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Alta Via dei Monti Liguri (1)

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Qualcosa mi ha svegliato, sono le 6,30. Guardo fuori, bel tempo, sono deciso: parto. Lisa mi accompagna alla stazione di Chiavari, biglietto di sola andata per Ventimiglia. Lo zaino era già pronto da quanche giorno: barrette energetiche, pillole di aminoacidi ramificati (mi ha spiegato Christian che non mi faranno venire l’acidolattico),  borracce, tenda, credo di aver pensato a tutto.. l’Alta via dei monti liguri mi aspetta: 440 chilometri attraverso la mia regione.

Martedì 24 Maggio 2005
Mentre aspetto il treno mi sento in uno stato di agitazione, di confusione, penso all’Ici, al 730, ai muratori che dovrebbero venire stamattina per togliere due grosse radici dal giardino, abbattere e ricostruire un muro, i pomodori da legare,lasciare Lisa da sola con tutti i problemi da risolvere..Zac, il mio boxer.
 
Arrivo a Savona, alle 12,28 riparto per Ventimiglia, in stazione ho comprato un quaderno per scrivere durante il viaggio e la settimana enigmistica. A Ventimiglia mi dirigo subito verso il punto da dove inizia il percorso, è un tunnel sotto la ferrovia, in un bar faccio uno spuntino, carico le due borracce e alle 15,00 inizio.

Subito salita dura, alle spalle ho il mare, sento di lasciarlo, ma forse da lontano riuscirò a vederlo ogni tanto. Io sono nato a Portovenere, ho sempre vissuto al mare ed ho sempre vissuto il mare col rispetto che merita, mi sono sempre piaciute le traversate, da Rapallo a Chiavari il giorno che ho compiuto 50 anni, da Vulcano al porto di Lipari, ho partecipato a gare come master della Chiavari Nuoto e del Nuoto Club Sestri Levante, la competizione mi é sempre piaciuta, ma la montagna non la conosco..so solo che ho sempre fatto delle cose per me, per vedere i miei limiti e sono sempre riuscito a raggiungere l’obbiettivo. Ma qui è dura, il sudore mi sta inzuppando magietta e pantaloni, aggiungo una bustina di sali in una borraccia e bevo.

Passo fra villette con gente che dà acqua ai pomodori, mi salutano, uno mi dice: guten tag, mi crede teutonico, probabilmente lo sono di carattere, rispondo: “tag”. Sono sopra un bel paesino, guardo la cartina.. Dolceacqua ..bellissimo da quassù. Ore 18,20: La Colla! Prima tappa!

Mentre cammino conto 1 2 3 4 5 6 7 8, bastoncino sinistro in sincronia col piede destro, un grugnito spaventoso, sconosciuto, un cinghiale se ne va arrabbiatissimo e lo sento nelle vicinanze che continua a grugnire, allungo il passo, ho visto i cani del mio amico Mauro lacerati dai cinghiali..e se avesse i piccoli? Bevo, continuo a bere e ogni tanto mi appoggio a qualcosa per allentare la tensione dello zaino alle spalle.

La tappa n°2 é quasi tutta su rotabile militare, una salita interminabile, meno male che ogni tanto trovo dell’ombra. Alle 21,00 sono al bivio Monte Airole, un principio di crampo alla coscia destra mi fa capire che devo fermarmi. Monto la tenda in uno slargo dove c’é un po d’erba, mangio una barretta ai frutti di bosco, è densa e nutriente, la fame mi passa ma mi fa venir sete, bevo, mi è rimasta meno di mezza borraccia.

