Nelle antiche tradizioni alpine, si riteneva che le fronde di ginepro bruciate allontanassero le folgori. Si narra inoltre che stando seduti durante la messa natalizia di mezzanotte su di una panca fatta del legno di ginepro, si potessero riconoscere le streghe.
La grappa fatta con le bacche di ginepro raccolte nel giorno dell’Assunta, sarebbe poi efficacissima contro ogni forma di magia. Infine, come narra una leggenda trentina, portando con se un ramoscello di ginepro non si sentisse la stanchezza.
Ecco una breve carta d’identità di questa spinosa e profumata pianta, utilizzata in cucina soprattutto per cucinare la selvaggina. Scopriremo che nell’antichità le venivano attribuiti poteri magici paragonabili a pochi altri. E nelle prossime puntate scopriremo le leggende che la circondano, nonchè i principali usi che ne vengono tuttora fatti.
Famiglia – Cupressaceae
Genere – Juniperus
Specie – communis L.
Nome dialettale in Vallecamonica – Zèrvènès, Ardanèsch, Brözi (Temù), Bruzi (Pezzo), Kópule (Valsaviore)
Descrizione – Pianta dioica sempreverde a portamento arbustivo o arboreo dall’altezza di 1-3-12 metri; corteccia grigio-rossastra, nei rami di 10 anni desquamantesi in linee longitudinali, ondulate ai bordi, nei rami più giovani assume invece color bruno-rossastro; fogli aghiformi, pungenti, le adulte di 1-1,5 x 15-17 millimetri, patenti superiormente con una stria glauca, pagina superiore quasi piana; internodi 3-10 millimetri (verso l’apice dei rami ancor meno); bacca a maturazione blu-violetto, ovoidale di 2-4-5 millimetri.
Habitat – Pianta che predilige luoghi aridi, incolti, dal piano fino a 1500 metri di quota. Tra i 500 e i 1000 metri, in zone soleggiate e sassose, sono presenti le stazioni più copiose. Tra i 1600 e i 2500 metri, in presenza di pascoli secchi e zone aride, è presente la varietà montana Ait.
Ubicazione in Valle Camonica – Dappertutto; mentre la varietà montana è presente, per esempio in Foppe Alte di Braone, Malga Lincino, Val Salarno, Val Bona, Val Cadino, Val Paghera, Foppole sopra Breno, Cima di S. Glisente, Monte Muffetto, Monte Trabucco, rupi di diaspro al Lago d’Arno (15).
Droga – La droga è rappresentata dai falsi frutti o galbuli, dal legno e dalle foglie.
Tempo balsamico – Per quanto concerne le foglie il tempo di raccolta va dalla primavera all’autunno. Il legno può essere raccolto da settembre a novembre, mentre i galbuli a maturità e verso i mesi di settembre-ottobre.
Utilizzo tradizionale – Il Ginepro è una pianta molto conosciuta in tutta Europa, sin dall’antichità: veniva utilizzata come rimedio nelle possessioni; un rametto di Ginepro posto accanto alla porta principale teneva lontano le streghe (che sarebbero però entrate se avessero indovinato il numero di aghi del vegetale).
Coltivazione: Generalmente assente raccogliendo così la droga di individui spontanei, non coltivati.
Anna Giorgi
NB. questa scheda monografica è frutto di una indagine etnobotanica condotta in Vallecamonica, pertanto, oltre alle informazioni generali relative alla specie, sono riportate anche peculiarità d’uso e di denominazione tradizionale.
Anna Giorgi è docente del Corso di Laurea in Valorizzazione e Tutela dell’Ambiente e del Territorio montano Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Milano, sede di Edolo.
Sito internet: www.valmont.unimi.it