Alpinismo

Incredibile: messo sotto sequestro il sentiero per il rifugio Zamboni. Era necessario?

L’inusuale provvedimento disposto ieri dalla Procura di Verbania nell’ambito di un procedimento penale riguardante il sindaco di Macugnaga. Lo sconcerto di operatori turistici ed escursionisti, che si vedono privati di una delle gite più amate

“Materiale sottoposto a sequestro penale… È fatto divieto di manipolare o rimuovere questo sigillo e accedere all’interno dell’area sequestrata”. A essere oggetto del provvedimento disposto ieri dalla Procura di Verbania ai sensi dell’articolo 321 del Codice di procedura penale è un sentiero. Forse il più amato e frequentato della Val d’Ossola, ovvero quello che dalla stazione a monte della seggiovia del Belvedere, a Macugnaga, conduce al Rifugio Zamboni ai piedi della parete Est del Monte Rosa.

Ma andiamo con ordine. Il provvedimento rientra nell’ambito dell’inchiesta che lo scorso mese di maggio ha portato agli arresti domiciliari il sindaco Alessandro Bonacci accusato di frode processuale e depistaggio, falso materiale in atto pubblico commesso da pubblico ufficiale a seguito di una controversia nata a seguito dell’ampliamento del tracciato che attraversa la morena del Belvedere.

Delle sorti processuali del sindaco, all’escursionista interessa poco o niente. Ciò che importa è che da ieri pomeriggio l’intera via della discordia non è più percorribile. Metabolizzata la sorpresa per un provvedimento con pochi precedenti se ci si riferisce a un sentiero, e superato lo sconcerto per le tempistiche di un’azione che – se davvero necessaria – poteva essere intrapresa prima che la stagione escursionistica avesse inizio in modo che la questione potesse essere tempestivamente risolta, ci si chiede: cosa succederà adesso?
Il vicesindaco Claudio Meynet ha dichiarato al sito ossolanews.it:  «mi sono già attivato come Comune con un avvocato penalista e già lunedì mattina sentiremo in Procura per chiedere quanto meno subito la possibilità di passaggio pedonale alle persone. Questo fine settimana purtroppo dovrà andare così perché il sequestro è in atto e quindi lunedì spero di avere già qualche notifica di qualche tipo da poter segnalare a tutti».

Il sentiero rimarrà quindi inaccessibile almeno per questo weekend. Poi chissà. A patire per questa azione sono in primo luogo i giovani rifugisti della Zamboni, ma con loro anche tutti gli amanti di uno degli alpeggi più panoramici e facilmente raggiungibili delle Alpi.
Da oggi quindi per raggiungere il rifugio si può soltanto percorrere il sentiero che da Pecetto passa dall’alpe Rosareccio, ben più faticoso del tracciato sotto sequestro (circa 900 metri di dislivello contro i poco più di cento della via colpita dal provvedimento della Procura). Non esattamente la stessa cosa, quindi. Non resta che confidare in una celere soluzione del problema. E incrociare le dita.

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