Prey: paura (tanta) e solidarietà (poca) nelle foreste del Parco Nazionale della Svizzera Sassone
Girato nel 2021, il film di genere survival racconta di un gruppo di amici inseguiti da un anonimo cecchino. E mostra come il pericolo posa cambiare comportamenti e rapporti interpersonali
È dal paesaggio boscoso del Parco Nazionale della Svizzera Sassone, nel suo variegato foliage e nella sua (apparente) tranquillità fatta di ruscelli, canyon e punti panoramici, che prende le mosse l’intreccio drammatico di Prey (2021).
Diretto da Thomas Sieben, Prey è un thriller tedesco che abbraccia quasi esclusivamente la dimensione, il ritmo e i canoni del cinema di genere survival: personaggi non troppo approfonditi, un obiettivo chiaro e monopolizzante (…salvarsi la vita) e una geografia che fa da padrona – ostacolo e pericolo – allo svolgimento e al significato dell’azione.
Insomma se cercate approfondimento psicologico e una soddisfazione drammatica di certo non le troverete qua, ma in compenso Prey offre un’oretta di buon intrattenimento senza pretese. L’epilogo non porta proprio una chiara risoluzione rispetto alle premesse, ma il montaggio riesce a trasformare la trama un po’ fiacca in un canovaccio per creare buona suspense.
La trama di Prey
Gli amici si vedono nel momento del bisogno, dice una popolare verità. Ed è proprio questa la tesi (confutata, a modo suo…) di Prey: siamo davvero sicuri di poterci fidare di chi ci circondiamo?
I protagonisti sono cinque amici che si recano nel Parco Nazionale della Svizzera Sassone per festeggiare l’addio al celibato di uno di loro. Da subito capiamo che nel gruppo c’è della tensione e del non detto. Alcuni di loro lavorano insieme, ma nonostante siano in vacanza è proprio il lavoro uno degli argomenti che ricorrono di più nelle loro conversazioni. C’è qualcosa che non quadra e tra un rafting sul fiume e un conviviale falò, cominciano a notare qualcosa di strano: si sentono degli spari. Mentre tornano alla loro baita, alcuni dettagli e incidenti mettono sull’attenti. Sta per succedere qualcosa. E infatti, quasi subito ecco che si entra nel vivo del film: qualcuno, nel bosco, sta sparando. Ma sta sparando addosso a loro.
Chi sia questo cecchino e perché stia facendo questo proprio a loro sono le domande che portano avanti il film, così come i dubbi sulla reale lealtà di alcuni del gruppo. In questa disperata lotta alla sopravvivenza, Prey fa emergere soprattutto il divario tra gli individualisti e gli altruisti, in una risoluzione a suo modo inaspettata e piuttosto interrogativa sulla razionalità della violenza e della natura umana.
Le location di Prey
Prey è stato girato principalmente nei paesaggi boscosi della Sassonia, in Germania, nel Parco Nazionale della Svizzera Sassone (vicino a Dresda). Questa regione è celebre per le sue suggestive formazioni rocciose e i profondi canyon, che qui fanno da sfondo totalizzante alla trama del film. La produzione ha sfruttato in particolare i fitti boschi e la struttura delle Bastei, impressionanti rocce vicino Rathen, che raggiungono quasi i 200 metri di altezza. Queste formazioni di arenaria lungo le montagne dell’Elba si sono modellate nel tempo per via dell’erosione dell’acqua. Le riprese per le scene di rafting, invece, sono state effettuate proprio lungo il fiume Elba.
Prey (2021) è disponibile per lo streaming su Netflix.