Film

Lafaille, solo al Makalu

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Gennaio 2006, Makalu, Nepal. Al campo base c’era Jean Christophe Lafaille, si preparava a compiere la prima salita invernale dalla via normale in solitaria. Davvero un ambizioso progetto che costò la vita al grande alpinista con 11 ottomila e tante altre straordinarie imprese sulle spalle. Questo film racconta i suoi ultimi giorni. Lo ricordiamo oggi 31 marzo: sarebbe stato il suo 44esimo compleanno.

E’ il 12 dicembre 2005, campo base del Makalu, quinta vetta più alta del mondo, 8.481 metri di altezza. Jean Christophe Lafaille, alle soglie dell’inverno himalayano, comincia ad abituarsi all’alta quota. Parla con la moglie, Katia, in costante collegamento telefonico. E’ lei il filo che lo tiene ancorato al resto del mondo.

Intorno a Natale i primi tentativi di vetta. Falliti: vento forte a 80-100 chilometri l’ora e condizioni di salute non buone. Lafaille raggiunge i 7.400 metri ma torna indietro. Poi verso la fine di gennaio, il fortissimo alpinista francese, ci riprova. L’ultimo contatto con il marito Katia Lafaille l’avrà sabato 26 gennaio, dai 7600 metri dell’ultimo campo prima del tentativo verso la vetta. Poi il sielnzio del disperso. Aveva 39 anni.

"La Montagne perdue" è il racconto di quei giorni, dall’arrivo al campo base del Makalu fino al tentativo di salita finale e alla sua tragica conclusione. Realizzato dal regista francese Christian Deleau nel 2007, è un ricordo intenso di un grande alpinista. Oggi, 31 marzo, Lafaille avrebbe compiuto 44 anni.

Valentina d’Angella

 

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