Alle 21,20 mi sdraio, faccio fatica a dormire, mi sento sconquassato, ho caldo ai piedi, vorrei lavarli, ma ho poca acqua, li tengo fuori dalla tenda, mi alzo, ricordo di aver visto in un film che lui camminava a piedi nudi sull’erba, lo faccio anch’io..va un po meglio, guardo il cielo..quante stelle! Cerco un salellite. Col mio amico Sergio, in Corsica lo avevamo visto..lo vedo, lo seguo per un po e poi penso: io quassù non sono solo, l’Universo attraverso le stelle mi vede, mi sente, mi protegge! Invece giù a Chiavari quando sono circondato dalle macchine, dai semafori, da tutta quella gente, io non esisto, sono parte di un tutto indefinibile. No, qui non sono solo. Torno in tenda, l’aria si è un po rinfrescata e poi domani all’arrivo c’è la Fonte Susena, non mi accorgo di addormentarmi come un sasso.

25 Maggio
Ore 06,00 smonto la tenda, colazione con una barretta di pistacchio, buonissima, finisco l’acqua. Inizio la 3° tappa alle 06,30. C’è una casa, da una finestra un filo elettrico entra nel cofano di un fuoristrada, forse per tenere la batteria sotto carica, davanti alla porta una confezione da sei bottiglie di acqua minerale, prendo una bottiglia lasciando un biglietto da 5 euro..sento una voce: "lascia lì quell’acqua, è gasata, a te fa male, devi camminare e riprenditi quei soldi, prendi tutta l’acqua che vuoi da quel serbatoio azzurro". Solo la voce, nessun volto..obbedisco. Al serbatoio riempio le borracce, bevo e mi lavo i denti, mentre vado via grido un grazie, mi risponde un grugnito. Sorrido.

Decido di fare la variante bassa, capisco dopo poco di aver sbagliato, i segnavia sono rarissimi e sbiaditi. Passo un tunnel con sopra il simbolo del fascio littorio, trovo una fontana: acqua non potabiile..bevo lo stesso! Continuo fra sterrato e sentieri e arrivo a Colla Sgora, incontro il fuoristrada con a bordo il "grugnito", lo ringrazio ancora dell’acqua, gli chiedo indicazioni, mi dice di attraversare quel prato e poi: "a quel prato sopra vai sulla sinistra". Comincio la salire, salgo per mezz’ora, nessun prato, una strada asfaltata..comune di Pigna! (Era meglio fare la variante alta).

Torno indietro e finalmente ritrovo il segnavia, arrivo a Colle Scarassan, trovo un bel prato e alle 12,30 ho già montato la tenda, mangio una barretta, lavo una magietta e i calzini in una pozza d’acqua, li stendo al sole e mi sdraio, il panorama é stupendo, prati a vista d’occhio e in lontananza bellissime montagne che a breve raggiungerò. Provo a capire dalle cartine quali siano, se il Toraggio, il Pietravecchia, il Saccarello..forse sono ancora lontani..mi fanno un po paura. Ho letto del sentiero degli Alpini..scavato nella roccia, a strapiombo..ne sarò capace? Mi alzo, devo trovare dell’acqua. In una specie di rudere con porta col lucchetto entra un tubo nero, trovo uno spiraglio, riesco ad infilarmi, le ortiche mi ustionano le gambe ma una volta entrato vedo un rubinetto..ACQUA! Torno alla tenda, porto le borracce al rustico, lavo meglio maglietta e calzini, stendo di nuovo la roba al sole, sono felice, sono riuscito anche a lavarmi, mi sento bene, ma cosa faccio qui?

Sono le 13, smonto la tenda e riparto, arrivo al passo Muratone, al rifugio Muratone..bellissimo, completamente ristrutturato dal Cai di Imperia, chiuso dal Cai di Imperia, per la chiave..rivolgersi al Cai di Imperia, lo so, se mi fossi rivolto a loro mi avrebbero dato assistenza, ma io sono come quei tedeschi o belgi che vengono qui sull’Alta Via, non lo sanno loro che bisogna chiedere..nessuno ti lascia la porta di casa aperta, nessuno.

