’ultima parola non è ancora detta. Il Centro Acqua e Biodiversità di Rovenaud ospita alcuni esemplari e ne promuove la conoscenza

Se volete ammirare da vicino le lontre euroasiatiche (Lutra lutra) dirigetevi alla volta di Rovenaud, nel comune di Valsavarenche, in Valle d’Aosta. Non le vedrete lungo i corsi d’acqua, prima di tutto perché sono animali elusivi, e quindi difficile da incontrare, poi perché sulle Alpi Occidentali sostanzialmente non ce ne sono allo stato selvatico. Tuttavia, si trova qui, nel Parco Nazionale Gran Paradiso, il Centro Acqua e Biodiversità, importante polo di ricerca e divulgazione scientifica che ospita alcuni esemplari di lontra di fiume, un animale che fino a pochi anni fa rischiava l’estinzione e che oggi sta tornando a ripopolare i nostri territori, soprattutto grazie alle politiche di protezione degli habitat ripariali e, di conseguenza, di tutte le specie animali e vegetali che li caratterizzano.
Ne abbiamo parlato con Caterina Ferrari, ricercatrice e responsabile del Centro Acqua e Biodiversità.

La lontra è ancora un animale a rischio di estinzione?

La lontra di fiume è una specie che dagli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento ha subito un forte declino, che l’ha di fatto portata alla scomparsa in tutta Europa, tranne in alcune piccole zone in cui si è salvata. Per evitare la sua definitiva estinzione – causata da vari fattori tra cui l’inquinamento, la caccia, la frammentazione del suo habitat, la mortalità stradale – sono state attivate varie politiche di salvaguardia che hanno consentito alla lontra di riconquistare terreno. Il numero di esemplari è così aumentato in tutta Europa. Nel sud Italia si era salvato un nucleo di lontre allo stato selvatico che si sta espandendo: oggi è presente in Molise, in Abruzzo, nel Lazio e in Calabria. Per quanto riguarda la regione alpina, la troviamo nelle Alpi Orientali, in particolare in Veneto e in Friuli grazie ad individui che sono arrivati in maniera autonoma da Paesi confinanti. Ci sono state segnalazioni anche in Lombardia, mentre nelle Alpi Occidentali ancora non abbiamo evidenze di lontre presenti allo stato selvatico.

Possiamo stare tranquilli, dunque?

È sempre un animale a rischio e necessita protezione perché, se in certi luoghi sta recuperando bene, in molti altri vive ancora una situazione molto delicata. Uno dei suoi problemi principali è legato all’habitat e alla possibilità di spostarsi attraverso i fiumi, perché le zone acquatiche sono molto spesso impattate da lavori – dalla canalizzazione, dalle dighe, da opere che servono alla attività e alla sicurezza umana – che per gli animali selvatici costituiscono una barriera.

La lontra è un animale di montagna?

La lontra euroasiatica ha un areale enorme, la troviamo ad alte altitudini come al livello del mare, in Europa e in Asia. Il suo habitat ideale è il sistema acquatico di fiumi non troppo grandi e turbolenti e, soprattutto, è importante la vegetazione che vi sta attorno ovvero quella zona ripariale caratterizzata da arbusti dove può trovare rifugio. Si tratta di una specie che si sposta e caccia in acqua, ma vive all’asciutto: ha bisogno di una tana, di mangiare sulla terra, di nascondersi. Le serve quel tipo di vegetazione tipico delle zone ripariali.

Perché è tanto difficile da vedere?

È un animale crepuscolare che si muove quando c’è poca luce, ed è anche molto elusivo. Inoltre, la lontra si muove in ambienti difficili da raggiungere, dove le persone di solito non vanno. Può capitare di vederla mentre fa il bagno, magari se si trova in un bacino non troppo piccolo e perciò impiega un po’ di tempo a spostarsi dall’acqua alla riva.

Come è nato il Centro Acqua e Biodiversità del Parco Nazionale Gran Paradiso?

Il progetto è nato negli anni Novanta con l’idea di allevare alcuni esemplari e poi reintrodurli nel territorio. In passato, infatti, le lontre non mancavano in Valle d’Aosta. Erano stati fatti studi di fattibilità che avevano dato esiti positivi ma prima ancora di finire la costruzione del Centro, il consiglio del Parco ne ha cambiato l’indirizzo: lo scopo principale non sarebbe stato più la reintroduzione della lontra, ma la divulgazione. Questo accadeva prima dell’arrivo delle prime lontre, che sono giunte a Rovenaud nel 2013. Il tema della divulgazione in merito al ritorno di una specie di predatori su un territorio è molto importante: abbiamo visto con le esperienze del lupo e dell’orso che attuare una corretta comunicazione con i locali e i turisti sul ritorno di queste specie è fondamentale per creare le condizioni di convivenza tra gli animali stessi e le persone.

Quali sono le attività del Centro?

Oltre alla divulgazione ambientale e scientifica attuata tramite le guide del Parco e gli operatori del Centro, è nostra intenzione formare almeno una coppia riproduttiva. Il Centro fa parte, infatti, di un circuito europeo, l’European Breeding Program, attivo per diverse specie minacciate tra cui appunto la lontra euroasiatica. L’obiettivo del progetto è mantenere in determinati centri europei, che rispettano standard gestionali e di collegamento con la ricerca scientifica, una popolazione in condizioni di cattività che sia sana, in modo da conservare un patrimonio genetico caratterizzato da una buona variabilità ai fini, anche, di eventuali reintroduzioni o ripopolamento nell’areale d’origine. L’organizzazione aggiorna di anno in anno uno stud-book con i dati genetici di ciascun individuo nato e allevato in questi Centri, e, annualmente i nuovi nati vengono scambiati in maniera non casuale con gli altri centri. Ad esempio, adesso in Giappone, dove è presenta la lontra euroasiatica, stanno partendo con un progetto di ripopolamento con individui nati in Europa nei centri connessi con l’European Breeding Program, per cercare di aumentare la densità degli individui già presenti in natura.

Cosa mostrate a chi viene in visita?

Il percorso è semplice ed è rivolto a tutte le età. I tour sono guidati perché per noi la lontra è di fatto un’ambasciatrice che ci aiuta a portare un messaggio complesso, una specie bandiera e perché ci interessa preservare anche le altre specie animali e vegetali che si trovano nello stesso habitat. La visita è contestualizzata sui diversi tipi di ecosistemi acquatici che esistono in montagna, di cui sottolineiamo la fragilità e l’importanza. Parlare della lontra ci permette di portare l’attenzione su questi ambienti. I visitatori compiono un percorso all’esterno e poi all’interno dell’edificio, dove si trovano un acquario e la vasca delle lontre. È un’immersione in tutti questi ambienti, in modo da far comprendere che per rivedere in natura una specie bella come la lontra è necessario tenere conto di tutti gli elementi che compongono il suo ecosistema.

Quando è possibile visitare il Centro?

Siamo aperti da aprile a settembre e durante l’inverno in periodi che coincidono con le feste, con visite sempre guidate, conferenze, laboratori e convegni per tecnici. Anche durante gli altri mesi manteniamo l’attività divulgativa organizzando conferenze sul tema della natura e della ricerca scientifica.

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