
Strisce bianche e rosse abbelliscono e danno risalto a una scatoletta di metallo ancorata a 2327 metri nel bacino del Visogno, a monte dell’omonimo alpeggio e ai piedi della Cima Malvedello (2640 m). Baite, borghi, cime e passi poco noti rendono speciale e tranquilla, spesso solitaria, ogni avventura nella Costiera dei Cech, versante costellato di paesini all’imbocco della Valtellina, in provincia di Sondrio. Una salita, quella al Bivacco Bottani-Cornaggia, per stupirsi ad ogni passo: la tortuosa strada per Poira, i primi metri nella pineta, più avanti le radure che invitano a voltarsi verso le Orobie, le baite rurali di Pra’ Sücc’, che significa prato asciutto, la torbiera circondata da crochi bianchi e viola, e il panorama incredibile da gustare, insieme ad un buon panino, seduti sul ciglio del bivacco: la vicina Croce di Ledino, le Valli del Bitto di Gerola ed di Albaredo di fronte, e il Monte Legnone a chiudere il Parco delle Orobie Valtellinesi. Dedicato agli alpinisti Nino e Siro e posto qui nel 1983 dal Gruppo Aquile Morbegno, il Bottani-Cornaggia può essere luogo dove godersi un tramonto unico, una notte silenziosa e un’alba di fuoco prima di scendere o di proseguire verso la Val Masino o la Val dei Ratti. Escursione non per tutti, visti i 1250 metri di dislivello ma segnalata a sufficienza e capace di appagare la fatica con grande soddisfazione.
L’itinerario
Partenza e arrivo: Poira di Dentro (SO), campo sportivo
Dislivello: + 1250 m.
Tempo: 6.30 ore (a/r)
Difficoltà: E
Periodo consigliato: tutto l’anno, meglio in primavera ed autunno
Dal parcheggio tornare indietro 100 metri e seguire l’indicazione del cartello Bivacco Bottani-Pra’ Sücc’addentrandosi nella pineta. Superate le ultime case seguire il sentiero di destra (vari cartelli e bolli) fino ad incrociare una strada tagliafuoco (1450 m). Attraversarla e proseguire sul ripido sentiero (sempre il n. 23) fino a giungere a Pra’ Sücc’ (1647 m) dove è presente una fontana. Passare tra le due baite principali, ignorando il cartello “Sentieri” ma seguendo i bolli rossi verso monte per piegare dopo circa 50 metri a sinistra così da riprendere il marcato sentiero principale che, attraversato un piccolo torrente, raggiunge un altro alpeggio. Appena oltre, ad un bivio, un cartello indica la direzione da seguire. Dopo una radura si torna a salire tra rade betulle e rododendri fino al baitone dell’Alpe Visogno (2003 m). Da qui il bivacco è ben visibile e, per raggiungerlo, si seguono le indicazioni ed i radi bolli rossi e bianco-rossi per attraversare prima la torbiera e poi riprendere la salita nella pietraia sino alla meta finale (2327 m).
Il rientro può seguire il medesimo itinerario di salita o compiere un giro ad anello. In questo caso prendere il sentiero indicato verso est che, restando in quota, porta alla Bocchetta di Toate (2290 m) per poi scendere alla Baita Colino (1937 m). Da questa si prosegue prima per Pesc, poi per Ledino, ed infine si raggiunge di nuovo Poira.
Il Bivacco Bottani-Cornaggia non è custodito ma bisogna informarsi circa la sua apertura e, se necessario, recuperare le chiavi rivolgendosi alla GAM, oppure alle attività commerciali di Poira, o direttamente agli alpeggi di Pra’ Sücc’. Il bivacco dispone di nove posti letto con coperte e del necessario per cucinare; si raccomanda di portare cibo proprio, fornello con gas, e di lasciare tutto pulito ed in ordine.
Dal bivacco è possibile entrare in Val dei Ratti, passando per il Passo Visogno, raggiungendo il Bivacco Primalpia (1980 m) in circa 2 ore dal Bottani, e il non custodito Rifugio Volta (2212 m) in 4 ore. Dal Passo Visogno e, poi, per i Passi del Colino e del Calvo, è possibile addentrarsi in Valle di Spluga e Valle dell’Oro, dove si trova il Rifugio Omio, valli laterali della Val Masino.
Da vedere: la torbiera
L’alpe Visogno, dove in estate pascolano cavalli, mucche e capre, è posta al limite di una grande piana, quello che resta di un lago glaciale che ha subito un lento interramento, al pari della vicina Piana di Predarossa, in Val Masino. Si tratta di una torbiera, un tipo di suolo di natura prevalentemente organica, legato alla continua decomposizione ed accumulo delle specie vegetali che popolano questo ambiente acido ed a scarsa ossigenazione. I resti delle piante, principalmente muschi e sfagni, si accumulano trasformando nei secoli un limpido lago alpino in una palude brulicante di vita.
Come arrivare
Da Lecco seguire la strada statale direzione Sondrio e lasciarla all’uscita di Morbegno. Qui voltare a sinistra alla prima rotonda e, passato il fiume Adda, dirigersi a destra iniziando a salire verso Dazio. Passato quest’ultimo seguire per Serone, poi Roncaglia e infine Poira di Dentro dove parcheggiare presso una chiesetta e il campo sportivo.
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