Arrampicata

Cinque falesie del Lago di Como perfette per l’inverno

Con l’arrivo del freddo le possibilità di effettuare piacevoli arrampicate si riducono anche a bassa quota. I consigli di una guida alpina per divertirsi anche in questa stagione nell’area del Lario

“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte dai monti, tutto a seni e golfi…” Alessandro Manzoni ambienta così il suo romanzo “I Promessi Sposi”, ma chi ama la verticalità potrebbe aggiungere: “…contornato da assolate pareti di calcare, e non solo perfette, per godersi l’arrampicata fino agli infuocati tramonti invernali”.
Quello che accade sulla sponda lecchese del lago si replica sul versante opposto, in provincia di Como.

Questo bacino lombardo a forma di Y capovolta raccoglie sulle sue sponde, oltre a stupende ville e paesini romantici, circa 40 falesie molto diverse tra loro. Alcune più recenti, come Lagoland, e altre che hanno fatto la storia dell’arrampicata sportiva lombarda, come la Bastionata del Lago chiodata a partire dal 1983 dai noti Ballerini, Riva, Magni, Re Depaolini, Cassin, Bonfanti, Alippi, Valsecchi, Galli, Dondi e tantissimi altri. Nomi ai quali dobbiamo un sentito grazie per i bellissimi settori con tiri iconici come “Ambarabaciccicoccò”, 7A+ di dita, tecnico e continuo, liberato da Beppe Dallona nel 1985.

In quarant’anni migliaia di dita hanno toccato quegli appigli e sono nate moltissime altre falesie affacciate sulle acque mosse solo da traghetti e amanti del kite surf. Oltre a chi si è impegnato a chiodare nuove linee, un grazie è dovuto a coloro che si occupano di farci divertire al meglio, cambiando le vecchie soste e gli spit arrugginiti con nuovi fix in luccicante acciaio.

Le mezze stagioni e le belle giornate invernali sono ideali per mettere le scarpette ai piedi, legarsi e partire, ma solo dopo aver smagnesato per bene le mani!
Partendo da Como e percorrendone le sponde in senso orario, ecco cinque spunti per un tour verticale e oltre attorno al Lario.

Menaggio – Menaggio (CO)

Posta a metà della sponda occidentale del Lago di Como, questa falesia dal comodo avvicinamento fu sviluppata negli anni 80 e rivalorizzata negli ultimi decenni da Giorgio Confalonieri e compagni. Una settantina di tiri di livello 5 e 6, in prevalenza verticali o appoggiati, tutti su ottimo calcare, la rendono adatta a molti. Il prato e la pista ciclabile alla base permettono di rilassarsi al sole nelle mattine di inverno e all’ombra nei pomeriggi delle altre stagioni calde.

Come raggiungerla
Da Como raggiungere Menaggio e lasciare l’auto nell’ampio parcheggio a destra appena dopo il paese. Camminare verso nord fino ad imboccare la stradina pedonale a fianco della galleria (5min).

Sasso Pelo – Gravedona (CO)

Questa falesia, posta a nord di Gravedona, offre uno dei panorami più belli sul Lago di Como oltre che una qualità di tiri davvero notevole. Un regalo della natura valorizzato a partire dal 1995 dal gruppo La Tribù che mise i primi fix nel settore dell’Edera. Oltre 70 tiri, divisi in 8 settori ben esposti al sole invernale fino a metà pomeriggio, richiedono dita forti, pelle secca e buona tecnica per danzare su questi muri gialli e grigi che vanno dal verticale al leggero strapiombo. Seppur presenti alcuni tiri di livello 6, la maggior parte sono tra il 7A e l’8C.
Attenzione: di recente alcune vie del settore Canyon sono state rese impraticabili da una frana.

Come raggiungerla
Da Como o Lecco raggiungere Gravedona e salire per le frazioni di Livo e Dosso del Liro, girando poi in direzione Peglio dove parcheggiare al termine della strada. Addentrarsi a piedi nel paese e imboccare il sentiero presso un lavatoio che salendo dolce nel bosco conduce ai vari settori (dai 10 ai 20min).

Sass negher – Olgiasca (LC)

Una piacevole passeggiata nei boschi della piccola penisola di Olgiasca, nota per la bella Abbazia Cistercense, in cima al Lago di Como, porta ai piedi di questa bastionata di roccia scura, esposta ad est e sorvegliata dal Monte Legnone che si specchia nel laghetto sottostante.
Scoperta decenni fa da Ivan Guerini e Patrizius Gossemberg, ora ottimamente attrezzata e pulita, questa falesia offre una quarantina di tiri su placche appoggiate ben lavorate, ideali per divertirsi su difficoltà accessibili a tutti, dal III al 6A.

Come raggiungerla
Da Lecco lasciare la superstrada a Colico-Piona e seguire le indicazioni per Olgiasca dove parcheggiare all’inizio del centro abitato. Cartelli e bolli bianco-rossi accompagnano lungo l’ampia dorsale con belle visuali su Valtellina e Valchiavenna fino a raggiungere la base della falesia con una breve discesa (20min).

Lagoland – Lierna (LC)

Falesia piccola ma bella sia per i tiri, principalmente verticali su tacche e piccole canne, sia per il panorama. Chiodata a partire dal 2010, Lagoland offre una quarantina di tiri su roccia bianca e gialla che richiedono una buona capacità di lettura e resistenza, ideale per chi scala tra il 6A e il 7A.
Punti a favore sono il breve avvicinamento, l’essere ben riparata dal vento e la velocità con cui asciuga la roccia.

Come raggiungerla
Da Lecco seguire la vecchia strada del lago oltrepassando Lierna e, poco dopo il cartello di Varenna, posteggiare presso un grande cipresso. Attraversare la strada, risalire i gradini e costeggiare la ferrovia verso nord fino ad un ripido sentiero marcato che conduce alla falesia (7min).

Isola di Pasqua – Erve (BG)

Seppur non proprio “Lariana”, poiché affacciata sul Lago di Garlate, questa novità non poteva mancare. Nota anche come falesia di Erve, questo muro bombato esposto a sud-ovest presenta una scalata insolita rispetto alle sorelle del Lario. Infatti, qui si trovano circa venti vie con tacche nette e canne incredibili che richiedono buona resistenza, perfette per chi padroneggia il grado 7.
Gli unici nei, ossia qualche minuto di avvicinamento ripido e la base non proprio per famiglie, sono ben compensati dalla bellezza della scalata e dal panorama.

Come raggiungerla
Da Calolziocorte raggiungere il cimitero di Erve, alla base del versante sud del Resegone, e lasciare l’auto. Seguire la stradina pianeggiante al termine del parcheggio e tenere la destra ai due bivi successivi, scendere alcuni tornanti e prendere la traccia a sinistra che con alcune corde fisse (attenzione!) conduce alla base (20min).

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