
Nel mese di ottobre i boschi si tingono di mille colori, gli escursionisti diminuiscono e i sentieri tornano a essere avvolti nel silenzio che domina le valli e i pendii ai piedi del Gran Sasso. Percorrere il sentiero che da Casale San Nicola raggiunge la Madonnina in questo periodo dell’anno dona, a chi decide di superare i 1.200 m di dislivello necessari per completarlo, emozioni che poche altre linee sul Gran Sasso possono trasmettere. Si attraversano diversi piani vegetazionali e man mano che si guadagna quota i colori del bosco cambiano e virano dal verde intenso al rosso acceso. Il “Paretone”, che dal basso del paese sembra lontano e quasi impossibile da raggiungere, sarà sempre più vicino e la “farfalla” permetterà fotografie indimenticabili. Qui avere una macchina fotografica con sé è più un obbligo che non un consiglio. Sarà bene averla sempre a portata di mano, si utilizzerà molto spesso.
L’itinerario
Partenza e arrivo: loc. Casale San Nicola, Isola Gran Sasso (TE)
Dislivello: + 1200 m
Tempo: 7 ore (a/r)
Difficoltà: E/EE
Si parcheggia l’auto proprio nel centro del paese o subito dopo aver superato il ponte dell’autostrada A24. Conviene incamminarsi con passo lento perché in pochi chilometri si raggiunge la Madonnina (2.018 m). Il riferimento per iniziare il sentiero è il ponte sulla piazza bassa del paese (parcheggio) dove è ben visibile la rampa di scale che permette di evitare un tratto di strada asfaltata. Si prosegue in salita seguendo la strada bianca che porta alla Chiesa di San Nicola, la pendenza è subito impegnativa, e in poco più di un chilometro la si raggiunge. Restaurata nel 1947 è dedicata al Santo che dà il nome al paese ed è meta abituale per un pic-nic, o per la preghiera.
Oltrepassato l’edificio sacro si segue la traccia sulla sinistra che entra nel bosco. Il sentiero è decisamente articolato, tuttavia è difficile sbagliare sia per i segnavia sempre al punto giusto sia perché la via giusta è sempre quella che sale. Il bosco è molto fitto e la salita impegnativa. Si superano alcuni grandi massi fino a raggiungere una strada bianca che seguiamo sulla destra, sempre in salita, per un breve tratto. Poi, a sinistra, un evidente impluvio porta di nuovo nel bosco (bivio ben segnalato).
Il “Paretone” ora è ben più vicino e inizia a vedersi sempre più spesso tra gli alberi che pian piano si diradano. Per fotografare c’è solo l’imbarazzo della scelta, infiniti spot fotografici si aprono continuamente e i colori autunnali donano al panorama un aspetto fiabesco. Con un po’ di fortuna sui prati che sono tra le alte pareti e gli alberi si vedono spesso caprioli al pascolo pronti a scomparire nel bosco se disturbati.
Da questo punto ci si tiene sempre al margine della fitta macchia alla destra, la traccia è chiara come i segnavia su diversi massi erratici. Su uno di questi una targa ricorda Gino Di Sabatino, un alpinista molto noto e amato in zona: trovarla non è scontato anche se è sul nostro cammino. Si prosegue sempre in salita che a tratti è decisamente impegnativa, tuttavia, il panorama premia sempre lo sguardo e poco più in alto c’è il Rifugio San Nicola (1.668 m) che inizia a intravedersi tra gli alberi. La storica struttura è in fase di recupero grazie all’impegno del CAI di Isola del Gran Sasso e i lavori di restauro sono già iniziati. La posizione del Rifugio permette di riposare nel silenzio al cospetto del “paretone” e dona ai fotografi ancora nuovi spunti fotografici. Le ultime rampe sono impegnative, motivo in più per concedersi una pausa e recuperare energie.
Si riprende a camminare mantenendosi sul limite del bosco fino a raggiungere una evidente traccia che taglia il pendio alla destra e conduce alla falesia dell’Arapietra. Questo è l’ultimo tratto dello storico “Sentiero dei 4 Vadi” di cui abbiamo percorso una parte. Si tratta di un impegnativo itinerario, la sua lunghezza supera i 50km, che attraversa tutta la dorsale orientale del Parco da Vado di Sole per raggiungere il paese di San Nicola fino ad arrivare a Prati di Tivo. Purtroppo, in alcuni punti frane e smottamenti lo rendono piuttosto rischioso e ormai viene percorso molto raramente.
Torniamo al nostro itinerario e continuiamo a salire, di nuovo, verso la cresta seguendo i numerosi segnavia che mantengono sufficientemente lontani da un canale detritico che non ispira molta fiducia. La traccia risale ripida il pendio erboso verso una fascia rocciosa più in alto. Poco prima di raggiungerla si traversa a sinistra fino a una decisa svolta a destra che permette in pochi minuti di arrivare alla stazione a monte della cabinovia di Prati di Tivo. La Madonnina è poco più in alto.
Ora i Due Corni appaiono in tutta la loro imponenza. A sud la Vetta Orientale del Corno Grande con la bellissima cresta che raggiunge la cima a 2.903 m, di fronte a noi la parete nord del Corno Piccolo 2.655 m. Voltandoci il colpo d’occhio è straordinario, possiamo vedere tutti i rilievi della catena orientale da Monte Coppe (1.987) fino a Vado di Corno. La parete nord del Monte Camicia (2.564 m) domina la valle con i suoi oltre 1.000 metri di sviluppo verticale e scorrendo con lo sguardo da est verso ovest sono ben visibili il Monte Prena (2.561 m), le Torri di Casanova (2.362 m), il Brancastello (2.385 m) e Pizzo San Gabriele (2.214 m).
Per tornare a valle si consiglia di seguire di nuovo l’itinerario percorso in salita.
Come arrivare
Il paese di San Nicola si raggiunge percorrendo la A24 fino al casello di San Gabriele/Colledara. Appena lasciata l’autostrada si seguono prima le indicazioni per Isola del Gran Sasso poi, superato un ponte, sulla destra quelle per la nostra meta dove lasceremo l’auto.
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