News

Gran Sasso: un anello di gran classe

immagine generica

“Un anello di gran classe: albergo di Campo Imperatore – Vado di Corno – Monte Aquila – Sella di monte Aquila – rifugio Duca degli Abruzzi e discesa all’albergo. Leggendo il titolo si ha l’impressione di un itinerario lungo ed interminabile, ma chi conosce i luoghi sa che si tratta di un percorso di cresta che, anche in condizioni di eccezionale innevamento come quelle attuali, non presenta particolari difficoltà”.

“Secondo me, il motivo per il quale non viene percorso spesso nel periodo invernale, è l’impressione che crea la distanza tra l’albergo e Vado di Corno. Noi abbiamo impiegato, con andatura normale, solo un’ora ed un quarto!

Avendo una buona memoria non ricordo di aver letto sulla stampa specializzata o dai vari siti internet relazioni o proposte relative alla salita invernale della cresta est del Monte Aquila. Colgo l’occasione in questa sede per proporla vivamente perché ne vale proprio la pena.

Dopo aver fatto tutti i preparativi necessari per una salita invernale e stabilite le due cordate (io e Marco – Massimiliano e Maria) da formare in caso di necessità, ci siamo incamminati lungo la pista da sci che conduce alla località “Le Fondari” ed arrivati alla partenza dell’omonimo skilift, seguendo la direttrice della sterrata estiva, siamo arrivati a Vado di Corno famoso passo da dove inizia il classico Sentiero del Centenario.

Potete immaginare lo stupore e la curiosità insorti in ognuno di noi nel vedere il versante meridionale e parte del noto “Paretene” stracarichi di neve. In un attimo mi sono tornate in mente tutte le avventure vissute sulle vie percorse in questo versante sia d’estate che d’inverno.

Per tutta la giornata il Corno Grande è stato l’oggetto sul quale si sono concentrati i nostri sguardi ma, soprattutto, il soggetto principale delle nostre foto in quanto non è facile vedere la montagna nelle condizioni in cui l’abbiamo trovata noi.

Dopo una piccola sosta abbiamo iniziato la salita vera e propria che inizialmente si svolge lungo un bel crinale largo ed a tratti ripido, mentre nella seconda parte, dopo un tratto pianeggiante, diventa cresta vera e propria assumendo i connotati di una salita alpina in cui l’esposizione, lunghi traversi e tratti affilati sono gli elementi principali.

In prossimità della vetta non poteva mancare il consueto vento che ci ha costretto a scappare come si suol dire in “fretta e furia” lungo la via di ritorno fino al rifugio Duca degli Abruzzi incontrando, come mai mi era successo in passato, lunghi tratti di cresta affilatissima.

Arrivati al rifugio abbiamo fatto una vera e propria sosta ristoratrice, considerato l’orario ed il tempo ancora a disposizione per prendere l’ultima corsa della funivia.

Scendendo verso l’albergo, una esclamazione di Marco, il più giovane del gruppetto, racchiude tutto il senso della bella giornata trascorsa: “questo giorno rimarrà impresso nella memoria della mia vita per la fatica e la bellezza degli ambienti ed, aggiungo io, per gli “GLI ORIZZONTI CONQUISTATI”, parafrasando il titolo di un libro fotografico del noto alpinista Gaston Rebuffat”.

Gabriele Di Falco
Fotografie: Maria di Gregorio

Raccontaci una tua avventura! 

[nggallery id=127]

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close