Vado avanti deluso, amareggiato, sconfitto. Dopo poco resto affascinato da un branco di cavalli, sono bellissimi, liberi, forti, mi danno la loro forza, lo sento. Li seguo o sono loro che mi trascinano sempre più in alto. E’ quasi il tramonto quando mi rendo conto che sono sul Monte Toraggio, c’é un bel prato, monto la tenda accanto ad un rustico, il panorama é incredibile, il cielo si accende, poi si spegne e si illumina del freddo chiarore delle stelle..le stelle fredde..sono miliardi, sono quelle di ieri sera, le ho ritrovate, sono protetto! Mi addormento soddisfatto pensando al sentiero degli alpìni, al Pietravecchia, al Saccarello, troverò la neve? Dormo benissimo.

26 Maggio
Ore 5,30 sveglio, colazione, le pastiglie di aminoacidi sono troppo pastose, mi fanno venire sete, non ne prendo più, o almeno cercherò di ridurle. Smonto la tenda, aspetto che il sole arrivi fino a me per riscaldarmi un po, mi sono svegliato infreddolito. Alle 6,30 inizio la salita per Fonte Dragurina, per raggiungere il rifugio di Sella d’Agnara, al rifugio mi farò la doccia, la barba, e mangerò qualcosa di caldo, non la solita barretta!

Alle 7,30 sono in cima al Toraggio, c’é una ferrata, non guardo sotto, la supero, poi un’altra e un punto che dev’essere franato e quelli del Cai (suppongo) hanno piantato dei ferri, hanno ricostruito il passaggio..bravi veramente! GRAZIE!

Un camoscio! E’ bellissimo, sicuro di se fra le roccie, agile e potente, perfetto, mi sento un verme, sono sudato, impaurito, stanco..e guarda lui! Bellissimo e sicuro, veloce, sa dove andare, da dove passare in una frazione di secondo, mi piacerebbe sfidarlo in mare..riesco a fotografarlo. Arrivo a sella d’Agnara, non ho fatto il sentiero deli Alpini, ho avuto paura: sulla guida dicono che è difficoltoso, pericoloso..io devo arrivare a Ceparana, ho davanti a me oltre 400 chilometri, cerchiamo di tenere i piedi per terra marinaio!

A sella d’Agnara il rifugio é chiuso..rivolgersi per la chiave al Cai di.., al Comune di..e ora? Ma come? Niente doccia, niente pasto caldo, niente acqua..trovo 4 bottigliette di aranciata scadute nel 2002, le bevo, sono buonissime. Mi butto in un prato stanco e demoralizzato, volevo mangiare decentemente, dormire in un letto, parlare con qualcuno.Sono le 11 mi riposo un po’, poi riparto verso passo Collardente, al passo incontro un tedesco su motocross, mi consiglia di non aspettare ma di salire sul Saccarello in modo da essere a San Bernardo di Mendiatica verso sera, lì c’è un albergo!

Comincio l’ascesa al Saccarello col tempo che peggiora, c’è un forte vento e sembra che le nuvole stiano per cadermi addosso. Le prime goccie non mi sorprendono, ho messo i pantaloni pesanti e la giacca in goretex, la protezione allo zaino mi ha dato qualche problema ma ora sono sicuro che é ben protetto. Alle 15 arrivo in cima, intravedo nella nebbia la grande statua del Redentore avvolta dalla nebbia, da un segnavia all’altro trovo il sentiero per scendere. Sulla sinistra c’é Monesi, così dice la cartina, non riesco a vederla. Alle 18 sono a San Bernardo di Mendatica, nel sole, il Saccarello è bellissimo, illuminato dal sole, mi viene voglia di risalire, scendo al passo. Il primo albergo é in vendita, CHIUSO. Il secondo albergo aprirà il 27 maggio..DOMANI. Mi faccio le foto con un bel cane Sanbernardo e poi fermo un fuoristrada mi faccio accompagnare a Mendiatica..AGRITURISMO! Menu: sei o sette antipasti, ravioli di spinaci selvatici, coniglio, insalata, dolce, vino rosso, caffé, grappa! Sono le 21,30 sto bene, sono profumato, sazio, sereno, pieno di energia, faccio fatica ad addormentarmi, guardo la televisione, mi addormento, sogno..

Manfredi Salemme

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