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Spray anti-orso per gli operatori trentini: un passo avanti, ma occorre ancora tempo

Il recente via libera del Consiglio provinciale di Trento all’estensione dell’utilizzo delle bombolette è solo un passaggio amministrativo. Le cose da definire, e mettere nero su bianco, sono ancora molte. Il parere dell’Enpa

L’estensione a un più ampio numero di persone della possibilità di utilizzare lo spray anti-orso in Trentino è da tempo oggetto di un serrato dibattito.  A porre dei paletti a un’iniziativa che in linea di massima non incontra una significativa opposizione ideologica sono due problemi: quali saranno le nuove figure autorizzate e quali sono i passaggi amministrativi da affrontare. L’idea dominante è quella di autorizzare l’uso ai volontari della Protezione Civile e ai corpi di Polizia locale. Ma non è così semplice.

Il recente via libera del Consiglio provinciale di Trento, salutato con entusiasmo da molte persone, non è infatti altro che un indispensabile passaggio burocratico. Ma immaginare già nel breve termine l’utilizzo dello spray è pura utopia.
Lo spray anti-orso è per esempio classificato dalla normativa italiana come un’arma. Ne consegue che coloro che ne faranno uso dovranno soddisfare requisiti analoghi a quelli richiesti per il porto d’armi, oltre ad avere una fedina penale pulita. Inoltre per arrivare al via libera all’utilizzo dello spray da parte dei volontari trentini sarà necessario un accordo con la Protezione civile nazionale, che giustamente vorrà vederci chiaro senza lasciarsi prendere dalla fretta. Serviranno inoltre corsi di addestramento, nonché occorrerà stabilire, mettendolo nero su bianco, i servizi per i quali il personale sarà dotato di questi strumenti di autodifesa nonché i termini e le modalità del servizio prestato con gli strumenti medesimi.
Potrebbe dunque servire molto tempo per l’ingresso dello spray nella dotazione dei volontari trentini della Protezione civile.

Il comunicato dell’Enpa: “Bene lo spray anti-orso alla Protezione civile, ma servono registro e formazione obbligatoria”

L’Ente Nazionale Protezione Animali accoglie positivamente la prospettiva di estendere l’utilizzo dello spray anti-orso ai corpi di polizia locale e ai volontari della Protezione civile, come emerso in terza commissione del Consiglio provinciale.

L’associazione sottolinea però che il provvedimento potrà funzionare davvero solo se sarà accompagnato da due condizioni essenziali: una registrazione formale del possesso del bear spray e l’obbligo di un corso propedeutico al suo utilizzo.

Ivana Sandri, etologa Enpa e presidente della sezione di Rovereto, evidenzia come la formazione rappresenti l’elemento decisivo: conoscere l’etologia degli orsi e i comportamenti corretti nelle aree frequentate da questi animali è infatti la principale garanzia di sicurezza, per le persone e per la fauna.

La stessa procedura di utilizzo dello spray – che richiede di fermarsi, impugnare correttamente il dispositivo e dirigere il getto – coincide con il comportamento che le ricerche indicano come più efficace nel comunicare all’orso l’assenza di pericolo. L’orso infatti non ha interesse ad attaccare l’uomo e, essendo un animale estremamente schivo, tende ad allontanarsi quando percepisce che non vi è una minaccia.

Per Enpa, quindi, una regolamentazione chiara e una formazione adeguata possono ridurre notevolmente il rischio di incidenti, garantendo un approccio più consapevole e rispettoso alla convivenza con la fauna selvatica.

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