Arrampicata

Rock Master: una festa per diecimila climber

Adam Ondra, Brooke Raboutou, Jannick Flohè e Jania Garnbret conquistano i trofei. Ma alla fine a vincere sono i diecimila spettatori di un evento senza uguali

In diecimila con il naso all’insù e con il fiato sospeso. E non poteva essere altrimenti, perché anche all’edizione numero 38 di Rock Master era presente il top mondiale dell’arrampicata sportiva, da Adam Ondra a Jania Garnbret, da Stefano Ghisolfi a Laura Rogora, da Yannick Flohè a Brooke Raboutou.
I 16 super arrampicatori invitati dall’organizzazione, pur dimostrando di divertirsi, non si sono risparmiati e hanno dato vita vita a sfide appassionanti. Come è accaduto la notte del venerdì durante la Duello Lead quando la Raboutou è riuscita ad avere ragione dell’austriaca Jessica Pilz solo negli ultimissimi centimetri della linea di salita disegnata sulla parete del Climbing Stadium. La statunitense, già medaglia d’argento olimpica, ha così rinverdito gli antichi fasti di famiglia: 36 anni fa, infatti, fu suo padre Didier a vincere ad Arco, seguito cinque anni dopo dalla mamma Robyn Erbesfield.
Combattuta solo nella prima parte la finalissima al maschile: dopo un serrato testa a testa iniziale, Adam Ondra ha messo in mostra il meglio di sé stesso riuscendo a staccare un comunque notevolissimo Filip Schenk, che difendeva la vittoria nel duello dello scorso anno.

Emozioni a mille anche la sera del sabato quando è andata in scena la KO Boulder. Tra le donne è stata la due volte campionessa olimpica Jania Garnbret a conquistare la vittoria, riuscendo tra l’altro a chiudere tutti i quattro blocchi al primo tentativo. Ad accompagnare la slovena sul podio sono state Brooke Raboutou e l’austriaca Anna Maria Apel, che non sono riuscite ad avere ragione del passaggio classificato 8 B+ del quarto blocco.
Tra i maschi è stato il tedesco Jannick Flohè a piazzare la zampata vincente sull’ultimo blocco, che nessuno degli altri due finalisti è riuscito a concludere. Dietro di lui l’applauditissimo belga Hannes Van Duysen, autore di un capolavoro su un terzo blocco che sembrava impossibile, e Filip Schenk, che ha confermato il suo ottimo stato di forma dopo la medaglia d’argento nella finale Duel Lead della serata precedente.

Mai sul podio, questa volta, ma certamente vincitore del premio simpatia è stato Will Bosi, capace più di ogni altro di riscuotere gli applausi del pubblico al quale si è più volte rivolto con il sorriso anche dopo i tentativi non riusciti.

Fine della cronaca. Resta la domanda: perché bisogna tornare sempre a Rock Master? Certamente l’incontro ravvicinato con i campionissimi è importante. Ma ancora di più lo sono i tre giorni di condivisione tra migliaia di climber provenienti da tutto il mondo (quest’anno sono stati registrati ospiti provenienti da 50 Paesi), sia nell’area gare che sulle falesie che circondano Arco. Un fatto che può apparire scontato, certo, ma che è bello sottolineare una volta di più. Perché le pareti, l’accoglienza e l’organizzazione dell’intero Garda Trentino consentono a tutti di divertirsi.

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