I dinosauri tornano sulle Dolomiti
La mostra “All’alba delle Tre Cime-i dinosauri” racconta con rigore scientifico e installazioni spettacolari la vita degli abitanti della zona nel Giurassico. Quando le Dolomiti non esistevano ancora
E pensare che fino ai primi anni ’80 del Novecento, di dinosauri sulle Dolomiti non si parlava affatto. Eppure erano numerosi i geologi e i paleontologi che perlustravano e studiavano i Monti pallidi fin dall’Ottocento. Ma a dirla tutta non si parlava nemmeno di impronte o resti fossili di dinosauri in Italia, perché questi rettili sembrava avessero snobbato l’insieme dei mari e delle isole che costituivano l’attuale penisola italiana nel Mesozoico. Con una sola eccezione: il rinvenimento di un’impronta sul Monte Pisano nel 1940, al quale non venne dato peso.
Poi quasi all’improvviso quei grandi rettili del passato assai remoto hanno avuto la loro rivincita e un continuo susseguirsi di scoperte sulle Dolomiti e in altre regioni italiane ha aperto un nuovo affascinante capitolo della storia paleontologica del nostro Paese.
Ora una valle intera, che si allunga dalle Tre Cime di Lavaredo ad Auronzo di Cadore, dal 14 giugno al 25 settembre, si appresta a rivivere un’estate “giurassica” trasformandosi in “terra dei dinosauri”. Lo farà facendo dialogare gli aspetti rigorosamente scientifici legati ad autentici fossili di dinosauro con quelli suggestivi e spettacolari dovuti a riproduzioni rigorose a grandezza naturale di esemplari vissuti nel Mesozoico che popoleranno luoghi simbolo della zona.
La mostra
La mostra diffusa “All’alba delle Tre Cime – I dinosauri”, promossa dal Comune di Auronzo di Cadore in collaborazione con la Magnifica Comunità di Cadore e il Comune di Danta di Cadore interesserà diverse zone del territorio. Così si potranno incontrare i dinosauri passeggiando attorno al Lago di Santa Caterina ad Auronzo di Cadore mentre si specchiano sull’acqua per abbeverarsi o iniziare la caccia. Nello specifico si tratterà di due dinosauri italiani, un Saltriovenator e il titanosauro Tito, e di cinque dinosauri cretacici americani, tra cui il celebre T-Rex, protagonisti dei film Jurassic Park e Jurassic World. Particolare attenzione sarà dedicata al Diplodoco, dinosauro lungo più di 20 metri e del tutto simile a quello che nel film Jurassic World Dominion si vede camminare nel Lago d’Antorno, alle pendici delle Tre Cime. Inoltre nelle sale del Museo di Palazzo Corte Metto, ad Auronzo, dialogheranno con le collezioni della sezione naturalistica i fossili provenienti dalla Collezione Bruno Berti e dal prestito della Fondazione Ligabue (custoditi dal Museo “Le Radici della Vita” di Danta di Cadore, partner del progetto), mentre un Allosauro di 9 metri dominerà la valle dal Rifugio Auronzo, a 2.333 metri di altitudine, guardiano incontrastato delle Tre Cime di Lavaredo.
Le orme
Il progetto trae spunto dalle numerose tracce del passaggio dei dinosauri in tutta la zona, come le orme che si possono osservare facendo il giro dei tre rifugi Auronzo, Lavaredo e Locatelli sulle Tre Cime. La mostra nasce come evoluzione della mostra permanente ospitata dal Museo Vittorino Cazzetta a Selva di Cadore. Non va infatti dimenticato che fu proprio Cazzetta a dare il là a tutta la serie di scoperte dolomitiche relative ai dinosauri, quando nei primi anni Ottanta rinvenne piste e orme di quei rettili su un grande masso di Dolomia staccatosi dal Pelmetto.
L’evento si basa su un lavoro di squadra, che integra gli elementi locali alla ricerca internazionale sui dinosauri e vede coinvolti il responsabile scientifico del Museo di Palazzo Corte Metto Matteo Da Deppo e il tecnico museale Diego Battiston, già responsabile del Museo Vittorino Cazzetta, che ha curato l’esposizione con il paleontologo Simone Maganuco, la ditta Geomodel e il team di Dinosauri in Carne e Ossa.
“All’alba delle Tre Cime- I dinosauri” – spiegano i curatori – si sviluppa attorno al monumento naturale delle Tre Cime, valorizzando i molteplici legami di quest’area con i dinosauri. Al Museo di Palazzo Corte Metto verranno approfondite le relazioni tra Dolomiti, formazioni geologiche e dinosauri, saranno valorizzati gli importanti ritrovamenti in loco e quelli nazionali, verranno ospitati fossili veri di dinosauro provenienti dalle collezioni Bruno Berti e Ligabue. Alcune sale della sezione naturalistica saranno riorganizzate per far dialogare gli attuali uccelli delle Tre Cime con i loro antenati dinosauri, mentre in altre si ricorrerà a supporti video per esaminare le scene di celebri film che coinvolgono i dinosauri e questo territorio (da Jurassic Park a Jurassic World Dominion, quest’ultimo girato in parte proprio ad Auronzo) chiarendo cosa ci sia di vero e cosa di inventato. Non mancheranno calchi e modelli a grandezza reale, per proiettare il visitatore in un eccezionale viaggio nel tempo.
Al tempo dei dinosauri le Tre Cime non esistevano
Nonostante “in tutta la valle e in quota – come affermano gli organizzatori – si avrà la sensazione di rivivere l’atmosfera mesozoica e di farne parte” non va dimenticato- aggiungiamo noi – che il paesaggio in cui questi rettili vissero era completamente diverso rispetto a quello attuale. Intorno ai 200 milioni di anni fa tutti i dinosauri “dolomitici” pascolavano e lasciavano le loro impronte su un basso e piatto fondale, periodicamente sommerso dalle maree, di un mare tropicale. Maree che depositavano i loro fini sedimenti. Proprio gli strati rocciosi impilati di cui sono costituite le Tre Cime di Lavaredo sono un ottimo esempio di come questi sedimenti si siano accumulati l’uno sull’altro per milioni di anni mentre il fondale lentamente sprofondava per subsidenza lasciando spazio a ulteriori depositi che hanno formato le potenti pareti di Dolomia Principale. Poi, molti milioni di anni dopo, con il sollevamento del fondale marino tutto è emerso, e con l’emersione è iniziata l’azione di erosione degli agenti atmosferici che hanno scolpito le Tre Cime di Lavaredo.