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Lomasti, una storia da ricordare

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Ernesto Lomasti è noto soprattutto, al di fuori del mondo alpinistico, per la sua scomparsa. Il 13 giugno 1979, Ernesto cadeva in una palestra di roccia di Arnad in valle d’Aosta, probabilmente colpito da un fulmine. Ma faremmo torto a uno dei rappresentati dell’alpinismo italiano degli anni 70 se lo "inchiodassimo" a quella fine. Ben venga dunque "Non si torna indietro. La storia di Ernesto Lomasti", la biografia che, quasi a trent’anni dalla morte, Luca Beltrame ha voluto dedicargli.

Si tratta di un’accurata rassegna storica della vita e delle imprese alpinistiche di Lomasti. Le vicende sono ricostruite attraverso le testimonianze della madre, degli amici, dei compagni di cordata. E non mancano le parole del protagonista: quattro diari e due racconti scritti dallo stesso Ernesto su quaderni scolastici.

"Non si torna indietro. La storia di Ernesto Lomasti" è concepito come una sorta di dialogo a più voci: le parti in cui Beltrame si fa cronista si intrecciano ai racconti di coloro che hanno conosciuto Lomasti.

Ma forse le pagine più coinvolgenti sono quelle autobiografiche tratte dai diari e dai racconti in cui Lomasti stesso racconta le sue scalate. Si parte dalle prime timide arrampicate a 14 anni, per arrivare alle vie aperte sulle pareti delle alpi Giulie e Carniche.

Il libro, corredato di una scelta di immagini inedite, ripercorre passo dopo passo la staordinaria passione di Lomasti per le scalate. "La montagna, indipendentemente dal livello in cui uno si impegna, può regalare soddisfazioni che nemmeno il denaro può dare" – racconta Ernesto in un’intervista per Radio Gamma di Tarvisio nel 1978.

Il racconto delle imprese di Lomasti ci conduce nel suo modo di vivere sraordinario, nelle sue scorribande, nelle sue insicurezze, come i "complessi" per la sua bassa statura, offrendoci anche chicche della sua vita intima e privata.
"Quando arrivavo in cima mi sedevo e guardavo in basso – scrive un Ernesto tredicenne sulle pagine del suo diario -: vedevo tutto enormemente piccolo, mi sentivo il più alto di tutti, provavo una soddisfazione immensa…".

"Quello che Lomasti ha saputo realizzare in pochi anni, da adolescente, con mezzi economici scarsi e attrezzature "medioevali", praticamente da autodidatta e senza esempi da seguire – scrive Roberto Mazzilis nella postfazione del libro – fa allibire ancora oggi qualsiasi arrampicatore che comprenda cosa significa arrampicare slegati e con gli scarponi sul settimo grado."

La sua storia ha dunque un valore emblematico perché si inserisce in un momento cruciale: "la fine degli anni 70 – scrive ancora Mazzailis – ha chiuso l’epoca del sesto grado e purtroppo anche l’esistenza di Ernesto Lomasti… colui che sarebbe stato designato per primo a riscoprire le Alpi Carniche e Giulie lungo gli itinerari della nuova generazione, la sua."

Jenny Maggioni

Foto courtesy Tarvisiano.org

Titolo: Non si torna indietro. La storia di Ernesto Lomasti
Autore: Luca Beltrame
Casa editrice: CDA&VIVALDA
Pp.: 299
Prezzo: 19 euro

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