Alla scoperta di Kyparissi, eldorado dei climber nel Peloponneso, in Grecia
Intorno a un paesino di 400 abitanti affacciato sul mare a cinque ore d’auto da Atene, si ergono falesie bene attrezzate che stanno riscuotendo un grande interesse. Un luogo perfetto per questa stagione e dove il climber è ospite d’onore
Ceuse, Flatanger, Siurana, Ulassai… si spintonano nella top 10 delle falesie più belle del mondo portando alte le bandiere dei rispettivi Paesi. Ma per la Grecia quale scegliere? Di certo Kalymnos è speciale e conosciutissima, ma mai sentito parlare di Kyparissi? Forse no. Eppure…
Atterrati ad Atene le mani fremono sul volante dell’auto a noleggio che parte verso sud, nel cuore del Peloponneso. Tre ore più tardi si abbandona la deviazione per Leonidio, altra splendida destinazione per arrampicatori, e via verso sud fino a piegare verso est.
Dopo quattro ore finalmente il mare eccezionale di fronte obbliga a sgranchire le gambe. Due secondi dopo, gli occhi passano dalle onde spumose alle rocce sopra la testa alla ricerca di fix che non tardano a essere scovati. E’ la falesia di Psilovrachos con i suo venti tiri sospesi su una comoda cengia. Le mani iniziano a sudare ma la pancia brontola per la fame del viaggio, meglio proseguire per l’ultima mezzora di curve lungo la costa.
Dopo un colle appare Kyparissi, non la falesia ma il paese dai tetti piatti, piccole chiese ortodosse, muri bianchissimi e stradine strette.
Bastano un calice e due chiacchiere al piccolo bar sul molo per trovare un alloggio tra i molti B&B e appartamenti disponibili, vista la stagione turistica ormai conclusa. E’ noto che lo scalatore medio non ama il caldo e il conseguente sudore alle mani, perciò le mezze stagioni sono ideali per venire qui. E i costi sono ridotti.
I circa 200 abitanti di Kyparissi sono distribuiti in tre piccole frazioni fornite del minimo indispensabile: un paio di alimentari, qualche bar, un panificio, tre ristoranti e un campo da tennis per chi avesse ancora energie nelle braccia dopo l’arrampicata. Nessun bancomat, benzinaio o farmacia, per questi bisogna guidare almeno 25km, ma in compenso c’è una spiaggia magnifica senza nessuno.
É certo che ci siano più vie che abitanti, suddivise in cinque falesie principali per tutti i gusti e ben relazionate nell’aggiornata “Climbing guidebook. Leonidio, Kyparissi and more” i cui proventi supportano le chiodature della zona.
I quattro settori principali
Kastraki è la falesia più facile, con tante belle vie tra il 5A e il 6C e comodo avvicinamento direttamente dal centro paese.
A cinque minuti di strada si trova Playgroud che, con i suoi 12 tiri tra il 5A e il 6B, è un altro piccolo settore “no big”.
Per iniziare a scaldare davvero braccia e schiena Watermill è l’ideale, soprattutto se si ha poco tempo. Posta appena sotto il piccolo bianco rifugio del profeta Elias, questa panoramica falesia si raggiunge in pochi minuti e riceve il sole fino al primo pomeriggio. All’ingresso ci accoglie un marcato strapiombo a cavolfiori dove l’8A è il livello di ingresso, poco oltre si trova una zona meno strapiombante con belle canne percorse da numerosi 7A e 7B, ed infine delle belle placche verticali grigie a gocce e buchetti dove divertirsi su difficoltà più contenute.
Una buona varietà di gradi si trova anche a Psilovrachos che vista l’esposizione in pieno sud è adatta alle giornate più fresche o nuvolose.
E poi c’è Babala, 110 tiri dal 7b in su
Oltre all’ottimo caffè greco e alla “bougatsa”, un fagottino di pasta fillo ripieno con crema pasticcera o formaggio, il motivo principale per venire a Kyparissi è senza dubbio Babala!
Chiamarla semplicemente falesia può essere riduttivo, si tratta infatti di una lunga fascia di calcare alta fino a 70m, costellata di canne incredibili che guidano lo sguardo dalla base al cielo blu infinito.
Dal 2011 ad oggi sono stati chiodati oltre 110 tiri sia da scalatori locali sia da tedeschi e francesi rapiti da tanta bellezza e roccia di qualità incredibile. La scalata richiede forza, resistenza e tanta inventiva per districarsi tra le canne strapiombanti; non a caso è utile, a volte indispensabile, avere le ginocchiere, più note come “kneepad”.
La difficoltà è notevole, a parte una manciata di 7B, il 90% delle vie parte dal 7C+ e arriva a progetti in attesa della prima salita in libera. Nonostante l’atmosfera rilassante anche l’impegno di testa non è trascurabile, bisogna spesso combattere per passare da un fix all’altro fino a guadagnare la catena!
Oltre a stancare dita, braccia e schiena, Babala richiede anche un minimo di gamba per l’avvicinamento: 45 minuti su una vecchia mulattiera per raggiungere i 600m di quota di questo balcone sul Mar Mirtoo.
Per fortuna l’ombra arriva nella tarda mattinata e dopo la colazione si può salire con tutta calma per aspettare le condizioni migliori. Poi si torna a casa alla luce della lampada frontale.
Qualsiasi grado si abbia scalato una bella birra Mhytos in riva al mare è sempre meritata, in attesa della cena per tutti i gusti: dalla carne al pesce fresco, dall’insalata greca con la feta al “pastitso”, simile ad una lasagna.
Da fare e da vedere nei dintorni
Avendo più tempo a disposizione, oltre ad una giornata di relax al mare, è possibile vedere la Chiesa di San Giorgio, raggiungibile in 40 minuti di passeggiata lungo la costa.
Se si avesse voglia di mettersi al volante non possono mancare una visita al castello di Geraki, alla città di Sparta, al paese di Kosmas e al Monastero ortodosso di Elona. Quest’ultimo, situato all’estremità della valle di Leonidio a un’ora e mezza da Kyparissi, può concludere una giornata di scalata nel bellissimo muro policromo di Nifada che, vista la quota e l’esposizione a nord-ovest, rappresenta un’ottima alternativa a Babala se fosse troppo caldo.